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<title>LETTERATURA ITALIANA </title>
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<word xMin="28.500000" yMin="28.400000" xMax="111.164000" yMax="38.656000">LETTERATURA ITALIANA </word>
<word xMin="46.500000" yMin="48.676000" xMax="53.124000" yMax="58.772000">1.</word>
<word xMin="64.500000" yMin="48.676000" xMax="567.524000" yMax="58.772000">Renovatio volgare – negli ultimi decenni del 1200, sconfitti i Ghibellini, si salda nel comune di Firenze l’alleanza fra la grossa borghesia mercantile e i resti della nobiltà </word>
<word xMin="64.500000" yMin="58.728000" xMax="554.992000" yMax="68.656000">terriera sotto il dominio dei Guelfi; essi assumono il dominio della città e pensano all’espansione territoriale. Tuttavia lo sviluppo non avvenne senza crisi e lacerazioni: la </word>
<word xMin="64.500000" yMin="68.728000" xMax="552.100000" yMax="78.656000">complessa composizione sociale del popolo fiorentino, la persistenza di rivalità familiari e il contrasto all’interno della parta guelfa portarono ad una serie di disordini. La </word>
<word xMin="64.500000" yMin="78.628000" xMax="565.764000" yMax="88.556000">lacerazione politica rischiò di compromettere la costituzione repubblicana di Firenze e Dante segnalerà il fenomeno accusando la presenza in tutte le città d’Italia di “tiranni”. </word>
<word xMin="64.500000" yMin="88.628000" xMax="558.856000" yMax="98.556000">Nel 1300 i momenti più innovatori furono la rivalutazione della poesia e il rinnovato interesse per gli auctores (gli scrittori antichi); questo processo, favorito dalla maggiore </word>
<word xMin="64.500000" yMin="98.528000" xMax="537.812000" yMax="108.456000">circolazione dei testi antichi, si spiega principalmente con l’opera di tre personalità di origine e formazione toscana: Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Giovanni </word>
<word xMin="64.500000" yMin="108.528000" xMax="551.008000" yMax="118.456000">Boccaccio. Grazie a loro, la rivalutazione della poesia e degli auctores si accompagnò con il processo di impiego della lingua volgare, e in particolare il volgare toscano </word>
<word xMin="64.500000" yMin="118.428000" xMax="255.156000" yMax="128.356000">assunse un ruolo di preminenza sugli altri volgari dell’area italica. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="138.576000" xMax="553.792000" yMax="148.672000">Il nuovo stile della lirica d’amore – dispersa la scuola siciliana, si sviluppò da una parte, in ambiente religioso, la lirica della lauda, dall’altra, in ambiente borghese, la lirica </word>
<word xMin="28.500000" yMin="148.628000" xMax="548.464000" yMax="158.556000">d’amore. La lauda verrà coltivata fino al 400, mentre il sonetto e la canzone si collocano al centro di un’esperienza decisiva nella storia della nostra cultura. Nel 1280 fra Bologna e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="158.628000" xMax="563.028000" yMax="168.556000">Firenze si verificò nel genere lirico una svolta, destinata non solo a caratterizzare un nuovo corso della poesia, ma anche a diventare un punto di riferimento nella storia della letteratura </word>
<word xMin="28.500000" yMin="168.528000" xMax="563.324000" yMax="178.456000">italiana. Nasceva il dolce stilnovo; i protagonisti di questa svolta appartengono al ceto intellettuale, come Guido Guinizzelli e Dante Alighieri. Quel che distingue la nuova generazione di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="178.528000" xMax="561.424000" yMax="188.456000">poeti dalle precedenti è una sensibilità diversa, aristocratica e raffinata, nella ricerca di un linguaggio poetico. Il bolognese Guido Guinizzelli è designato da Dante come il precursore di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="188.428000" xMax="557.516000" yMax="198.356000">questa scuola. La sua canzone assunta a manifesto della nuova poesia “Al cor gentile rempaira sempre Amore”, utilizzava un tema già conosciuto, quello della nobiltà come virtù non </word>
<word xMin="28.500000" yMin="198.428000" xMax="563.672000" yMax="208.356000">dipendente dalla stirpe e dalla ricchezza, ma dalla qualità individuale, e un tema consueto nella lirica d’amore, cioè il rapporto tra la gentilezza d’animo e la capacità di amare. Attribuiva </word>
<word xMin="28.500000" yMin="208.328000" xMax="554.176000" yMax="218.256000">inoltre alla donna, in virtù della sua bellezza, un pregio divino. La poetica dello stilnovo assume una sua identità per opera della meditazione teoria di Dante, il quale nella Vita nuova </word>
<word xMin="28.500000" yMin="218.328000" xMax="382.732000" yMax="228.256000">riflette sulla conquista del nuovo stile, mentre nel De vulgari eloquentia spiega i caratteri contenutistici e formali della lirica.</word>
<word xMin="28.500000" yMin="238.276000" xMax="564.172000" yMax="248.372000">Il sodalizio poetico e le premesse della poesia aulica – c’è in Guinizzelli e nei suoi seguaci toscani un’elaborazione che mira ad escludere il volgo dei comuni lettori, per </word>
<word xMin="28.500000" yMin="248.328000" xMax="566.316000" yMax="258.256000">rivolgersi a chi è capace di penetrare il senso profondo delle parole e l’estrema finitezza dell’arte. La poesia diventa comunicazione tra gente eletta, che si raccoglie in un’ideale sodalità, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="258.328000" xMax="564.732000" yMax="268.256000">un’élite culturale. Essi colloquiano tra loro e presuppongono un pubblico di fedeli e di intenditori educati al nuovo gusto. Nel nuovo stile si operò una profonda e definitiva trasformazione </word>
<word xMin="28.500000" yMin="268.228000" xMax="556.424000" yMax="278.156000">del codice cortese che, divenuto una serie di norme convenzionali, fu trasferito sul piano della vita e dei rapporti spirituali. La riflessione e l’approfondimento del fenomeno amoroso è </word>
<word xMin="28.500000" yMin="278.228000" xMax="532.028000" yMax="288.156000">esaminato nelle sue cause e nei suoi effetti con precisione scientifica. Interessa l’aspetto psicologico della vicenda amorosa, e l’interesse oscilla dal piano naturalistico, ossia </word>
<word xMin="28.500000" yMin="288.128000" xMax="559.908000" yMax="298.056000">dall’osservazione del fenomeno con i suoi segni visibili, al piano spirituale, cioè alla considerazione degli effetti morali che l’amore produce. La figura della donna assume i connotati di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="298.128000" xMax="313.120000" yMax="308.056000">un essere sovrannaturale (donna angelicata) e i suoi occhi esercitano e manifestano questa virtù. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="308.028000" xMax="554.984000" yMax="317.956000">Questa trasformazione però non fa parlare di una nuova dottrina d’amore: gli argomenti non si allontanano dalla tradizione e anche i temi nuovi (donna angelicata e amore spirituale) </word>
<word xMin="28.500000" yMin="318.028000" xMax="545.076000" yMax="327.956000">sono contenuti nella tradizione, specialmente provenzale, anche se ora appaiono in una luce più netta. La novità più significativa risiede nello stretto collegamento fra poeti che si </word>
<word xMin="28.500000" yMin="327.928000" xMax="517.204000" yMax="337.856000">sentono eletti e che costituiscono un gruppo omogeneo, malgrado le diversità. Si afferma insomma un ceto che assume il ruolo di forza trainante del processo culturale. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="347.876000" xMax="539.108000" yMax="357.972000">I primi grandi classici della tradizione volgare I tre grandi letterati del secolo, nonostante la diversa personalità che li distingue, si formano sulla tradizione della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="358.128000" xMax="565.716000" yMax="368.056000">letteratura volgare di Francia e Provenza, creando tre opere fondamentali nella storia della letteratura italiana. Alla formazione di Dante Alighieri contribuirono i diversi fermenti politici e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="368.228000" xMax="559.252000" yMax="378.156000">culturali che avevano caratterizzato l’ambiente fiorentino. Favorito dall’incrocio, nel territorio fiorentino, di esperienze culturali, e sollecitato dal precipitare degli eventi politici, egli diede </word>
<word xMin="28.500000" yMin="378.228000" xMax="547.976000" yMax="388.156000">vita alla Commedia, che dava una risposta alla crisi che travaglia la società e le istituzioni del tempo. Concepito come un itinerario mistico, il viaggio nell’aldilà della Commedia era </word>
<word xMin="28.500000" yMin="388.128000" xMax="566.752000" yMax="398.056000">collocato in una dimensione storica precisa, nella primavera del 1300. Il poeta è rappresentato come il discepolo pieno di errori, che le guide principali, Virgilio e Beatrice correggono fino </word>
<word xMin="28.500000" yMin="398.128000" xMax="566.920000" yMax="408.056000">a renderlo degno dell’ultima ascesa, la visone divina. La stessa figura del viandante diviene una figura simbolica. Il personaggio di Dante è simbolo dell’uomo che, smarrito in una selva, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="408.028000" xMax="562.196000" yMax="417.956000">impedito dalle tre fiere che rappresentano i mali interni, morali, e i mali esterni, sociali, sul cammino della salvezza, ritrova poi quel cammino mediante l’aiuto delle guide che Dio stesso </word>
<word xMin="28.500000" yMin="418.028000" xMax="526.556000" yMax="427.956000">ha disposto per sostenere la vita umana. Il viaggio rappresenta una meditazione sui peccati e le pene destinati ai colpevoli ed ai purificandi, e sulle gioie promesse ai beati. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="427.928000" xMax="556.660000" yMax="437.856000">Dante viene scortato da Virgilio attraverso il regno infernale e la montagna del Purgatorio, fino al limitare del Paradiso terrestre, collocato sulla cima, dove Beatrice sostituisce il poeta </word>
<word xMin="28.500000" yMin="437.928000" xMax="566.284000" yMax="447.856000">latino per poi condurre il discepolo attraverso i cieli. Infine è San Bernardo, riformatore dell’ordine cistercense, a preparare il pellegrino all’ultimo atto della visione beatifica. Il rapporto tra </word>
<word xMin="28.500000" yMin="447.828000" xMax="566.212000" yMax="457.756000">il viandante e le sue guide riproduce la struttura dell’insegnamento scolastico dell’epoca, dove il maestro guida alla lettura, alle esperienze ed è risolutore dei dubbi del discepolo. Virgilio </word>
<word xMin="28.500000" yMin="457.828000" xMax="565.016000" yMax="467.756000">è simbolo della scienza umana, Beatrice è simbolo della scienza divina, dell’amore e dell’ascesi è maestro san Bernardo. Il poeta si fa maestro del mondo e illustra al lettore il senso del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="467.728000" xMax="566.100000" yMax="477.656000">suo viaggio: di qui l’aspetto didattico del poema. Il processo da Virgilio a san Bernardo è una’ascesa dall’umano al divino: tale gerarchia di valori pone sul grado supremo non la ragione, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="477.728000" xMax="564.288000" yMax="487.656000">né la fede, ma l’atto mistico. Il carattere originale del linguaggio dantesco risiede nella ricchezza evocativa del lessico, nella varietà di registri e di livelli, nell’uso similitudini e metafore. Il </word>
<word xMin="28.500000" yMin="487.728000" xMax="554.208000" yMax="497.656000">nuovo stile della lirica toscana si evolveva, per opera di Francesco Petrarca, nel Canzoniere. Petrarca abbandona il tema della donna come immagine sensibile della divinità, come </word>
<word xMin="28.500000" yMin="497.928000" xMax="564.364000" yMax="507.856000">tramite di elevamento dalla terra al cielo, e pone in primo piano il dramma del poeta che rimpiange l’errore della sua vita. Le liriche della raccolta, cariche di sensi religiosi, favoriranno lo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="507.828000" xMax="559.360000" yMax="517.756000">sviluppo di un filone di rime sacre cui si dà il nome di petrarchismo. Il contributo decisivo dato da Petrarca riguarda la rinascita della cultura latina: per opera sua il latino si trasformava </word>
<word xMin="28.500000" yMin="517.828000" xMax="538.224000" yMax="527.756000">attraverso il recupero della poesia antica. Questa trasformazione tendeva ad esaltare le arti sermocinali, quelle che privilegiano il sermo, il discorso, la parola, di cui la poesia è </word>
<word xMin="28.500000" yMin="527.728000" xMax="554.956000" yMax="537.656000">l’espressione più alta. C’è quindi una rivalutazione degli autori antichi e del loro linguaggio. Nel corso del 1300 l’incremento degli studi classici si registra anzitutto nel Veneto, mentre </word>
<word xMin="28.500000" yMin="537.728000" xMax="544.724000" yMax="547.656000">nell’Italia meridionale si diffonde un nuovo interesse per la cultura letteraria. Firenze non vanta un primato sul piano degli studi classici, ma negli ultimi decenni la generazione dei </word>
<word xMin="28.500000" yMin="547.728000" xMax="542.604000" yMax="557.656000">discepoli di Petrarca avvia proprio nel centro toscano quella trasformazione della cultura dalla quale si sviluppa l’Umanesimo italiano. Ad opera di Giovanni Boccaccio la lingua </word>
<word xMin="28.500000" yMin="557.928000" xMax="563.212000" yMax="567.856000">fiorentina trovò un genere nuovo nel quale cimentarsi: la narrativa sperimentata nei romanzi giovanili fino alla raccolta di novelle della maturità, il Decameron. Boccaccio costruiva con il </word>
<word xMin="28.500000" yMin="567.828000" xMax="550.528000" yMax="577.756000">Decameron un’opera analoga ai capolavori di Dante e Petrarca, non solo per l’ampiezza e l’organicità (cento novelle), ma anche per l’originalità dello stile. Lo stile narrativo diventa </word>
<word xMin="28.500000" yMin="577.828000" xMax="558.624000" yMax="587.756000">l’oggetto più caro della sua arte. Dante, sollevandosi dal mondo dei peccatori a quello dei santi, aveva inteso sollevare il tono, la lingua della sua arte, per rivolgersi ad un pubblico più </word>
<word xMin="28.500000" yMin="587.728000" xMax="543.044000" yMax="597.656000">ristretto di intenditori. Boccaccio considera tutte, fin le più sconce esperienze, degne di quell’elaborazione formale; anzi, quelle scelte di carattere immorale danno la misura della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="597.728000" xMax="546.532000" yMax="607.656000">spregiudicatezza del narratore, per il fatto di rientrare in un mondo che ha come comune denominatore il diletto, la liberazione dell’animo dalla noia dell’esistenza, dai legami della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="607.628000" xMax="539.316000" yMax="617.556000">tradizione; l’eroe di questa liberazione diventa appunto il letterato, colui che con l’arte della parola sottopone al suo dominio quel che sembra per tradizione sfuggirli. La gaiezza </word>
<word xMin="28.500000" yMin="617.628000" xMax="483.940000" yMax="627.556000">spensierata del novellare era assunta come immagine della espressività umana, come il nuovo metodo di comunicare fra gli uomini, di educare e di formare. </word>
<word xMin="46.500000" yMin="637.576000" xMax="53.124000" yMax="647.672000">2.</word>
<word xMin="64.500000" yMin="637.576000" xMax="548.880000" yMax="647.672000">Renovatio classica – nel corso del 1300 il centro della vita politica ed economica si consolidò nella città; tale processo di accentramento si operava attraverso lo </word>
<word xMin="64.500000" yMin="647.628000" xMax="559.560000" yMax="657.556000">sfaldarsi delle strutture comunali e il rafforzamento del gruppo dirigente. Le arti e le lettere furono adattate alle esigenze della nuova cittàstato. Questo fenomeno assume </word>
<word xMin="64.500000" yMin="657.628000" xMax="539.968000" yMax="667.556000">aspetti diversi ma, si diffonde nei centri italiani, in virtù della riscoperta dell’antico, un modello culturale comune. Ne sono promotori gli intellettuali della generazione </word>
<word xMin="64.500000" yMin="667.528000" xMax="547.524000" yMax="677.456000">successiva a quella di Petrarca e Boccaccio, gli umanisti, che fondano la loro formazione non sui testi sacri, ma sui testi dei poeti, degli storici e degli oratori antichi, le </word>
<word xMin="64.500000" yMin="677.528000" xMax="146.772000" yMax="687.456000">cosiddette humanae litterae.</word>
<word xMin="28.500000" yMin="697.576000" xMax="562.176000" yMax="707.672000">I centri della cultura umanistica – l’epoca della cultura umanistica (il 400) è quella attraverso la quale la letteratura in latino riconquista il primato su quella volgare. Essa si va </word>
<word xMin="28.500000" yMin="707.828000" xMax="557.828000" yMax="717.756000">radicando nella realtà politicosociale degli stati regionali, creando una nuova unità, frutto degli scambi culturali istituitisi per tutto il secolo. A Milano si rafforza la signoria dei Visconti, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="717.928000" xMax="559.232000" yMax="727.856000">che amplia i confini territoriali spingendosi verso Venezia e Firenze. La corte milanese, presso la quale aveva soggiornato Petrarca, si arricchì di uomini dediti allo studio dei classici. Il </word>
<word xMin="28.500000" yMin="728.028000" xMax="552.796000" yMax="737.956000">centro universitario di Padova, incluso nel territorio veneziano, diventava il fondamento di uno sviluppo culturale che avrebbe fatto di Venezia alla fine del 400 uno dei più importanti </word>
<word xMin="28.500000" yMin="738.228000" xMax="553.264000" yMax="748.156000">centri della cultura rinascimentale. La Repubblica di Firenze riconfermò le sue strutture repubblicane, ma racchiudendo il potere nelle mani di un gruppo di famiglie dell’aristocrazia </word>
<word xMin="28.500000" yMin="748.528000" xMax="556.724000" yMax="758.456000">mercantile. La lotta fra le famiglie fece scivolare l’organizzazione repubblicana verso la signoria della famiglia dei Medici. Lo Stato della Chiesa continuava a raccogliere nella Curia i </word>
<word xMin="28.500000" yMin="758.628000" xMax="563.560000" yMax="768.556000">letterati più illustri, impiegati soprattutto come abbreviatori, cioè incaricati di redigere le epistole, mentre in altre città del dominio papale prosperavano scuole di grammatica e retorica. Il </word>
<word xMin="28.500000" yMin="768.600000" xMax="387.348000" yMax="778.856000">Regno di Napoli fu travagliato da difficoltà dinastiche e da una crisi politica, che favorì poco lo sviluppo della nuova cultura.</word>
<word xMin="28.500000" yMin="788.876000" xMax="555.756000" yMax="798.972000">Il lavoro degli umanisti – Gli umanisti si indirizzano ad un lavoro che li vede integrati nella struttura dello stato: sono cancellieri al servizio di signorie o repubbliche, insegnanti </word>
<word xMin="28.500000" yMin="798.928000" xMax="542.460000" yMax="808.856000">negli studi pubblici o nelle scuole private. L’opera di questi intellettuali fu principalmente diretta a dare stabilità al nuovo ordine politicosociale. La retorica, intesa come arte della </word>
</page>
<page width="595.000000" height="842.000000">
<word xMin="28.500000" yMin="28.428000" xMax="556.416000" yMax="38.356000">comunicazione e della persuasione, assume un’importanza fondamentale nella formazione dell’uomo, perché lo addestra alla lotta e lo mette in grado di dominare la società. C’è una </word>
<word xMin="28.500000" yMin="38.328000" xMax="548.244000" yMax="48.256000">profonda trasformazione della cultura, che diventa sempre più classicistica, convinta della superiorità degli antichi: i moderni dovrebbero imitare quel momento felice di perfezione, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="48.328000" xMax="554.852000" yMax="58.256000">rimanendone però sempre inferiori. L’umanista ha così il compito di mediatore fra l’antica sapienza serbata nei testi classici e l’uomo moderno, al quale è necessaria l’esperienza dei </word>
<word xMin="28.500000" yMin="58.228000" xMax="545.048000" yMax="68.156000">secoli e l’esempio dei grandi del passato per costruire la fortuna attuale. Questo accomuna gli umanisti, anche se appartenenti a città diverse; anzi è tipico di un umanista sentirsi </word>
<word xMin="28.500000" yMin="68.228000" xMax="550.068000" yMax="78.156000">cittadino di una patria più grande e passare da un centro all’altro per prestare i propri servigi. Una pratica che favorirà anche la diffusione e l’interscambio delle esperienze culturali. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="88.176000" xMax="550.192000" yMax="98.272000">La funzione civile delle humanae litterae: storiografia e oratoria – Il segno più tipico del compito assegnato alle lettere nell’età dell’Umanesimo è lo sviluppo del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="98.228000" xMax="565.092000" yMax="108.156000">genere storiografico: tornano in auge Sallustio, Cesare, Tacito. Il loro modello agisce non solo sul modo di impostare la narrazione storiografica, che diviene attenta alle lotte politiche, ai </word>
<word xMin="28.500000" yMin="108.228000" xMax="550.600000" yMax="118.156000">comportamenti umani, ma anche sullo stile, che cerca di conformarsi ai modelli antichi. La cronaca, che registrava gli avvenimenti in base alla loro risonanza, alla curiosità che essi </word>
<word xMin="28.500000" yMin="118.128000" xMax="553.180000" yMax="128.056000">suscitavano, attribuendoli al caso e alla virtù degli uomini o alla provvidenza divina, cede il posto ad una storiografia che cerca di scernere i fatti importanti, di collegarli e interpretarli </word>
<word xMin="28.500000" yMin="128.128000" xMax="552.844000" yMax="138.056000">come opera dell’uomo. Non manca il riferimento alla divinità o il giudizio morale, ma prevale la considerazione dell’uomo politico inserito in un corso di eventi dominato dalla fortuna, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="138.028000" xMax="552.556000" yMax="147.956000">grazie alla quale si attua il processo storico. Questo è visto come un’alterna vicenda di sviluppo e di decadenza. La storia diventa una raccolta di esempi significativi, di argomenti di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="148.028000" xMax="562.168000" yMax="157.956000">riflessione sulla vita dell’uomo. La storiografia si presta a divenire uno strumento ideologico, diretto a precise finalità politiche. Mediante la ricostruzione del passato, si sostiene l’azione </word>
<word xMin="28.500000" yMin="157.928000" xMax="535.348000" yMax="167.856000">storica del presente. Sorgono così le storie delle città o quelle dedicate ad illustri personaggi che hanno contribuito alla fortuna di una casa signorile. E tuttavia si afferma nella </word>
<word xMin="28.500000" yMin="167.928000" xMax="561.084000" yMax="177.856000">storiografia umanistica l’esigenza di un’accurata verifica dei fatti, attraverso la discussione e la valutazione delle fonti. Un primato nel genere della storiografia umanistica va attribuito a </word>
<word xMin="28.500000" yMin="177.828000" xMax="53.996000" yMax="187.756000">Firenze. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="197.776000" xMax="563.544000" yMax="207.872000">La funzione critica della filologia – Lo studio dei classici e le opere antiche ebbero notevoli effetti sull’atteggiamento degli umanisti. Fece sviluppare un metodo critico fondato </word>
<word xMin="28.500000" yMin="207.928000" xMax="558.600000" yMax="217.856000">sul rifiuto delle autorità, sulla ricerca di sicure testimonianze e sulla cura dei testi. La scienza che si assunse il compito di recuperare la lezione delle testimonianze scritte è la filologia. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="217.828000" xMax="564.664000" yMax="227.756000">L’atteggiamento filologico promuove la polemica contro i secoli recenti che avrebbero deformato l’immagine dell’antichità. Nella polemica era spesso coinvolta la tradizione ecclesiastica </word>
<word xMin="28.500000" yMin="227.828000" xMax="553.868000" yMax="237.756000">con la sua chiusura culturale, tanto che gli umanisti furono spesso accusati di paganesimo o condannati per la loro spregiudicatezza. Questo però contribuì allo svecchiamento della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="237.728000" xMax="559.424000" yMax="247.656000">cultura e costituì il presupposto del rinnovamento filosofico italiano. Il movimento delle idee si espresse nelle forme del dialogo, che predilige lo scontro o la varietà delle opinioni. Il più </word>
<word xMin="28.500000" yMin="247.728000" xMax="556.692000" yMax="257.656000">grande tra i filologi umanisti è Lorenzo Valla, la cui opera vuole estirpare i pregiudizi della cultura tradizionale. Il suo impegno è soprattutto legato ai 7 libri delle “Eleganze della lingua </word>
<word xMin="28.500000" yMin="257.628000" xMax="562.596000" yMax="267.556000">latina”, in cui egli elogiava la grandezza romana divenuta eterna grazie alla sua lingua sopravissuta alla catastrofe. Frutto del rinnovato studio del latino fu il ciceronianismo, consistente </word>
<word xMin="28.500000" yMin="267.628000" xMax="557.796000" yMax="277.556000">nella considerazione del modello ciceroniano come il migliore esempio della lingua latina. La lingua oratoria di Cicerone era considerata come il modello cui attenersi per recuperare il </word>
<word xMin="28.500000" yMin="277.528000" xMax="293.908000" yMax="287.456000">linguaggio colto dei latini, dal quale si distingueva la lingua volgare riservata agli usi minori. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="297.476000" xMax="565.180000" yMax="307.572000">La funzione educativa e scientifica delle humanae litterae – La collocazione dell’uomo nel tessuto cittadino sollecita l’interesse per il mondo che lo circonda; si afferma </word>
<word xMin="28.500000" yMin="307.628000" xMax="545.280000" yMax="317.556000">la distinzione tra il destino celeste e quello terreno: non è un rifiuto della teologia, ma la scoperta di una dimensione umana che ha la sua autonomia. L’educazione medievale era </word>
<word xMin="28.500000" yMin="317.528000" xMax="559.276000" yMax="327.456000">finalizzata alla preparazione del chierico, mentre ora prevale un processo formativo che si richiama all’ideale di uomo che possiede gli strumenti della conoscenza e si prende cura del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="327.528000" xMax="563.416000" yMax="337.456000">corpo come sostegno dell’attività dello spirito. Si esaltano la natura terrena e le facoltà di cui l’uomo è dotato, la sua umanità, segno di superiorità sulla natura e sugli altri animali. C’è la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="337.428000" xMax="568.124000" yMax="347.356000">rivalutazione dei piaceri del corpo, e l’ideale equilibrio fra lo sviluppo delle doti del corpo e delle doti dell’animo è il tema ricorrente dell’educazione umanistica. Un progetto di educazione, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="347.428000" xMax="561.184000" yMax="357.356000">destinato a produrre grandi conseguenze non solo nell’ambito letterario ma anche in quello dell’arte e della scienza, contiene l’opera di Leon Battista Alberti. Il suo più grande merito fu </word>
<word xMin="28.500000" yMin="357.328000" xMax="567.424000" yMax="367.256000">quello di aver sostenuto l’uso del volgare. Egli compone dei trattati in volgare per l’educazione dell’artista e del capo famiglia; la scelta della lingua volgare doveva risolvere il problema di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="367.328000" xMax="559.708000" yMax="377.256000">una maggiore diffusione delle conoscenze. In latino è invece scritto il trattato più impegnativo, il “De architectura”: Alberti considerava l’architettura la più alta delle arti perché fonda su </word>
<word xMin="28.500000" yMin="377.228000" xMax="566.260000" yMax="387.156000">basi scientifiche e razionali la disposizione del tessuto urbano e quindi della vita civile. Nei “Libri della famiglia” Alberti coglie un momento critico della civiltà cittadina. Lo sviluppo urbano </word>
<word xMin="28.500000" yMin="387.228000" xMax="568.124000" yMax="397.156000">aveva fatto trascurare l’economia della masserizia ed aveva spinto i giovani a cercare fortuna nell’attività politica, mentre la crisi monetaria invitava a ricercare la sicurezza della proprietà </word>
<word xMin="28.500000" yMin="397.128000" xMax="483.952000" yMax="407.056000">e della produzione nell’industria agricola. Alberti esalta appunto la masserizia che diventa una vera e propria virtù: la virtù della moderazione, della prudenza.</word>
<word xMin="28.500000" yMin="417.076000" xMax="560.504000" yMax="427.172000">L’accademia platonica di Firenze – La nuova circolazione di testi antichi e la conoscenza diretta dei filosofi greci fu la condizione del costituirsi nel corso del 400 a Firenze di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="427.228000" xMax="563.068000" yMax="437.156000">un centro di diffusione del platonismo. L’umanesimo fiorentino si avviò verso l’esperienza platonica per impulso di Marsilio Ficino, filosofo traduttore dell’opera di Platone. Ficino tentava </word>
<word xMin="28.500000" yMin="437.128000" xMax="565.636000" yMax="447.056000">di instaurare una religione fondata sulla conoscenza di quelle verità universali presenti nella mitologia classica e contenute nelle religioni positive, che si differenziano per riti e particolari </word>
<word xMin="28.500000" yMin="447.128000" xMax="547.472000" yMax="457.056000">credenze destinate alla moltitudine incapace di penetrare i più profondi misteri della teologia. Il potenziamento dell’umanesimo neoplatonico di Firenze e l’egemonia culturale della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="457.028000" xMax="558.192000" yMax="466.956000">Toscana nella penisola debbono molto all’opera di Lorenzo de’ Medici, detto il Magnifico, che diresse la vita fiorentina e contribuì all’equilibrio fra gli stati italiani. Il suo impegno diretto </word>
<word xMin="28.500000" yMin="467.028000" xMax="567.424000" yMax="476.956000">come letterato rappresenta uno dei casi più significativi dell’epoca, che vede spesso collegarsi l’attività letteraria ad un’alta carica politica. Ma alla corte medicea fioriva anche una poesia </word>
<word xMin="28.500000" yMin="476.928000" xMax="542.916000" yMax="486.856000">diversa, apparentemente estranea al registro serio della letteratura umanistica, ma collegato alla ricerca di rinnovamento dei generi della tradizione medievale. Il tono comico del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="486.928000" xMax="544.700000" yMax="496.856000">Morgante di Luigi Pulci ha le sue radici nella tradizione dello spirito popolare e borghese, che trasferisce ogni cosa sul piano burlesco, giungendo al limite della parodia. Il registro </word>
<word xMin="28.500000" yMin="496.828000" xMax="325.988000" yMax="506.756000">burlesco deforma i soggetti caricandone gli aspetti deteriori e facendone un’occasione di divertimento. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="516.776000" xMax="543.320000" yMax="526.872000">Le accademie romana e pontaniana – Il costume del sodalizio letterario si diffuse nei centri italiani. Anche a Roma e a Napoli i sodalizi letterari analoghi all’accademia </word>
<word xMin="28.500000" yMin="526.928000" xMax="542.220000" yMax="536.856000">platonica di Firenze assunsero il nome di accademie. L’accademia romana, guidata dal filologo Pomponio Leto, ebbe un momento di crisi quando il papa Paolo II né imprigionò i </word>
<word xMin="28.500000" yMin="536.828000" xMax="560.352000" yMax="546.756000">componenti sotto l’accusa di paganesimo. L’accademia napoletana, avviata da Antonio Beccadelli, progredì durante il regno degli Aragonesi soprattutto ad opera di Giovanni Pontano, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="546.828000" xMax="554.812000" yMax="556.756000">da cui assunse il nome di pontaniana, ma decadde nel 500 sotto accusa di religiosità. L’accademia pontaniana tornava a fare di Napoli un centro importante dell’umanesimo italiano, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="556.728000" xMax="566.580000" yMax="566.656000">dopo che per oltre un secolo dalla morte di Roberto d’Angiò si era spento quel rigoglio di studi che aveva visto nella città meridionale un gruppo attivo di intellettuali. Giovanni Pontano fu </word>
<word xMin="28.500000" yMin="566.728000" xMax="560.524000" yMax="576.656000">un notevole animatore della cultura: la sua casa napoletana divenne la sede di riunioni accademiche ed egli si dedicò a poemi didattici e trattati morali. In questi ultimi, esamina le virtù </word>
<word xMin="28.500000" yMin="576.628000" xMax="557.440000" yMax="586.556000">sociali dell’uomo per eccellenza, cioè la beneficienza, magnificenza, l’ospitalità, e quelle politiche, come l’obbedienza, la prudenza, la magnanimità. In un trattato sulla conversazione, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="586.628000" xMax="551.012000" yMax="596.556000">egli espone con molti esempi la varietà di modi attraverso i quali l’uomo brillante, che è l’ideale umano più consono alla sensibilità pontaniana, riesce ad affermarsi nella società. La </word>
<word xMin="28.500000" yMin="596.528000" xMax="306.840000" yMax="606.456000">conversazione è il banco di prova della virtù sociale che è soprattutto arte della comunicazione. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="616.476000" xMax="543.544000" yMax="626.572000">Contestazioni della retorica – Non mancarono opposizioni al classicismo umanistico: la resistenza venne dalla difesa della superiorità dei testi sacri ma soprattutto dalla </word>
<word xMin="28.500000" yMin="626.628000" xMax="557.924000" yMax="636.556000">convinzione che il classicismo conducesse al paganesimo e alla degenerazione dei costumi. La polemica assume particolare significato nell’opera di Leonardo da Vinci, che si dedicò </word>
<word xMin="28.500000" yMin="636.528000" xMax="560.700000" yMax="646.456000">alla pittura e alla scultura ma non rimase estraneo all’influsso del neoplatonismo. Egli si professò “omo sanza lettere”: con ciò voleva dire che gli mancava la conoscenza del latino, nel </word>
<word xMin="28.500000" yMin="646.528000" xMax="563.988000" yMax="656.456000">senso che la sua formazione era diversa da quella dell’accademico. Egli affermava un nuovo concetto di cultura, formata attraverso l’indagine delle leggi naturali, del mistero che si cela </word>
<word xMin="28.500000" yMin="656.428000" xMax="554.224000" yMax="666.356000">sotto le forze della natura. L’arte di Leonardo aveva tuttavia un fondamento scientifico e si esercitò negli studi anatomici. La sua novità nell’ambito del rinascimento consiste appunto </word>
<word xMin="28.500000" yMin="666.428000" xMax="568.824000" yMax="676.356000">nella capacità di collegare l’esperienza artistica con quella scientifica. Si apre così una visuale che porterà alla revisione della concezione del mondo e del rapporto fra l’uomo e la natura, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="676.328000" xMax="132.748000" yMax="686.256000">su cui si fonda la scienza moderna. </word>
<word xMin="46.500000" yMin="696.276000" xMax="53.124000" yMax="706.372000">3.</word>
<word xMin="64.500000" yMin="696.276000" xMax="566.612000" yMax="706.372000">Il rinascimento italiano gli umanisti ebbero la consapevolezza del loro ruolo e talora avvertirono il compito intrapreso in una prospettiva religiosa di renovatio, come </word>
<word xMin="64.500000" yMin="706.428000" xMax="557.308000" yMax="716.356000">i vari movimenti si avvicendavano con propositi di riforma ecclesiastica con la speranza di una rigenerazione del mondo. Prevaleva negli umanisti l’intento di recuperare il </word>
<word xMin="64.500000" yMin="716.328000" xMax="563.212000" yMax="726.256000">mondo antico, con il vanto di essere gli estremi salvatori delle rovine del mondo romano, favoriva in loro il sentimento aristocratico della propria opera. L’idea che un’epoca </word>
<word xMin="64.500000" yMin="726.328000" xMax="551.932000" yMax="736.256000">nuova si profilasse mediante una restaurazione si maturò nel secolo XVI (1500). A suggerire il mito della rinascita fu lo sviluppo delle arti figurative. Nel campo delle arti </word>
<word xMin="64.500000" yMin="736.228000" xMax="557.656000" yMax="746.156000">figurative le opere sopravvissute alla rovina non erano tali da sostenere l’idea della superiorità degli antichi, come avveniva nel campo letterario. I moderni davano vita ad </word>
<word xMin="64.500000" yMin="746.228000" xMax="546.832000" yMax="756.156000">un’arte nuova, che appariva come il risultato di una faticosa liberazione della barbarie, simboleggiata dallo stile detto gotico con intenzione dispregiativa. Lo studio del </word>
<word xMin="64.500000" yMin="756.128000" xMax="350.924000" yMax="766.056000">passato diviene fondamento dell’azione politica presente e mezzo di conoscenza dell’agire umano.</word>
<word xMin="28.500000" yMin="776.276000" xMax="563.432000" yMax="786.372000">Un nuovo strumento della cultura: la stampa l’espansione culturale del secolo XVI e le trasformazioni che avvengono sul piano della produzione letteraria vanno messe </word>
<word xMin="28.500000" yMin="786.328000" xMax="568.924000" yMax="796.256000">in rapporto con lo sviluppo di quel nuovo veicolo della comunicazione che fu l stampa. L’industria si affermò negli anni ‘20e consistette in una in una innovazione tecnica, che trasformava </word>
<word xMin="28.500000" yMin="796.328000" xMax="545.820000" yMax="806.256000">i modi della produzione del libro ed aveva larghe conseguenze nei vari settori della vita culturale. La comunicazione scritta era infatti affidata, fino a quel tempo al manoscritto che </word>
</page>
<page width="595.000000" height="842.000000">
<word xMin="28.500000" yMin="28.428000" xMax="562.980000" yMax="38.356000">permetteva la diffusione delle opere mediante la trascrizione che gli amanuensi facevano. Il risultato di ogni copia rappresentava un prodotto individualizzato con caratteristiche proprie. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="38.328000" xMax="552.756000" yMax="48.256000">Può considerarsi in questa prima fase una continuazione della produzione manoscritta. Spesso erano gli stessi copisti che convertivano la loro attività da amanuensi ad imprenditori </word>
<word xMin="28.500000" yMin="48.328000" xMax="563.400000" yMax="58.256000">dell’arte tipografica. L’influsso del nuovo sistema non fu soltanto quantitativo, non ebbe cioè soltanto l’effetto di far aumentare il numero dei lettori, riducendo i costi, la qualità stessa del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="58.228000" xMax="564.076000" yMax="68.156000">libro e la sua stessa funzione si modificarono. Accanto al tipografo, che svolgeva il ruolo di operatore culturale e di finanziatore della stampa, si costituisce una figura varia d’intellettuale </word>
<word xMin="28.500000" yMin="68.228000" xMax="563.708000" yMax="78.156000">che presta la sua opera di consulente e di correttore delle bozze di stampa. Gli effetti della stampa si fecero sentire anche nello sviluppo che assunse la lettura nella cerchia borghese e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="78.128000" xMax="547.724000" yMax="88.056000">popolare con la diffusione del libro d’intrattenimento, ciò produsse un più netto divario fra il libro destinato al pubblico colto e il libro destinato alla piccola e media borghesia. Trovò </word>
<word xMin="28.500000" yMin="88.128000" xMax="547.576000" yMax="98.056000">diffusione la narrativa che si trasmetteva oralmente, ebbe un incremento anche il libro di uso scolastico che favorì la trasformazione dei metodi di studio. Le esigenze dell’industria </word>
<word xMin="28.500000" yMin="98.028000" xMax="562.140000" yMax="107.956000">tipografica condizionarono anche le scelte nel patrimonio culturale e la fortuna di certe opere. Si preferì recuperare i trattati del tardo Medioevo, l’arte ebbe un certo senso una funzione </word>
<word xMin="28.500000" yMin="108.028000" xMax="555.700000" yMax="117.956000">conservatrice. La stampa favorì il sistema della censura, perché la produzione tipografica era più controllabile. La censura ecclesiastica, proprio tramite la stampa, esercitò un’azione </word>
<word xMin="28.500000" yMin="117.928000" xMax="388.620000" yMax="127.856000">decisiva sulla cultura provocando la sparizione di alcuni libri dal mercato e favorendo una determinata produzione letteraria. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="137.876000" xMax="566.004000" yMax="147.972000">La parabola del rinascimento – I primi decenni del 1500 furono decisivi nella cultura italiana sia per il posto predominante che assunse la lingua volgare, sia per lo sviluppo che </word>
<word xMin="28.500000" yMin="148.028000" xMax="554.116000" yMax="157.956000">assunse la riflessione sull’uomo e le sue attività. Questi due fenomeni nascono dall’evoluzione culturale dell’umanesimo, che prestò molta attenzione allo strumento espressivo della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="157.928000" xMax="557.236000" yMax="167.856000">lingua e agli aspetti della vita attiva, ma vanno spiegati alla luce della situazione politica italiana, condizionata dai tragici avvenimenti di fine secolo: si sfalda il mondo delle accademie </word>
<word xMin="28.500000" yMin="167.928000" xMax="563.172000" yMax="177.856000">umanistiche. Il distacco fra la corte e la popolazione diventa sempre più profondo. Questo fenomeno si svolge di pari passo con lo svuotarsi della funzione politica di piccoli stati, tagliati </word>
<word xMin="28.500000" yMin="177.828000" xMax="553.112000" yMax="187.756000">fuori dal ruolo di diffusione della cultura che avevano esercitato; per esempio, nella corte di Ravenna gli intellettuali non hanno più alcuna funzione attiva, vengono rilegati a un ruolo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="187.828000" xMax="555.244000" yMax="197.756000">subalterno. Le forme sontuose che assumono l’arte e il costume non corrispondono a un incremento economico: la grande economia mercantile è in crisi dopo lo sviluppo che aveva </word>
<word xMin="28.500000" yMin="197.728000" xMax="560.516000" yMax="207.656000">portato i comuni a un alto grado di potenza. La sproporzione fra lo sviluppo della vita intellettuale e l’involuzione economica è al centro dell’interpretazione del rinascimento. In realtà la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="207.728000" xMax="557.240000" yMax="217.656000">stessa vita intellettuale di questo periodo, pur così ricca di esperienze, è percorsa dalla consapevolezza della crisi. Storici come Guicciardini, poeti come Ariosto, trattatisti di politica e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="217.628000" xMax="559.280000" yMax="227.556000">morale come Machiavelli approfondiscono i grandi temi dell’umanesimo, riflettendo sulla condizione dell’uomo e sulle sue capacità, ma hanno dinanzi una realtà di sconvolgimenti che </word>
<word xMin="28.500000" yMin="227.628000" xMax="552.784000" yMax="237.556000">cercano di dominare con la fantasia o con un progetto di rinnovamento politico e morale. In questo periodo, la riforma protestante non riesce a conquistare granché, se non in forme </word>
<word xMin="28.500000" yMin="237.528000" xMax="565.208000" yMax="247.456000">isolate e frammentarie; si afferma invece nella seconda metà del secolo l’orientamento della chiesa cattolica, che vuole restaurare la tradizione latina. Con la riforma cattolica si può dire </word>
<word xMin="28.500000" yMin="247.528000" xMax="528.612000" yMax="257.456000">conclusa l’età del rinascimento. L’età che successe a questa crisi del rinascimento è appunto quella della controriforma, perché la cultura, la politica e il costume religioso si </word>
<word xMin="28.500000" yMin="257.428000" xMax="553.512000" yMax="267.356000">uniformarono alle norme della riorganizzazione ecclesiastica. La definizione custodisce il senso negativo attribuito alla dissoluzione della civiltà rinascimentale. Quest’ultima è intesa </word>
<word xMin="28.500000" yMin="267.428000" xMax="495.180000" yMax="277.356000">come inizio dell’età moderna, mentre la controriforma nella vita civile e religiosa ed il barocco nel campo artistico e letterario vengono intesi come il suo opposto. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="287.376000" xMax="555.704000" yMax="297.472000">Realismo politico e classicismo cortigiano – Due linee principali si distinguono nel clima del rinascimento: mentre la cultura fiorentina si travaglia con la riflessione sulla </word>
<word xMin="28.500000" yMin="297.428000" xMax="560.424000" yMax="307.356000">crisi politica, negli stati italiani che conservano la loro autonomia, la tradizione umanistica si evolve nelle forme del classicismo. Venezia, Roma, Ferrara e Urbino divengono i centri più </word>
<word xMin="28.500000" yMin="307.528000" xMax="557.740000" yMax="317.456000">attivi di una cultura che si distingue da quella toscana. Firenze – I mutamenti politici che sconvolsero la città mutarono la struttura dello stato; nel giro di 50 anni si alternarono diverse </word>
<word xMin="28.500000" yMin="317.628000" xMax="558.180000" yMax="327.556000">situazioni. La complessa vicenda istituzionale e la partecipazione degli intellettuali alla vita politica diedero un forte impulso alla riflessione sulla storia fiorentina, sulle ragioni della sua </word>
<word xMin="28.500000" yMin="327.628000" xMax="547.308000" yMax="337.556000">situazione instabile, sugli interventi necessari per risolvere i contrasti interni. Nel periodo repubblicano funzionarono alcune assemblee di esperti, le consulte, dove partecipavano i </word>
<word xMin="28.500000" yMin="337.528000" xMax="567.724000" yMax="347.456000">cittadini per dare pareri e consigli, dimostrano l’interesse per i problemi politici e la volontà di affrontarli. Questa pratica di vita culturale produsse risultati molto interessanti sul piano della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="347.528000" xMax="559.532000" yMax="357.456000">letteratura e del pensiero politico. Alcuni intellettuali fiorentini si riunivano negli orti oricellari, ospiti di Berardo Rucellai, membro autorevole dell’aristocrazia borghese di Firenze. Gli orti </word>
<word xMin="28.500000" yMin="357.428000" xMax="561.868000" yMax="367.356000">oricellari ebbero una parte centrale nella vita intellettuale fiorentina: vi ebbe vita l’importante discussione sulla lingua volgare e sul modello da proporre per una rinnovata letteratura. Su </word>
<word xMin="28.500000" yMin="367.528000" xMax="552.840000" yMax="377.456000">questo sfondo si attuò la formazione culturale e l’opera di Machiavelli, autore di un’opera sulla costituzione repubblicana (“Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio”) e di un trattato </word>
<word xMin="28.500000" yMin="377.628000" xMax="556.332000" yMax="387.556000">nuovo sul regime principesco (“Il principe”). Da Machiavelli il principe era considerato il principale artefice dello stato, il fondatore della comunità civile. L’autore era consapevole della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="387.628000" xMax="551.600000" yMax="397.556000">novità della sua opera, che sostituiva all’immaginazione la considerazione della realtà effettiva. Il principe è dotato di qualità che nella prospettiva etica vengono considerate vizi ma </word>
<word xMin="28.500000" yMin="397.528000" xMax="564.828000" yMax="407.456000">fanno invece parte della natura umana: l’astuzia della volpe e la violenza del leone caratterizzano infatti la sua figura. La nuova impostazione del problema politico presuppone la fiducia </word>
<word xMin="28.500000" yMin="407.528000" xMax="555.300000" yMax="417.456000">nella capacità dell’uomo di creare il proprio destino. La teoria del principe ha le sue radici anche nella meditazione sul rapporto tra fortuna e virtù, ma anche sulla difficoltà dell’azione </word>
<word xMin="28.500000" yMin="417.428000" xMax="529.648000" yMax="427.356000">dovuta alla varietà e all’imprevedibilità delle circostanze, cioè dallo spazio variabile della fortuna; la virtù è quella che riesce a volgere a proprio favore gli eventi attraverso la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="427.428000" xMax="566.020000" yMax="437.356000">precauzione, la tempestività e la spregiudicatezza. La qualità artistica del Principe riguarda l’impostazione realistica ma anche la carica di rinnovamento dei suoi messaggi. Da una parte </word>
<word xMin="28.500000" yMin="437.328000" xMax="564.388000" yMax="447.256000">infatti lo scrittore punta sull’evidenza dei fatti, ponendo davanti agli occhi cose sulle quali riflettere, accompagnando l’esempio con osservazioni essenziali; dall’altra organizza il discorso </word>
<word xMin="28.500000" yMin="447.328000" xMax="181.680000" yMax="457.256000">in modo da evidenziare la novità delle sue proposte. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="457.200000" xMax="550.624000" yMax="467.456000">Francesco Guicciardini svolse la sua attività di ambasciatore e governatore all’inizio del dominio spagnolo in Italia; egli ebbe la vocazione dello storico e i suoi scritti sostengono il </word>
<word xMin="28.500000" yMin="467.528000" xMax="558.236000" yMax="477.456000">principio della flessibilità del politico al fine di salvaguardare la sua particolare posizione. Egli procede con rigore storiografico, conservando indifferenza e distacco di fronte agli eventi </word>
<word xMin="28.500000" yMin="477.428000" xMax="567.724000" yMax="487.356000">che narra; la sua attenzione è protesa a descrivere i fatti, valutarne gli aspetti, chiarirne il meccanismo reale. Lo studio psicologico dei personaggi mostra come le azioni siano frutto della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="487.428000" xMax="567.724000" yMax="497.356000">volontà degli individui, mentre le sventure vengono attribuite alla loro debolezza o cecità. L’atteggiamento scientifico impedisce allo scrittore di intervenire con le proprie reazioni emotive; </word>
<word xMin="28.500000" yMin="497.328000" xMax="561.076000" yMax="507.256000">l’autore non si lascia sfuggire i minimi particolari e attraverso il racconto intende mostrare il gioco sfuggente della fortuna, vera protagonista della storia. La sua riflessione sul problema </word>
<word xMin="28.500000" yMin="507.328000" xMax="550.168000" yMax="517.256000">politico è condensata nei Ricordi, un’opera unitaria in cui lo scrittore inizialmente penetra nella realtà civile, per passare alla formulazione di un criterio più generale per intendere la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="517.228000" xMax="538.744000" yMax="527.156000">situazione dell’uomo nella complessità dei fattori esterni della sua esistenza. La convinzione della necessità di partire dall’esperienza effettiva, particolare, induce lo scrittore ad </word>
<word xMin="28.500000" yMin="527.228000" xMax="554.088000" yMax="537.156000">analizzare singoli fenomeni e situazioni. La delineazione di questo metodo, che è più negativo (sottopone a critica le opinioni) che positivo (rivolto a proporre un modello di giudizio e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="537.128000" xMax="557.876000" yMax="547.056000">comportamento), diventa un punto di riferimento nella composizione dei Ricordi. Questi vogliono preparare, attraverso la conoscenza del mondo, all’azione, che è considerata come il </word>
<word xMin="28.500000" yMin="547.128000" xMax="558.376000" yMax="557.056000">risultato di un’indagine scientifica delle circostanze e quindi più un’opera cautelativa, difensiva, che la ricomposizione di un modello che possa guidare al raggiungimento di uno scopo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="557.028000" xMax="543.384000" yMax="566.956000">particolare. Scopo primario è quindi la difesa della propria vita, esposta ai colpi della fortuna. Anche in Guicciardini, quindi, la discrezione, concetto fondamentale nell’etica, viene </word>
<word xMin="28.500000" yMin="567.028000" xMax="559.896000" yMax="576.956000">trasferito sul piano della pratica politica: la discrezione, che indicava la facoltà dell’intelletto di distinguere i casi particolari per guidare la scelta morale, diventa fondamento della scelta </word>
<word xMin="28.500000" yMin="577.028000" xMax="560.344000" yMax="586.956000">del politico. Guicciardini polemizza comunque con Machiavelli, cogliendone le deficienze nella scarsa cura dell’analisi particolare. I centri cortigiani – Il classicismo latino si esprime a </word>
<word xMin="28.500000" yMin="587.228000" xMax="558.544000" yMax="597.156000">Venezia nella storiografia ufficiale che costruiva l’immagine dell’impero lagunare; a Roma, l’Accademia continuò a favorire lo studio del latino perché costituiva lo strumento del potere </word>
<word xMin="28.500000" yMin="597.128000" xMax="547.116000" yMax="607.056000">universalistico della chiesa. Il modello classico del latino ciceroniano continuerà ad avere un ruolo fondamentale nella comunicazione a livello colto, anche dopo l’affermazione del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="607.128000" xMax="563.260000" yMax="617.056000">volgare, proprio per il sostegno che gli venne dalla chiesa e anche da alcuni centri universitari, come quello di Bologna. Il modello stilistico ciceroniano incontrò però la critica di Erasmo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="617.028000" xMax="568.124000" yMax="626.956000">da Rotterdam, umanista olandese animato da propositi di rinnovamento cristiano. La letteratura in volgare, che conquista una posizione egemone nel 1500, non si pone in conflitto con la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="627.028000" xMax="538.488000" yMax="636.956000">tradizione ciceroniana, ma ne giova. L’esperienza ciceroniana infatti aveva educato alla regolarità grammaticale e stilistica, cioè al principio secondo cui non si può prescindere </word>
<word xMin="28.500000" yMin="636.928000" xMax="512.932000" yMax="646.856000">dall’imitazione di modelli apprezzati per la loro perfezione. Si sottraggono a questo modello scrittori che hanno di mira la vivacità espressiva e la scioltezza colloquiale. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="646.928000" xMax="568.124000" yMax="656.856000">La spinta verso il classicismo nell’uso del volgare portò da un lato alla polemica sul modello da assumere, dall’altro alla diffusione del nuovo strumento linguistico, divenuto più facilmente </word>
<word xMin="28.500000" yMin="656.828000" xMax="556.208000" yMax="666.756000">maneggiabile anche dai non toscani. Il processo di classicizzazione della letteratura italiana è stato promosso da Pietro Bembo, figlio di un senatore di Venezia, passato attraverso le </word>
<word xMin="28.500000" yMin="666.828000" xMax="526.340000" yMax="676.756000">corti più raffinate d’Italia e pervenuto anche alle alte cariche ecclesiastiche. Egli portò a termine le Prose della volgar lingua, che contengono un progetto di rinnovamento e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="676.728000" xMax="546.492000" yMax="686.656000">regolamentazione della lingua letteraria. Bembo criticava i classici della lingua volgare, come Boccaccio o Petrarca, a favore di Dante, ma, realizzando un confronto fra la nuova e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="686.728000" xMax="363.720000" yMax="696.656000">l’antica letteratura, indicava un segno d’armonia tra la complessità dello stile alto e la piacevolezza di quello medio. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="696.628000" xMax="552.760000" yMax="706.556000">La corte di Urbino è lo sfondo sociale e culturale di un libro col quale si costituisce una nuova forma di trattatistica sul comportamento, il Cortegiano di Baldassar Castiglione; questo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="706.628000" xMax="560.044000" yMax="716.556000">genere di trattatistica perseguiva uno degli obiettivi principali dell’umanesimo, la formazione dell’uomo nella società, dell’uomo cioè inserito nella realtà delle relazioni civili e dedito alla </word>
<word xMin="28.500000" yMin="716.528000" xMax="551.692000" yMax="726.456000">vita attiva. A questa esigenza aveva risposto l’opera di Machiavelli sul versante della politica, e ad essa rispondevano i trattati sulla formazione dell’artista, considerati scienziati che </word>
<word xMin="28.500000" yMin="726.528000" xMax="568.524000" yMax="736.456000">operano conoscendo i fondamenti della loro arte e disponendo di un’ampia cultura. Castiglione delinea una figura di uomo complessa, dotata di qualità molteplici che vanno dall’uso delle </word>
<word xMin="28.500000" yMin="736.428000" xMax="567.324000" yMax="746.356000">armi alla maestria nella conversazione. Il centro di Ferrara si distinse nei generi tipici dell’intrattenimento di corte: la narrativa ed il teatro. La letteratura fu tesa a raggiungere l’imponenza </word>
<word xMin="28.500000" yMin="746.428000" xMax="558.372000" yMax="756.356000">proposta dal classicismo, imitando i modelli antichi. Sede di un’università che continuava la tradizione umanistica e di una corte frequentata da poeti ed artisti, lo stato ferrarese aveva </word>
<word xMin="28.500000" yMin="756.328000" xMax="549.428000" yMax="766.256000">conservato la sua struttura politica feudale, avviandosi verso l’organismo del principato rinascimentale, come Mantova e Urbino. Ma nei confronti di questi ducati poteva vantare un </word>
<word xMin="28.500000" yMin="766.328000" xMax="553.004000" yMax="776.256000">territorio più ampio, una maggiore autonomia politica ed una più solida potenza economica, che porteranno alla creazione di una città moderna. Nella vita cortigiana ferrarese aveva </word>
<word xMin="28.500000" yMin="776.328000" xMax="553.948000" yMax="786.256000">avuto un rilancio il poema cavalleresco ad opera di Matteo Maria Boiardo, con risultati artistici che andavano oltre gli intenti celebrativi nei confronti della dinastia estense (Ferrara). </word>
<word xMin="28.500000" yMin="786.528000" xMax="543.220000" yMax="796.456000">L’Orlando innamorato rispondeva infatti al programma di ricondurre ad un livello di stile alto la materia narrativa dei cicli cavallereschi diffusa dai cantastorie. L’autore non curò la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="796.428000" xMax="557.372000" yMax="806.356000">disposizione organica delle parti, la cui frammentazione risente della struttura tipica delle narrazioni orali. L’amore di Orlando era funzionale alla complicazione e all’amplificazione del </word>
</page>
<page width="595.000000" height="842.000000">
<word xMin="28.500000" yMin="28.428000" xMax="559.020000" yMax="38.356000">racconto, a quelle coincidenze ed imprevisti che generano l’attesa e la meraviglia, costituendo la sostanza piacevole della narrazione. Il piacere, il diletto, lo svago, divenuti un aspetto </word>
<word xMin="28.500000" yMin="38.328000" xMax="555.440000" yMax="48.256000">importante della vita, richiedevano che fosse garantita la disponibilità del prodotto letterario al di fuori della cerchia ristretta degli specialisti. Questa linea di sviluppo fu interpretata da </word>
<word xMin="28.500000" yMin="48.300000" xMax="565.436000" yMax="58.556000">Ludovico Ariosto, che si pose come rinnovatore nel campo della narrativa epica. La scelta di continuare con l’Orlando furioso il racconto interrotto da Boiardo fu per Ariosto un modo di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="58.528000" xMax="542.948000" yMax="68.456000">inserirsi in un filone gradito al pubblico di corte. Ariosto costruì una storia nuova: se Boiardo aveva trasferito sulla figura di Orlando il tema amoroso, per dimostrare l’onnipotenza </word>
<word xMin="28.500000" yMin="68.528000" xMax="556.396000" yMax="78.456000">dell’amore che colpisce anche dove la sua forza sembra meno penetrabile, Ariosto applica l’altro tema classico della teoria d’amore come follia, straniamento dell’uomo da se stesso. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="78.428000" xMax="548.612000" yMax="88.356000">L’esempio di Orlando è presentato come fatto eccezionale: un uomo stimato fra i più saggi, divenuto matto per amore, una cosa incredibile ma vera, un capovolgimento dell’ordine </word>
<word xMin="28.500000" yMin="88.428000" xMax="50.308000" yMax="98.356000">morale.</word>
<word xMin="28.500000" yMin="98.328000" xMax="552.412000" yMax="108.256000">Attribuendo la follia non alla vendetta divina ma alla gelosia di Orlando privato dell’amore di Angelica, il tema classico assume un livello diverso, quasi comico, nel senso che egli ne </word>
<word xMin="28.500000" yMin="108.328000" xMax="566.300000" yMax="118.256000">scopre la verità umana, quotidiana, e ne fa simbolo della vita imprevedibile dell’uomo, fiducioso nella sua forza eppure esposto al gioco ingannevole della fortuna. La novità è la struttura </word>
<word xMin="28.500000" yMin="118.228000" xMax="561.788000" yMax="128.156000">unitaria, la ricerca di una proporzione capace di tenere insieme un ammasso di materiali diversi. La follia di Orlando è solo uno dei centri del poema, non ne condiziona tutta la trama; il </word>
<word xMin="28.500000" yMin="128.228000" xMax="547.648000" yMax="138.156000">movimento è dato dalla ricerca di una meta che sfugge e di cose perdute dal continuo rinvio di un’azione intrapresa. Anche il senno di Orlando è una cosa perduta, che va cercata </word>
<word xMin="28.500000" yMin="138.128000" xMax="559.300000" yMax="148.056000">attraverso il viaggio di Astolfo sulla luna, dove appunto esso viene ritrovato fra le tante cose perdute di cui gli uomini non si rendono conto. L’episodio di Astolfo rappresenta una prova </word>
<word xMin="28.500000" yMin="148.128000" xMax="206.988000" yMax="158.056000">della satira ariostesca nei confronti della stoltezza del mondo.</word>
<word xMin="63.900000" yMin="178.276000" xMax="543.260000" yMax="188.372000">1. La scienza della letteratura – Sebbene prevalentemente sorte sotto la protezione del potere politico, le accademie cinquecentesche rappresentano un </word>
<word xMin="63.900000" yMin="188.428000" xMax="568.924000" yMax="198.356000">fenomeno di costume, oltre che una forma di organizzazione culturale accanto e a volte in competizione con gli studi universitari e con le corti. Il letterato diventa anche lui un </word>
<word xMin="63.900000" yMin="198.328000" xMax="565.592000" yMax="208.256000">professionista e tende a crearsi nell’istituzione accademica lo spazio per il suo successo, potendo anche disporre della stampa per arrivare ad un pubblico più ampio. Inoltre </word>
<word xMin="63.900000" yMin="208.328000" xMax="554.876000" yMax="218.256000">l’accademia crea le condizioni per l’elaborazione di una cultura più specialistica, dato che il pubblico è prevalentemente costituito da studiosi per i quali le lettere sono un </word>
<word xMin="63.900000" yMin="218.228000" xMax="557.144000" yMax="228.156000">raffinato intrattenimento. Nasce in questa nuova situazione sociale la critica letteraria di impostazione scientifica , che non era più fondata sul culto dei modelli antichi, ma </word>
<word xMin="63.900000" yMin="228.228000" xMax="564.440000" yMax="238.156000">aveva la tendenza a classificare i generi letterari, a separarli in base ai caratteri di ognuno. Lo spirito di codificazione e sistematicità fu introdotto anche nella questione della </word>
<word xMin="63.900000" yMin="238.128000" xMax="558.324000" yMax="248.056000">lingua, così che subentrò la redazione del Vocabolario della Crusca ad opera della Crusca fondata a Firenze nel 1583 per regolare la lingua italiana in base all’uso dei più </word>
<word xMin="63.900000" yMin="248.128000" xMax="113.772000" yMax="258.056000">rinomati scrittori. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="258.076000" xMax="568.024000" yMax="268.172000">Il nuovo stile di Torquato Tasso – La riflessione sui problemi riguardanti il linguaggio poetico e quella sui problemi della vita morale e religiosa, e cioè gli aspetti dominanti della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="268.228000" xMax="560.252000" yMax="278.156000">cultura italiana nella seconda metà del 500 si ritrovano nell’opera di Torquato Tasso. Egli è la figura più rappresentativa del Rinascimento. Mentre si adegua al costume accademico di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="278.128000" xMax="551.200000" yMax="288.056000">rispettare le regole e di farne il fondamento dell’esperienza poetica, cerca di far rientrare nella nuova prospettiva la varietà del suo mondo. La “Gerusalemme Liberata” assegna alla </word>
<word xMin="28.500000" yMin="288.128000" xMax="566.596000" yMax="298.056000">narrazione un argomento storico; la revisione del poema nella “Gerusalemme Conquistata” riflette un ripensamento di ordine teologico e morale. L’inserimento nel poema dell’episodio di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="298.028000" xMax="550.620000" yMax="307.956000">Erminia, risvegliatasi in un sereno paesaggio bucolico dopo la fuga affannosa, mostra l’interesse tassesco per il genere pastorale ma anche la sua disposizione a farne elemento di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="308.028000" xMax="564.360000" yMax="317.956000">riflessione sulla sorte dell’uomo. L’interesse di Tasso per la poesia bucolica si sviluppa in un’opera apposita, “L’Aminta”, che è un dramma pastorale, cioè una rappresentazione scenica </word>
<word xMin="28.500000" yMin="317.928000" xMax="554.908000" yMax="327.856000">strutturata in 5 atti secondo i canoni della tragedia e con personaggi e modi della letteratura pastorale. Il dramma pastorale che Tasso compone per la corte ferrarese costituisce una </word>
<word xMin="28.500000" yMin="327.928000" xMax="559.312000" yMax="337.856000">novità in quanto egli riprende, nella forma della tragedia, la tematica amorosa della favola pastorale. Si riflettevano infatti nella storia d’amore del pastore Aminta innamorato di Silvia e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="337.828000" xMax="559.280000" yMax="347.756000">non riamato da lei, nella figura di Tirsi, spregiudicato amatore, e di Dafne, esperta d’amore, le discussioni sul problema dell’amore che impegnavano la società mondana dell’epoca, la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="347.828000" xMax="555.024000" yMax="357.756000">vita di corte trasfigurata nel paesaggio idillico inteso quale luogo ideale della vita affettiva. Il tentativo di infrangere la precettistica aristotelica per operare scelte più varie si manifestò </word>
<word xMin="28.500000" yMin="357.728000" xMax="564.684000" yMax="367.656000">proprio nell’ambiente ferrarese, con Giovan Battista Giraldi Cinzio e Battista Guarini: la mescolanza di tragedia e commedia era un modo di venire incontro ad un’esigenza di eclettismo, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="367.728000" xMax="461.628000" yMax="377.656000">cioè di accostamenti con cui il classicismo veniva snaturato, poiché si rompeva l’equilibrio tradizionale per un nuovo equilibrio fondato sul “piacevole”.</word>
<word xMin="28.500000" yMin="377.676000" xMax="556.732000" yMax="387.772000">Il nuovo naturalismo – Nell’opera di restaurazione che la chiesa si assunse in Italia per fronteggiare la riforma protestante l’ostacolo più rilevante fu costituito dallo sviluppo del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="387.828000" xMax="549.852000" yMax="397.756000">pensiero scientifico applicato alla natura. Dal 1550 al 1630 si posero le basi della scienza moderna attraverso una profonda revisione dei principi più radicati, su cui si fondavano la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="397.728000" xMax="528.644000" yMax="407.656000">concezione del rapporto fra l’uomo e Dio e l’immagine stessa del cosmo. Questo travaglio fu alla fine arginato verso una sistemazione compatibile con la cultura dominante, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="407.728000" xMax="547.212000" yMax="417.656000">prevalentemente diretta dall’organismo ecclesiastico. Nonostante ciò, la trasformazione avvenuta sul piano scientifico condizionò la cultura nei suoi vari aspetti, penetrando anche </word>
<word xMin="28.500000" yMin="417.628000" xMax="567.724000" yMax="427.556000">l’elaborazione letteraria ed artistica. Giordano Bruno, Tommaso Campanella e Galileo Galilei incontrarono l’ostilità del potere ecclesiastico per la posizione critica che assunsero di fronte </word>
<word xMin="28.500000" yMin="427.628000" xMax="568.824000" yMax="437.556000">alla dottrina tradizionale: il primo fu arso sul rogo, il secondo trascorse in carcere lunghi periodi della sua vita, il terzo subì un processo da parte dell’Inquisizione e fu costretto a rinnegare </word>
<word xMin="28.500000" yMin="437.528000" xMax="564.392000" yMax="447.456000">le conclusioni della sua ricerca. Il punto di scontro era la questione del rapporto tra terra e sole nel sistema astronomico: la dottrina tolemaica ed aristotelica asseriva la fissità della terra </word>
<word xMin="28.500000" yMin="447.528000" xMax="556.024000" yMax="457.456000">e il movimento circolare degli astri intorno ad essa, mentre nel corso del rinascimento si era affermata la concezione della centralità del sole quale immagine di Dio. Nel 1543 Niccolò </word>
<word xMin="28.500000" yMin="457.428000" xMax="550.540000" yMax="467.356000">Copernico pubblicò “La circolazione dei corpi celesti”, dove la dottrina eliocentrica, che poneva appunto il sole al centro del sistema celeste, veniva trasferita sul piano astronomico, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="467.428000" xMax="562.624000" yMax="477.356000">capovolgendo la prospettiva tolemaica. Il sistema copernicano, pur rigettando l’ordine tradizionale, definiva il nuovo ordine planetario secondo un armonico assetto geometrico: il sole è </word>
<word xMin="28.500000" yMin="477.328000" xMax="561.868000" yMax="487.256000">al centro di cerchi perfetti disegnati dai pianeti e il cosmo corrisponde ancora all’ideale classico del rinascimento, che nel moto circolare vede un esempio di stabilità e finitezza. Proprio </word>
<word xMin="28.500000" yMin="487.328000" xMax="543.612000" yMax="497.256000">questo ideale classico entra in crisi nell’opera di Giordano Bruno: egli prende le mosse dalla rivoluzione copernicana, ma si spinge oltre, capovolgendo l’immagine del mondo. La </word>
<word xMin="28.500000" yMin="497.228000" xMax="563.724000" yMax="507.156000">scoperta dello spazio infinito impegna Bruno nella rappresentazione di un mondo privo di un qualsiasi punto di riferimento centrale perché ogni punto può esserne il centro. Alla staticità </word>
<word xMin="28.500000" yMin="507.228000" xMax="552.836000" yMax="517.156000">dell’universo tradizionale si sostituisce un dinamismo incessante, nel quale le cose si formano e si disfano. L’unica scienza capace di penetrare al fondo della mutevole e sfuggente </word>
<word xMin="28.500000" yMin="517.128000" xMax="561.028000" yMax="527.056000">realtà materiale risulta quindi la magia. Gli scritti di Galilei, essendo diretti ad un pubblico più ampio che non fosse quello degli specialisti, si presentano spesso nella forma del dialogo. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="527.128000" xMax="564.708000" yMax="537.056000">Le scelte galileiane condizionarono così il linguaggio scientifico nel campo della fisica e della matematica: l’uso del volgare assicurò un grosso successo alla battaglia condotta contro le </word>
<word xMin="28.500000" yMin="537.028000" xMax="552.404000" yMax="546.956000">incertezze della mentalità, soprattutto per la chiarezza del discorso e la carica di ironia che pervade la discussione. L’efficacia con la quale viene dimostrata la necessità del metodo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="547.028000" xMax="548.308000" yMax="556.956000">sperimentale, confutando la presunzione della scienza scolastica di fondare la conoscenza sulla deduzione, costituì l’aspetto più fecondo della sua opera. Nel “Dialogo sopra i due </word>
<word xMin="28.500000" yMin="556.928000" xMax="567.724000" yMax="566.856000">massimi sistemi del mondo” il confronto tra il sistema tolemaico e copernicano dà vita a un personaggio che appartiene alla schiera dei pedanti. Simplicio, che funge da ridicolo difensore </word>
<word xMin="28.500000" yMin="566.928000" xMax="483.000000" yMax="576.856000">delle teorie aristoteliche, diventa un bersaglio della satira galileiana: egli è un simbolo, rappresenta cioè la limitatezza di una cultura divenuta ormai assurda. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="576.876000" xMax="566.744000" yMax="586.972000">L’epica del meraviglioso – Nella polemica sulla superiorità degli antichi o dei moderni, la ricerca di generi nuovi e di un nuovo stile gioca un ruolo importante. Mentre inizialmente </word>
<word xMin="28.500000" yMin="587.028000" xMax="568.424000" yMax="596.956000">la lirica si rinnova con l’imitazione petrarchesca e il dramma vede fiorire la tragicommedia e il melodramma, l’epica conosce esperienze complesse di adesione e ribellione al classicismo. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="596.928000" xMax="561.952000" yMax="606.856000">Nella personalità e nella poesia di Gianbattista Marino si coglie la volontà di superare gli antichi, lo stacco rispetto al passato. Marino infatti adoperava gli strumenti tecnici e retorici con </word>
<word xMin="28.500000" yMin="606.928000" xMax="543.060000" yMax="616.856000">un consapevole proposito di novità che rappresenta anche la volontà di superare schemi e norme della tradizione: la rottura delle regole mirava a conseguire effetti di sorpresa e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="616.828000" xMax="563.680000" yMax="626.756000">meraviglia presso il pubblico aristocratico e cortigiano della società secentesca. “L’Adone” riflette l’amore per le cose della realtà, il proposito di coglierne gli aspetti più diversi: infatti nel </word>
<word xMin="28.500000" yMin="626.828000" xMax="563.128000" yMax="636.756000">poema si susseguono descrizioni di giardini e animali, sculture e pitture, giochi e divertimenti della società: di fronte a questi spettacoli, Marino vuole suscitare sorpresa e meraviglia nel </word>
<word xMin="28.500000" yMin="636.728000" xMax="480.584000" yMax="646.656000">lettore. La costruzione si impone non certo per l’unitarietà della trama (gli amori del bellissimo Adone e di Venere) ma proprio per la ricchezza degli episodi. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="646.776000" xMax="566.920000" yMax="656.872000">I marinisti e il gusto barocco – Contemporaneo alla vicenda poetica mariniana si sviluppa in Italia il fenomeno barocco. Il termine barocco si diffuse in Francia verso la metà del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="656.828000" xMax="559.996000" yMax="666.756000">500 e fu applicato con il significato di bizzarro alle arti; dalla Francia il vocabolo si diffuse in Germania e in Italia, usato in accezione negativa fino all’800 per caratterizzare l’esperienza </word>
<word xMin="28.500000" yMin="666.828000" xMax="546.956000" yMax="676.756000">artisticoletteraria del 600. A caratterizzare l’esperienza lirica dei marinisti è soprattutto una straordinaria apertura del repertorio tematico: si tratta spesso di aspetti particolari della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="676.728000" xMax="556.692000" yMax="686.656000">bellezza femminile, di atteggiamenti insoliti in cui la donna viene colta (“Chioma rossa di bella donna”, “La sua donna, lavatisi i capelli, si era fasciata la fronte”). Dietro la poetica della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="686.728000" xMax="567.724000" yMax="696.656000">meraviglia, che spinge questi poeti a ricercare temi sempre nuovi e diversi, si coglie una volontà di toccare gli aspetti più vari della realtà senza trascurarne alcuno. La sensibilità barocca </word>
<word xMin="28.500000" yMin="696.628000" xMax="565.224000" yMax="706.556000">per il relativismo, per l’illusoria e insta bile apparenza delle cose può essere anche un effetto della rivoluzione scientifica del 600, che aveva distrutto antiche certezze. Questa sensibilità </word>
<word xMin="28.500000" yMin="706.628000" xMax="548.068000" yMax="716.556000">si riflette nell’arte di quest’epoca e nella poesia, in cui accanto alle variazioni sulla bellezza femminile si manifesta spesso anche la coscienza della vanità di quella bellezza e della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="716.528000" xMax="239.296000" yMax="726.456000">caducità della vita umana, colta anche nei suoi momenti più drammatici. </word>
<word xMin="55.500000" yMin="736.476000" xMax="62.124000" yMax="746.572000">2.</word>
<word xMin="74.200000" yMin="736.476000" xMax="543.636000" yMax="746.572000">La riforma accademica – I decenni a cavallo tra il 1600 e il 1700 segnano il tramonto del predominio spagnolo in Italia e l’inizio del predominio austriaco: il </word>
<word xMin="74.200000" yMin="746.628000" xMax="555.816000" yMax="756.556000">rinnovamento della cultura letteraria in senso contrario a quello barocco viene favorito anche da questa vicenda politica. Alla fine del 1600 la Francia di Luigi XIV mira </word>
<word xMin="74.200000" yMin="756.528000" xMax="560.632000" yMax="766.456000">all’egemonia politica: la politica francese, dovuta al rafforzamento economico e militare dello stato, corrisponde ad una grande espansione culturale avvenuta durante il </word>
<word xMin="74.200000" yMin="766.528000" xMax="550.520000" yMax="776.456000">600, quando Parigi è diventata il centro di un rinascimento stimolato da quello italiano, ma sviluppatosi in maniera nuova ed autonoma. La cultura italiana, una volta </word>
<word xMin="74.200000" yMin="776.428000" xMax="558.736000" yMax="786.356000">esauritasi l’esperienza barocca, dovette fare i conti con questa ondata di ritorno. Di questa restaurazione del classicismo furono protagoniste le accademie, soprattutto </word>
<word xMin="74.200000" yMin="786.428000" xMax="563.372000" yMax="796.356000">quella dell’Arcadia estesasi su tutto il territorio italiano. I letterati costituirono nel corso del 700 un’unità culturale della nazione: la parola d’ordine che fece convergere gli </word>
<word xMin="74.200000" yMin="796.328000" xMax="255.768000" yMax="806.256000">sforzi fu proprio la battaglia contro il cattivo gusto del barocco. </word>
</page>
<page width="595.000000" height="842.000000">
<word xMin="28.500000" yMin="28.476000" xMax="538.776000" yMax="38.572000">La cultura italiana nel contesto europeo – Alla fine del 1700 in Inghilterra e Francia la cultura si è emancipata dai presupposti teologici del passato. In Inghilterra la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="38.528000" xMax="552.412000" yMax="48.456000">rivoluzione del 1688 ha sostituito alla vecchia monarchia di ordine divino la monarchia costituzionale; John Locke sottopone ad una critica radicale le antiche credenze. In Francia, il </word>
<word xMin="28.500000" yMin="48.528000" xMax="552.020000" yMax="58.456000">potere ecclesiastico deve fare i conti con lo stato, mentre si crea uno spazio per quella corrente religiosa destinata a permeare molta parte della spiritualità europea del 1700, cioè il </word>
<word xMin="28.500000" yMin="58.428000" xMax="563.236000" yMax="68.356000">giansenismo. Manca, invece, nella cultura italiana fra 600 e 700, l’adesione a presupposti nuovi che mettano sotto accusa il passato: prevale infatti il legame con la tradizione nazionale.</word>
<word xMin="28.500000" yMin="68.428000" xMax="563.716000" yMax="78.356000">Sorto ad opera del vescovo fiammingo Giansenio, il giansenismo, che recuperava il tema agostiniano della salvezza mediante la grazia, rappresentò un profondo richiamo all’interiorità. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="78.328000" xMax="568.424000" yMax="88.256000">Fu tuttavia il razionalismo cartesiano a costituire il più notevole fermento nella Francia del 600 e a preparare il clima culturale del secolo successivo, nel quale l’obiettivo principale sarà la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="88.328000" xMax="566.996000" yMax="98.256000">revisione del sapere e la condanna del passato. Si tratta di fermenti che favoriscono l’emancipazione della cultura e l’elaborazione di quel movimento europeo che si chiamò illuminismo. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="98.228000" xMax="568.124000" yMax="108.156000">Negli stessi anni in cui Galileo perveniva alla fondazione del metodo sperimentale, Cartesio impostava la ricostruzione del sapere, sottoponendo a un dubbio sistematico tutte le certezze </word>
<word xMin="28.500000" yMin="108.228000" xMax="551.292000" yMax="118.156000">del passato, anche quelle religiose, dando inizio al razionalismo moderno. A differenza del razionalismo scolastico, il nuovo razionalismo ritrovava i suoi fondamenti nella coscienza </word>
<word xMin="28.500000" yMin="118.128000" xMax="566.964000" yMax="128.056000">soggettiva e attingeva la certezza dall’evidenza delle idee. Questo spirito era destinato a permeare la cultura fino a creare un vero e proprio gusto per la linearità e la chiarezza, oltre che </word>
<word xMin="28.500000" yMin="128.128000" xMax="536.684000" yMax="138.056000">a sconvolgere la dottrina ufficiale delle fedi religiose. Al razionalismo cartesiano corrispondeva sul piano letterario la ripresa del classicismo: il grande teatro francese del 1600, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="138.028000" xMax="551.956000" yMax="147.956000">segnalatosi attraverso le tragedie di Pierre Corneille e di Jean Racine, si richiama ai principi aristotelici e obbedisce al principio della verisimiglianza, preferendo soggetti classici. La </word>
<word xMin="28.500000" yMin="148.028000" xMax="557.112000" yMax="157.956000">commedia di Molière trae spunto dal teatro latino e svolge una critica acuta della società e dei pregiudizi. Nicolas Boileau diventa il teorico della poesia riprendendo nell’Art Poétique i </word>
<word xMin="28.500000" yMin="157.928000" xMax="560.976000" yMax="167.856000">precetti di Orazio e Aristotele, per riportare l’arte entro limiti di equilibrio e razionalità e ribadire la sua funzione di utilità morale. Tuttavia ferve nella stessa Francia la difesa dei moderni </word>
<word xMin="28.500000" yMin="167.928000" xMax="563.416000" yMax="177.856000">rispetto agli antichi e quindi l’esaltazione del genio e della fantasia che si libera dalle regole e dagli schemi della tradizione. Il classicismo come modello di gusto, oltre che di razionalità, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="177.828000" xMax="566.580000" yMax="187.756000">veniva proclamato nei dialoghi proclamati nei 1687 da un gesuita francese che si rifaceva all’insegnamento di Boileau, Dominque Bouhours: egli ritrova una serie di modelli positivi fra gli </word>
<word xMin="28.500000" yMin="187.828000" xMax="557.084000" yMax="197.756000">antichi e i moderni, e riconosceva nella contemporanea letteratura francese l’ideale classico realizzato, mentre criticava la letteratura italiana, incline al barocco. La cultura italiana nei </word>
<word xMin="28.500000" yMin="197.728000" xMax="557.900000" yMax="207.656000">primi decenni del 1700 si organizza nei suoi centri laici come le biblioteche e le accademie. In questa situazione, il diffondersi del pensiero di filosofi stranieri ai quali si deve il radicale </word>
<word xMin="28.500000" yMin="207.728000" xMax="490.684000" yMax="217.656000">mutamento del metodo della ricerca filosofica e scientifica, come Cartesio e Locke, non sconvolge il mondo culturale italiano, ma lo avvia a un nuovo confronto.</word>
<word xMin="28.500000" yMin="217.676000" xMax="533.956000" yMax="227.772000">L’accademia dell’Arcadia – nell’ultimo decennio del 1600 si ripropone nella cultura italiana il classicismo come riaffermazione della regolarità e dell’equilibrio contro le </word>
<word xMin="28.500000" yMin="227.828000" xMax="554.448000" yMax="237.756000">stravaganze e gli eccessi che erano andati di moda per circa un secolo. Questo orientamento si affermò particolarmente in un gruppo di letterati che frequentavano a Roma il salotto </word>
<word xMin="28.500000" yMin="237.728000" xMax="550.204000" yMax="247.656000">della regina Cristina di Svezia; essi continuarono a riunirsi dopo la morte della regina e formularono un vero e proprio programma secondo l’uso accademico, dando così vita a una </word>
<word xMin="28.500000" yMin="247.728000" xMax="553.748000" yMax="257.656000">nuova accademia che prese il nome di Arcadia, perché si richiamava al modella della semplicità bucolica. In seguito, diedero all’istituzione una tale consistenza da farne per oltre un </word>
<word xMin="28.500000" yMin="257.628000" xMax="553.924000" yMax="267.556000">secolo un punto di riferimento per gran parte dei letterati. Il fatto nuovo non era solo nell’atteggiamento critico di fronte alle deviazioni barocche del gusto, che avevano allontanato la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="267.628000" xMax="537.044000" yMax="277.556000">poesia dall’osservanza del decoro e della chiarezza, ma soprattutto nella costituzione di una rete di incontri fra letterati di quasi tutte le città italiane. Nel corso del 700 si venne </word>
<word xMin="28.500000" yMin="277.528000" xMax="539.008000" yMax="287.456000">costituendo, pur nella varietà e nel contrasto degli orientamenti ideologici, un gusto comune, una comune considerazione del mestiere del poeta e dei suoi principali modelli. Le </word>
<word xMin="28.500000" yMin="287.528000" xMax="556.396000" yMax="297.456000">adunanze degli Arcadi trovarono infine una sede stabile nella villa offerta da Giovanni V; il primato romano nel promuovere questo movimento culturale e l’originario rapporto con una </word>
<word xMin="28.500000" yMin="297.428000" xMax="562.212000" yMax="307.356000">sede religiosa non sono senza significato nell’orientamento dell’Arcadia. La Roma dei papi conosceva, negli ultimi decenni del 1600, l’avvio verso una riforma illuminata: infatti il papato </word>
<word xMin="28.500000" yMin="307.428000" xMax="567.724000" yMax="317.356000">di Innocenzo XI fu rivolto alla repressione del fasto cardinalizio e l’azione fu proseguita da Innocenzo XII. L’orientamento ideologico dell’Arcadia non può essere messo in diretto rapporto </word>
<word xMin="28.500000" yMin="317.328000" xMax="556.944000" yMax="327.256000">con la politica ecclesiastica perché fu essenzialmente un movimento letterario, ma certamente si giovò di questo clima politico e religioso. Il ridimensionamento del fasto imperiale del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="327.328000" xMax="548.888000" yMax="337.256000">papato corrispondeva all’affermarsi di un modello diverso di spiritualità: la società italiana conobbe in quegli anni una ripresa di movimenti spiritualistici intesi a riportare la religione </word>
<word xMin="28.500000" yMin="337.228000" xMax="548.356000" yMax="347.156000">all’interno della coscienza. Il motivo dell’intimità, della povertà e della semplicità si faceva strada nel mondo cattolico: anche il movimento dell’Arcadia adottò simboli religiosi che si </word>
<word xMin="28.500000" yMin="347.228000" xMax="286.924000" yMax="357.156000">richiamavano a questa semplicità: Gesù bambino fu assunto a protettore dell’Accademia.</word>
<word xMin="28.500000" yMin="357.176000" xMax="562.056000" yMax="367.272000">Critica, scienza della letteratura e storiografia – Sebbene la consapevolezza di un rinnovamento si manifestasse nell’attività critica dei più noti esponenti dell’Accademia, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="367.328000" xMax="550.056000" yMax="377.256000">non si può attribuire all’Arcadia il carattere di un rivoluzionario distacco dal passato. Quel che si abbandona è il gusto del grandioso: si trattava in sostanza di una scelta stilistica, la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="377.228000" xMax="556.676000" yMax="387.156000">scelta cioè di un particolare livello di scrittura. Alla guida dell’Arcadia furono inizialmente due letterati, Giovan Mario Crescimbeni e Gian Vincenzo Gravina, ma all’Arcadia pervennero </word>
<word xMin="28.500000" yMin="387.228000" xMax="556.424000" yMax="397.156000">anche letterati di grande statura intellettuale, come Ludovico Antonio Muratori, Pietro Metastasio, Carlo Goldoni e Giuseppe Parini. Muratori rappresenta nell’Italia del primo 700 il più </word>
<word xMin="28.500000" yMin="397.128000" xMax="566.180000" yMax="407.056000">notevole promotore del rinnovamento degli studi storici; era sorta nel corso del 1600, una tendenza a ricostruire il passato attraverso la raccolta accurata e l’esame critico dei documenti. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="407.128000" xMax="556.968000" yMax="417.056000">Ne erano stati iniziatori i Maurini, i benedettini della congregazione di S.Mauro; il loro lavoro era animato dalla necessità di difendere il patrimonio storico del cattolicesimo dalla critica </word>
<word xMin="28.500000" yMin="417.028000" xMax="544.484000" yMax="426.956000">protestante ed atea. Proprio l’incontro con un seguace dell’indirizzo dei Maurini favorì la scelta di Muratori della ricerca storica su base critica. Muratori ha un posto rilevante nella </word>
<word xMin="28.500000" yMin="427.028000" xMax="272.220000" yMax="436.956000">riproposizione del classicismo e nella riforma della cultura italiana agli inizi del 1700.</word>
<word xMin="28.500000" yMin="436.976000" xMax="527.328000" yMax="447.072000">La nuova interpretazione della storia – nei primi decenni del 1700 si sviluppava un diverso genere di storiografia, che mirava soprattutto all’interpretazione delle </word>
<word xMin="28.500000" yMin="447.128000" xMax="562.864000" yMax="457.056000">testimonianze umane. Un monumento di questa storiografia è la “Scienza nuova” di Giambattista Vico: l’opera è un capolavoro di filosofia della storia, filologia ed estetica. La sua lunga </word>
<word xMin="28.500000" yMin="457.028000" xMax="560.292000" yMax="466.956000">elaborazione è il segno di un travaglio di pensiero e di uno sforzo per riuscire a dare a un’enorme quantità di conoscenze l’unità articolata di un trattato organico. Con quest’opera Vico </word>
<word xMin="28.500000" yMin="467.028000" xMax="558.408000" yMax="476.956000">intendeva ripercorrere la storia delle nazioni, la storia dell’umanità alle origini, cioè nella fase anteriore alla conquista della conoscenza razionale. L’indagine rappresentava anche una </word>
<word xMin="28.500000" yMin="476.928000" xMax="565.884000" yMax="486.856000">ricostruzione dell’evolversi del mondo umano dallo stadio primordiale a quello civile. Il presupposto di questa indagine era la convinzione che nella lingua si riflettesse la condizione degli </word>
<word xMin="28.500000" yMin="486.928000" xMax="546.052000" yMax="496.856000">uomini e il loro costume di vita. vico concepisce la storia come un processo di maturazione dalla barbarie alla civiltà, che si ripete secondo un principio di corsi e ricorsi. Gli antichi </word>
<word xMin="28.500000" yMin="496.828000" xMax="549.076000" yMax="506.756000">rappresentano per Vico il modello eccelso della poesia: fu proprio la rozzezza dei primitivi a spingerli verso la fantasia, fu il loro debole raziocinio a indurli alle espressioni poetiche. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="506.828000" xMax="538.532000" yMax="516.756000">Nasce da questo atteggiamento la rivalutazione di Omero, indicato come poeta primitivo e proprio per questo spesso sottovalutato nei confronti di Virgilio, poeta dei tempi civili. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="516.776000" xMax="564.100000" yMax="526.872000">La riforma della scena teatrale – Il classicismo accademico e il proposito di riportare il buon gusto nella letteratura sono all’origine della riforma dei generi teatrali più diffusi nel </word>
<word xMin="28.500000" yMin="526.928000" xMax="567.324000" yMax="536.856000">1600, cioè il melodramma e il teatro comico. Il melodramma allettava il pubblico mediante scene buffe e allestimenti sontuosi; il teatro comico si era trasformato nella commedia dell’arte, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="536.828000" xMax="556.068000" yMax="546.756000">incline al fantastico e all’assurdo. Nel primo caso il rinnovamento cominciò con l’opera di Apostolo Zeno; nel secondo caso il costituirsi di un pubblico più esigente e l’affinamento del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="546.828000" xMax="564.692000" yMax="556.756000">gusto emarginarono il divertimento scurrile. La riforma della commedia operata a Venezia da Carlo Goldoni nasceva dalla constatazione che il teatro si era allontanato dal mondo, si era </word>
<word xMin="28.500000" yMin="556.728000" xMax="557.376000" yMax="566.656000">impoverito di esperienza reale degli uomini e non era più in grado di soddisfare il pubblico. Capolavoro di questo genere è “La Locandiera”, grazie alla delineazione di personaggi che </word>
<word xMin="28.500000" yMin="566.728000" xMax="565.500000" yMax="576.656000">sfiorano il tratto realistico e che comunque si muovono in un’azione ben definita ed attuale. L’uso della lingua dialettale ha inoltre la funzione di attribuire colore alla rappresentazione del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="576.628000" xMax="50.220000" yMax="586.556000">mondo.</word>
<word xMin="63.900000" yMin="586.576000" xMax="66.124000" yMax="596.672000"> </word>
<word xMin="28.500000" yMin="596.776000" xMax="561.140000" yMax="606.872000">La riforma illuministica – Il clima intellettuale nel quale maturò la letteratura nuova del 1700 è stato denominato illuminismo; esso non si identificava con un particolare indirizzo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="606.828000" xMax="527.876000" yMax="616.756000">filosofico perché al medesimo fine di illuminare le tenebre dell’ignoranza e dissolvere i preconcetti, contribuivano sia la fiducia nella ragione come facoltà primaria dell’uomo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="616.828000" xMax="557.076000" yMax="626.756000">(razionalismo) sia il richiamo all’esperienza sensibile (empirismo e sensismo). Allo stesso fine fu indirizzata la rivolta con la tradizione morale e i suoi fondamenti assoluti, da parte del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="626.728000" xMax="565.512000" yMax="636.656000">libertinismo. Il letterato è il promotore dell’educazione civile, progetta le riforme ma opera anche nel vivo dell’amministrazione pubblica. La funzione attiva dell’intellettuale si esplicò nella </word>
<word xMin="28.500000" yMin="636.728000" xMax="540.288000" yMax="646.656000">promozione di iniziative culturali volte a divulgare i nuovi principi e la professione del letterato si afferma sempre più con l’incremento della stampa da cui nascerà il giornalismo. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="646.676000" xMax="554.972000" yMax="656.772000">L’illuminismo in Europa – La trasformazione della vita culturale nel corso del 700 riguarda principalmente il costume intellettuale e gli obiettivi del sapere. Il clima illuministico </word>
<word xMin="28.500000" yMin="656.828000" xMax="537.540000" yMax="666.756000">porta una nuova consapevolezza della funzione dell’intellettuale, considerato capace di agire sul mondo. Il concetto di progresso della vita umana sviluppa la convinzione della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="666.728000" xMax="568.824000" yMax="676.656000">superiorità dei moderni sugli antichi e comporta un particolare ottimismo sulla natura dell’uomo e sulla sua perfettibilità. Si sviluppa un certo orgoglio del ruolo intellettuale, che prelude ad </word>
<word xMin="28.500000" yMin="676.728000" xMax="541.052000" yMax="686.656000">un nuovo senso aristocratico della cultura come segno di distinzione umana. L’obiettivo della cultura si identifica con l’utile: la conoscenza è un momento del conseguimento del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="686.628000" xMax="553.968000" yMax="696.556000">benessere cui l’uomo aspira naturalmente; lo sviluppo delle scienze più direttamente funzionali alla realizzazione del benessere, come l’economia, sono i segni distintivi della cultura </word>
<word xMin="28.500000" yMin="696.628000" xMax="564.804000" yMax="706.556000">illuministica. Lo straordinario avanzamento compiuto da Leibniz nel campo della matematica e della fisica e la formulazione da parte di Newton della teoria della gravitazione universale </word>
<word xMin="28.500000" yMin="706.528000" xMax="566.072000" yMax="716.456000">rappresentano il culmine di un processo di revisione. La battaglia culturale è impegnata a sgombrare i residui della vecchia cultura e a promuovere l’applicazione delle nuove prospettive </word>
<word xMin="28.500000" yMin="716.528000" xMax="543.580000" yMax="726.456000">scientifiche. Alcuni personaggi stranieri hanno avuto un’influenza diretta sul nostro paese; la presenza maggiore è quella della cultura francese: mentre nel primo 700 l’egemonia </word>
<word xMin="28.500000" yMin="726.428000" xMax="560.536000" yMax="736.356000">francese viene discussa e contrastata, verso la metà del secolo la diffusione dell’illuminismo francese diventa il sostegno della battaglia culturale per il rinnovamento e la condanna del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="736.428000" xMax="560.892000" yMax="746.356000">passato. Tra i più rappresentativi personaggi dell’illuminismo c’è Voltaire, che rappresentò il punto di riferimento della polemica contro gli aspetti conservatori del cristianesimo e contro </word>
<word xMin="28.500000" yMin="746.328000" xMax="556.372000" yMax="756.256000">ogni forma di irrazionalismo religioso. Il suo rifiuto della trascendenza religiosa e la propensione al materialismo ne fanno il maestro della polemica anticlericale e della distruzione del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="756.328000" xMax="553.808000" yMax="766.256000">fanatismo. Grande influenza esercitò Montesquieu, che si dedicò allo studio dei costumi dei popoli; nelle Lettere Persiane esaminò i costumi europei rilevandone le differenze; ne Lo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="766.228000" xMax="555.356000" yMax="776.156000">Spirito Delle Leggi darà il via allo studio del diritto in rapporto con la società e in funzione del miglioramento della vita sociale. Lo studio della società e della sua evoluzione ebbe con </word>
<word xMin="28.500000" yMin="776.228000" xMax="562.300000" yMax="786.156000">Rousseau uno sviluppo in senso rivoluzionario: le sue idee furono accolte nella rivoluzione francese di fine secolo e continuarono ad essere seguite nel secolo successivo oltre i confini </word>
<word xMin="28.500000" yMin="786.128000" xMax="565.720000" yMax="796.056000">della Francia. Innovativa è la sua idealizzazione dello stato di natura, contrapposto ai mali della società, cui si affianca il principio del contratto sociale attraverso cui gli uomini avrebbero </word>
<word xMin="28.500000" yMin="796.128000" xMax="562.944000" yMax="806.056000">evitato le conseguenze dell’egoismo che distrusse lo stato di natura, e avrebbero creato una società che limita l’individuo ma può difenderlo. L’utilità e il danno insiti nell’allontanamento </word>
</page>
<page width="595.000000" height="842.000000">
<word xMin="28.500000" yMin="28.428000" xMax="551.248000" yMax="38.356000">dallo stato di natura trovano una soluzione nella volontà popolare come fondamento dell’organizzazione civile che inserisce il principio della sovranità del popolo. Il senso critico nei </word>
<word xMin="28.500000" yMin="38.328000" xMax="560.820000" yMax="48.256000">confronti dell’attuale assetto politico e sociale era accompagnato da una prospettiva ottimistica, che portava il filosofo a fondare un filone della moderna pedagogia con l’Emile, in cui si </word>
<word xMin="28.500000" yMin="48.328000" xMax="564.344000" yMax="58.256000">segue la formazione di un ragazzo, sottratto ai condizionamenti della società. Il filantropismo, cioè la tendenza a pensare ed agire in funzione del benessere dell’uomo, trova nel filosofo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="58.228000" xMax="568.824000" yMax="68.156000">uno dei maggiori sostenitori. L’avvenimento culturale più notevole per quel che riguarda la diffusione delle idee illuministiche fu la pubblicazione dell’Encyclopédie, un dizionario ragionato </word>
<word xMin="28.500000" yMin="68.228000" xMax="551.604000" yMax="78.156000">delle scienze, delle arti e dei mestieri. In 28 volumi, l’opera costituiva il primo esempio di una collaborazione di gruppo, tesa a sottoporre ad una revisione critica l’intero campo delle </word>
<word xMin="28.500000" yMin="78.128000" xMax="547.708000" yMax="88.056000">scienze umane. Ampliando il raggio degli interessi ad ogni aspetto della vita, si poneva su un piano di ottimistica rivalutazione dei risultati della scienza, della filosofia e delle arti. Il </word>
<word xMin="28.500000" yMin="88.128000" xMax="561.048000" yMax="98.056000">promotore, Diderot, e il suo più stretto collaboratore, d’Alembert, come gli autori presenti nell’Enciclopedia, sono, nella diversità dei loro indirizzi culturali, i più rappresentativi illuministi. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="98.028000" xMax="563.460000" yMax="107.956000">Nell’incontro e nello scontro fra questi intellettuali si avverte la vitalità dell’illuminismo, con la ricchezza dei suoi spunti e la contraddizione delle sue idee, che porteranno alla crisi stessa </word>
<word xMin="28.500000" yMin="108.028000" xMax="556.700000" yMax="117.956000">del movimento. Mentre in Francia l’illuminismo non trova accoglienza nella sfera del potere politico, in Italia i regnanti attingono dai nuovi intellettuali la spinta verso quelle riforme che </word>
<word xMin="28.500000" yMin="117.928000" xMax="510.716000" yMax="127.856000">caratterizzano l’assolutismo illuminato; in Italia si orienta l’interesse verso i problemi dell’economia e della vita morale, piuttosto che verso quelli filosofici e naturalistici.</word>
<word xMin="28.500000" yMin="127.976000" xMax="550.388000" yMax="138.072000">Illuminismo lombardo – La Lombardia fu all’avanguardia nel recepire e promuovere le nuove idee che si agitavano in Europa. Alla base di questo sviluppo va considerata la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="138.028000" xMax="555.592000" yMax="147.956000">presenza di una borghesia divenuta già nel secolo precedente una forza economica a livello europeo. La Lombardia si giovò delle riforme economiche e amministrative promosse da </word>
<word xMin="28.500000" yMin="148.028000" xMax="530.268000" yMax="157.956000">Maria Teresa d’Austria e dal figlio Giuseppe II. Per circa 50 anni durò l’opera di riassetto dell’impero, diretta nel senso di un assolutismo che riaffermava in campo religioso il </word>
<word xMin="28.500000" yMin="157.928000" xMax="561.652000" yMax="167.856000">cattolicesimo, mentre limitava i privilegi del clero, aboliva la servitù della gleba e la tortura, accentrava i poteri negli organi dello stato, riorganizzava il sistema scolastico dando ad esso </word>
<word xMin="28.500000" yMin="167.928000" xMax="551.252000" yMax="177.856000">un indirizzo laico. Si creò una forma di collaborazione tra intellettuali lombardi e governo centrale dell’impero. Un’istituzione importante, che accolse molti dei letterati che avrebbero </word>
<word xMin="28.500000" yMin="177.828000" xMax="546.668000" yMax="187.756000">determinato la svolta della cultura milanese nella seconda metà del secolo, fu l’accademia dei trasformati, che si raccolse nella casa di Giuseppe Maria Imbonati: ne fece parte un </word>
<word xMin="28.500000" yMin="187.828000" xMax="559.612000" yMax="197.756000">personaggio chiave nei rapporti di collaborazione fra il governo asburgico e l’intellettualità milanese, il conte Karl Joseph Firmian. Egli favorì letterati come Beccaria e promosse le arti. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="197.728000" xMax="565.772000" yMax="207.656000">L’interesse dei trasformati si rivolgeva alla storiografia, ad argomenti scientifici e morali. Dell’accademia fecero parte Pietro Verri e Cesare Beccaria, che saranno i più prestigiosi letterati </word>
<word xMin="28.500000" yMin="207.728000" xMax="553.416000" yMax="217.656000">dell’illuminismo lombardo. Una svolta decisiva verso l’illuminismo rappresentò l’opera di un gruppo di letterati milanesi. Si trattò anche questa volta di un’accademia, ospitata in casa </word>
<word xMin="28.500000" yMin="217.628000" xMax="558.916000" yMax="227.556000">Verri, ma che ostentava perfino nel nome, accademia dei pugni, un’intenzione di rivolta e battaglia. Essa divenne la società dei caffè e si espresse mediante un periodico, denominato </word>
<word xMin="28.500000" yMin="227.628000" xMax="537.820000" yMax="237.556000">appunto il caffè, pubblicato sotto la direzione di Pietro Verri. L’impegno era rivolto a sollevare il livello culturale promuovendo l’amore per le arti e per le lettere, e a diffondere la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="237.528000" xMax="531.620000" yMax="247.456000">coscienza civile. Il raggio d’interesse si allargava verso i problemi economici, della legislazione, della medicina. Predominava un atteggiamento polemico nei confronti di ogni </word>
<word xMin="28.500000" yMin="247.528000" xMax="561.412000" yMax="257.456000">conservatorismo culturale, mentre il giornale si assumeva il compito di diffondere le idee degli enciclopedisti francesi. Il debito del Caffè verso l’Enciclopedia si manifestava anche nella </word>
<word xMin="28.500000" yMin="257.428000" xMax="565.768000" yMax="267.356000">lingua adoperata dai giovani scrittori: la necessità di aderire alle nuove idee anche con lo strumento della comunicazione portò a riprendere forme e vocaboli francesi e a produrre quella </word>
<word xMin="28.500000" yMin="267.428000" xMax="560.096000" yMax="277.356000">lingua detta infranciosata. Si trattava di un vezzo che nasceva anche da un desiderio di distinzione mediante l’imitazione di una lingua divenuta il tramite della cultura più nuova e viva, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="277.328000" xMax="559.944000" yMax="287.256000">ma che rompeva la tradizione rigidamente conservata dalla letteratura accademica italiana. La novità del Caffè risiedeva nella sua forma giornalistica, che si rifaceva ad un’esperienza </word>
<word xMin="28.500000" yMin="287.328000" xMax="559.284000" yMax="297.256000">inglese degli inizi del secolo. Era stato infatti pubblicato in Inghilterra lo Spectator, un giornale che si rivolgeva al dibattito di vari argomenti attuali; il promotore, Joseph Addison, aveva </word>
<word xMin="28.500000" yMin="297.228000" xMax="565.092000" yMax="307.156000">immaginato un singolare personaggio, Mr. Spectator, attorno cui si riuniva un club composto di svariati tipi umani, e aveva attribuito alla loro conversazione il contenuto del giornale, che </word>
<word xMin="28.500000" yMin="307.228000" xMax="568.124000" yMax="317.156000">si muoveva fra i contrasti ideologici che imperversavano nella società inglese. L’immaginaria fonte del giornale rispecchiava due sue caratteristiche: la volontà di rivolgersi ad un pubblico </word>
<word xMin="28.500000" yMin="317.128000" xMax="555.604000" yMax="327.056000">ampio e l’intento di superare le barriere regionali e nazionali, proponendo una cultura di dimensione europea. La polemica del Caffè fu rivolta contro l’ostentazione e la chiusura degli </word>
<word xMin="28.500000" yMin="327.128000" xMax="563.252000" yMax="337.056000">studi tradizionali, contro le istituzioni che vincolavano la cultura al passato (come l’accademia della crusca), depositaria di un sistema linguistico arcaico e incapace di rinnovarsi al ritmo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="337.028000" xMax="561.440000" yMax="346.956000">dei tempi. Un costume di vita, una mentalità venivano condannati per sostituirvi un atteggiamento che esaltasse le novità, la creatività. Il Caffè riscosse un notevole apprezzamento nei </word>
<word xMin="28.500000" yMin="347.028000" xMax="549.396000" yMax="356.956000">centri della cultura europea, dove gli articoli furono divulgati mediante le traduzioni. Coloro che partecipavano a quest’impresa si separarono, ma sia nella vita, sia nella produzione </word>
<word xMin="28.500000" yMin="356.928000" xMax="551.904000" yMax="366.856000">letteraria, tennero fede ai propositi di rinnovamento enunciati nel programma del giornale. Rimarrà legato all’esperienza del Caffè soprattutto il principale animatore del gruppo degli </word>
<word xMin="28.500000" yMin="366.928000" xMax="560.624000" yMax="376.856000">illuministi lombardi, Pietro Verri, che scrisse saggi e trattati. A proposito di un tema centrale della cultura illuministica, quello della felicità, sviluppò un “Discorso sull’indole del piacere e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="376.828000" xMax="546.292000" yMax="386.756000">del dolore”, che rimane la sua opera più notevole, anche per la presenza delle riflessioni di Leopardi. L’iniziale distinzione fra piacere fisico e piacere morale, e l’individuazione del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="386.828000" xMax="534.236000" yMax="396.756000">piacere morale nella speranza e nella cessazione del dolore, consentono di condurre un’indagine su quello che egli chiama il dolore dominante che ogni uomo avverte e nella </word>
<word xMin="28.500000" yMin="396.728000" xMax="566.448000" yMax="406.656000">cessazione del quale consisterebbe il piacere. L’arte avrebbe la capacità di distrarre da quel dolore indefinito, procurando piacevoli sensazioni, facendo durare la sospensione del dolore </word>
<word xMin="28.500000" yMin="406.728000" xMax="549.964000" yMax="416.656000">e lasciando il ricordo delle sensazioni piacevoli. L’opera di Beccaria è invece rivolta a problemi di natura economica, giuridica e psicologica. I suoi interventi in materia economica e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="416.628000" xMax="566.292000" yMax="426.556000">giuridica ebbero un’efficacia notevole per l’acutezza delle idee, la chiarezza del ragionamento e la forza persuasiva del discorso. L’accusa dello stato di polizia e del sistema della tortura </word>
<word xMin="28.500000" yMin="426.628000" xMax="551.896000" yMax="436.556000">ne “Dei delitti e delle pene” gli assicurò una grande fama. In “Ricerche intorno alla natura dello stile”, l’interesse per lo stile è un segno dell’attenzione prestata alle forme artistiche e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="436.528000" xMax="567.324000" yMax="446.456000">all’arte dello scrittore. La prima sezione sottopone a verifica filosofica le parti della retorica tradizionale, mentre la seconda sezione si proponeva di formare l’eccellente scrittore, dandogli </word>
<word xMin="28.500000" yMin="446.528000" xMax="568.524000" yMax="456.456000">la consapevolezza scientifica della sua arte. Beccaria preferisce lo stile medio ed egli mostra soprattutto l’esigenza di una lingua capace di assolvere la funzione di veicolo delle idee. Era </word>
<word xMin="28.500000" yMin="456.428000" xMax="487.612000" yMax="466.356000">un modo attraverso cui l’illuminismo contribuiva alla trasformazione della lingua letteraria attraverso la riflessione sul rapporto tra lingua scritta e lingua parlata.</word>
<word xMin="28.500000" yMin="466.476000" xMax="559.200000" yMax="476.572000">Illuminismo a Napoli – Anche a Napoli si verificò una forma di collaborazione fra il potere politico e gli intellettuali che aderivano alla cultura illuministica e si instaurò un clima di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="476.528000" xMax="542.360000" yMax="486.456000">riforma che ridiede alla città un volto europeo. Passato sotto il dominio austriaco, il Regno di Napoli tornò a configurarsi come un regno indipendente quando Carlo di Borbone lo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="486.528000" xMax="551.656000" yMax="496.456000">riconquistò e lo conservò fino a che divenne re di Spagna. Egli fece costruire splendide regge, abbellì la città, intervenne nella riforma dell’università introducendo l’insegnamento di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="496.428000" xMax="567.424000" yMax="506.356000">economia politica. A Napoli non si costituì un gruppo di intellettuali né l’operazione rinnovatrice si valse di un organo di diffusione, né mirò a raggiungere un pubblico ampio. Non c’era un </word>
<word xMin="28.500000" yMin="506.428000" xMax="562.564000" yMax="516.356000">largo ceto borghese capace di assorbire il nuovo orientamento culturale, che rimase in una cerchia elitaria. Durante il regno di Carlo, la svolta della cultura verso le idee illuministiche fu </word>
<word xMin="28.500000" yMin="516.328000" xMax="555.636000" yMax="526.256000">operata da Antonio Genovesi, Ferdinando Galiani e Gaetano Filangieri. In quegli stessi anni David Hume indagava i fondamenti naturali dell’intelletto umano e della religione e Adam </word>
<word xMin="28.500000" yMin="526.328000" xMax="550.220000" yMax="536.256000">Smith passava dai problemi morali all’elaborazione del trattato di economia. I suoi studi sul commercio sono un’applicazione della scienza dell’uomo nella sua condizione di natura, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="536.228000" xMax="566.776000" yMax="546.156000">assillato dai bisogni e proteso verso la felicità e hanno come obiettivo l’utile, cioè la soluzione delle esigenze concrete della sua vita: il dolore genera il bisogno, il desiderio di liberarsi dal </word>
<word xMin="28.500000" yMin="546.228000" xMax="537.640000" yMax="556.156000">dolore produce l’interesse, che è la molla dell’azione, con cui l’uomo tende al piacere e alla felicità. Nel proporre soluzioni pratiche per l’economia del paese, egli sostiene leggi </word>
<word xMin="28.500000" yMin="556.128000" xMax="559.980000" yMax="566.056000">protezionistiche nel campo industriale e il libero commercio nel campo dell’agricoltura. I lineamenti culturali di Genovesi si manifestano in due opere: il “Discorso sopra il vero fine delle </word>
<word xMin="28.500000" yMin="566.128000" xMax="564.804000" yMax="576.056000">lettere e delle scienze”, ragionata polemica contro la scienza contemplativa e la letteratura fine a se stessa; l’opera si pone non come un ripudio delle lettere, ma come una rivalutazione </word>
<word xMin="28.500000" yMin="576.028000" xMax="565.168000" yMax="585.956000">di esse per l’utilità che offrono come esperienza del passato, per cui lettere e scienze si integrano. L’altra opera è “Lettere accademiche sulla questione se sian più felici gli ignoranti che </word>
<word xMin="28.500000" yMin="586.028000" xMax="560.404000" yMax="595.956000">gli scienziati”, che discute un problema vivo nell’epoca che aveva esaltato l’illuminazione della scienza e che dall’altra parte aveva rimpianto la condizione del selvaggio, dell’ignorante, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="595.928000" xMax="566.408000" yMax="605.856000">cui sono ignoti i mali che proprio la civiltà ha introdotto nella vita sociale e nell’esistenza dei singoli. Genovesi quindi difende la scienza, vista come quella che, se non rende felice, rende </word>
<word xMin="28.500000" yMin="605.928000" xMax="564.048000" yMax="615.856000">il meno possibile infelice l’umanità. Galiani fu spregiudicato nei confronti della tradizione attraverso il saggio sul “Dialetto napoletano”, in cui, in polemica con il Vocabolario della Crusca, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="615.828000" xMax="357.088000" yMax="625.756000">dimostra come il dialetto napoletano sia più degno di quello toscano di essere a fondamento della lingua italiana. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="625.876000" xMax="565.616000" yMax="635.972000">I progressi della critica letteraria – Mentre a Milano e Napoli la diffusione delle idee illuministiche dava vita ad una letteratura impegnata sul piano pratico delle riforme civili ed </word>
<word xMin="28.500000" yMin="635.928000" xMax="568.524000" yMax="645.856000">economiche, in altri centri settentrionali italiani il rinnovamento culturale è impegnato sul fronte della tematica letteraria. Venezia ebbe una posizione di rilievo nel secondo 700, quando fu </word>
<word xMin="28.500000" yMin="645.928000" xMax="562.940000" yMax="655.856000">sede di una vivace accademia, che si proponeva il recupero e il rilancio della migliore tradizione italiana, l’accademia dei Granelleschi, ed ospitò i più insigni letterati italiani occupati nel </word>
<word xMin="28.500000" yMin="655.828000" xMax="566.292000" yMax="665.756000">dibattito sui problemi della lingua e della letteratura. La repubblica veneziana conservava il ruolo di luogo aperto agli incontri e ai dibattiti culturali, attiva nel campo delle rappresentazioni </word>
<word xMin="28.500000" yMin="665.828000" xMax="555.320000" yMax="675.756000">teatrali, con le sue feste era famosa per la vita mondana e si segnalò anche per l’impulso dato al nuovo genere del giornalismo. Francesco Algarotti nel saggio “Sopra la necessità di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="675.728000" xMax="561.136000" yMax="685.656000">scrivere nella propria lingua”, espresse un concetto moderno della lingua come elemento differenziale di un popolo, intrinseco alla sua mentalità; negava al latino il pregio di una lingua </word>
<word xMin="28.500000" yMin="685.728000" xMax="559.612000" yMax="695.656000">universale, considerandola la lingua di un popolo sopravissuta nella scrittura, ma proprio per questo inattuale in quanto non più naturale. La battaglia per il rinnovamento della lingua e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="695.628000" xMax="562.148000" yMax="705.556000">della letteratura italiana fu orientata sulla “Frusta letteraria”, il periodico di Giuseppe Baretti, in favore di un’apertura verso la cultura oltre confine. Il suo principale obiettivo polemico era </word>
<word xMin="28.500000" yMin="705.628000" xMax="558.184000" yMax="715.556000">la distinzione tra il livello letterario della comunicazione quotidiana e la lingua infranciosata. La sua posizione non s’identificò con quella degli illuministi lombardi: egli richiede uno stile </word>
<word xMin="28.500000" yMin="715.528000" xMax="566.888000" yMax="725.456000">naturale, privilegiando l’atto immediato del linguaggio e condanna la cura eccessiva nella scelta della parola, un’operazione che può produrre una frattura fra contenuto e forma. A fianco </word>
<word xMin="28.500000" yMin="725.528000" xMax="563.052000" yMax="735.456000">dei letterati lombardi è invece Saverio Bettinelli: la sua critica compie una selezione della tradizione letteraria italiana, salvando poco del passato e del presente fino alla condanna della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="735.428000" xMax="568.824000" yMax="745.356000">poesia dantesca; accademismo e pedantismo sono le cause che hanno determinato l’arretratezza della nostra letteratura, la mancanza di una letteratura nazionale come quella inglese e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="745.428000" xMax="551.540000" yMax="755.356000">francese. Un tentativo di armonizzare la tradizione con il razionalismo illuministico si trova nell’opera di Melchiorre Cesarotti, che utilizzava le recenti ricerche scientifiche riguardanti </word>
<word xMin="28.500000" yMin="755.328000" xMax="561.508000" yMax="765.256000">l’origine naturale della lingua per sostenere le ragione del rinnovamento della lingua italiana contro la tradizione rappresentata dal vocabolario della Crusca. Quel che maggiormente gli </word>
<word xMin="28.500000" yMin="765.328000" xMax="549.544000" yMax="775.256000">preme è la confutazione del fiorentinismo, l’allargamento delle frontiere a tutta la nazione: il problema linguistico stava per diventare un problema politico. Venezia fu anche sede di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="775.228000" xMax="559.724000" yMax="785.156000">un’esperienza giornalistica originale ad opera del letterato veneziano Gasparo Gozzi; la sua “Gazzetta veneta” dava informazioni sulle vendite, gli acquisti, sui prezzi, ma egli la riempì </word>
<word xMin="28.500000" yMin="785.228000" xMax="565.840000" yMax="795.156000">con interventi letterari, racconti che potevano suscitare interesse, curiosità e divertimento. “L’osservatore veneto”, sempre curato da Gozzi, ebbe un più deciso orientamento letterario: la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="795.128000" xMax="522.564000" yMax="805.056000">difesa della purezza della lingua toscana nasceva dalla concezione della lingua come organismo vivo, che nella mescolanza perde efficacia, immediatezza e naturalezza. </word>
</page>
<page width="595.000000" height="842.000000">
<word xMin="28.500000" yMin="28.476000" xMax="568.624000" yMax="38.572000">La satira della società – Figura singolare nel clima milanese dell’illuminismo è Giuseppe Parini, che espresse in modo originale l’opposizione alla società presente. La sua figura e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="38.528000" xMax="534.140000" yMax="48.456000">la tematica della sua opera ebbero un’enorme funzione di stimolo per gli intellettuali che si proposero il rinnovamento della coscienza morale e politica, e che ne mitizzarono il </word>
<word xMin="28.500000" yMin="48.528000" xMax="554.180000" yMax="58.456000">personaggio oltre che imitarne lo stile. La poesia di Parini si collocava originariamente in una ripresa del genere satirico, la cui fortuna s’inserisce in un’esigenza di ribaltamento della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="58.428000" xMax="567.424000" yMax="68.356000">letteratura ufficiale e dei suoi generi prevalenti. La tradizione toscana offriva quella ricchezza lessicale che permetteva il gioco comico della parola. Un apporto alla poesia burlesca diede </word>
<word xMin="28.500000" yMin="68.428000" xMax="566.420000" yMax="78.356000">Giovan Battista Fagiuoli, autore anche di commedie che prendono di mira i costumi del tempo. Ma è Parini che porta ad un livello di alta consapevolezza letteraria le tendenze burlesche </word>
<word xMin="28.500000" yMin="78.328000" xMax="568.824000" yMax="88.256000">nella fusione del poema didattico. Il poema è conosciuto col titolo “Il giorno”, di cui l’autore pubblicò solo la prima e la seconda parte (“Il mattino” e “Il mezzogiorno”), lasciando incomplete </word>
<word xMin="28.500000" yMin="88.328000" xMax="539.220000" yMax="98.256000">le parti successive (“Il vespro” e “La notte”), racconta la giornata di un giovin signore. Il registro con qui è rappresentato lo sfarzo del costume nobiliare comporta l’ambiguità del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="98.228000" xMax="556.436000" yMax="108.156000">linguaggio: le forme del lusso, degli oggetti e dei gesti non sono sottoposte alla polemica e al disprezzo, ma sono evidenziate da una sapienza descrittiva che ne fa avvertire l’aspetto </word>
<word xMin="28.500000" yMin="108.228000" xMax="539.036000" yMax="118.156000">piacevole per poi far scoprire il ridicolo e la vanità di quella stessa piacevolezza. Il linguaggio ironico tuttavia non giunge mai a livelli comici e grotteschi, ma si contiene nei limiti </word>
<word xMin="28.500000" yMin="118.128000" xMax="461.284000" yMax="128.056000">dell’aulicità: il tono aulico, ottenuto attraverso frequenti latinismi, scopre la sua funzione ironica nel contrasto con i termini tecnici e i vocaboli realistici.</word>
<word xMin="28.500000" yMin="128.176000" xMax="560.208000" yMax="138.272000">La tragedia del potere tirannico – Il rinnovamento del genere teatrale sul versante della tragedia fu tra le ultime esperienze letterarie del 1700 ed ebbe un carattere singolare </word>
<word xMin="28.500000" yMin="138.228000" xMax="546.908000" yMax="148.156000">perché promosso da un poeta come Vittorio Alfieri. La commedia con Goldoni, la satira e la lirica con Parini si erano rinnovate attraverso l’esperienza arcadica. Alfieri chiarì la sua </word>
<word xMin="28.500000" yMin="148.228000" xMax="559.260000" yMax="158.156000">vocazione letteraria quando i tempi dell’Arcadia erano lontani, l’illuminismo si avviava alla crisi e si approssimavano gli eventi rivoluzionari. Le tragedie di Alfieri si sviluppano intorno al </word>
<word xMin="28.500000" yMin="158.128000" xMax="567.824000" yMax="168.056000">tema della tirannide. Egli muove dal modello senechiano e dalla tragedia classicistica francese, riprendendone gli argomenti e indulgendo al gusto delle vicende di odio e vendetta, ma la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="168.128000" xMax="566.624000" yMax="178.056000">sua tensione è volta a concentrare il dramma sui personaggi principali, evitando le amplificazioni. Per superare questi difetti, egli non solo restrinse il numero di personaggi, ma si dedicò </word>
<word xMin="28.500000" yMin="178.028000" xMax="559.004000" yMax="187.956000">ad una ricerca stilistica per ottenere un verso adeguato alla tensione del suo sistema drammatico. Al tiranno si oppone l’eroe e in modo tale non si lascia spazio ad altra soluzione che </word>
<word xMin="28.500000" yMin="188.028000" xMax="543.248000" yMax="197.956000">alla morte. Il linguaggio, con la sua durezza avrebbe dovuto mostrare la violenza dei sentimenti e il dramma delle passioni: predominano così nel monologo e nel dialogo il grido, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="197.928000" xMax="540.708000" yMax="207.856000">l’esplosione dell’animo, l’esclamazione, l’interrogazione angosciosa. Sembra imporsi una visione della condizione umana: la brama del tiranno e la passione dell’eroe sembrano </word>
<word xMin="28.500000" yMin="207.928000" xMax="324.892000" yMax="217.856000">simboleggiare l’individuo nel suo impulso naturale di affermazione e nel senso doloroso dei suoi limiti. </word>
<word xMin="55.500000" yMin="227.876000" xMax="62.124000" yMax="237.972000">3.</word>
<word xMin="74.200000" yMin="227.876000" xMax="568.324000" yMax="237.972000"> Risorgimento classicoromantico – Nei primi due decenni del 1800, che vedono espandersi e dissolversi l’impero napoleonico, la tendenza al recupero delle </word>
<word xMin="74.200000" yMin="237.928000" xMax="541.960000" yMax="247.856000">tradizioni nazionali assume un significato politico. L’impero napoleonico era una realizzazione, sul piano politico, del cosmopolitismo settecentesco ed un rilancio </word>
<word xMin="74.200000" yMin="247.928000" xMax="563.544000" yMax="257.856000">dell’egemonia culturale francese. In questa situazione, il recupero delle tradizioni nazionali assume una valenza culturale e politica e diventa il nucleo di quel movimento </word>
<word xMin="74.200000" yMin="257.828000" xMax="548.936000" yMax="267.756000">letterario detto Romanticismo. La poesia si faceva interprete di un nuovo ritorno alle origini, all’infanzia, alla natura in quanto proiezione della coscienza individuale. </word>
<word xMin="74.200000" yMin="267.828000" xMax="533.656000" yMax="277.756000">Questo processo individuale avveniva in concomitanza col processo politico di restaurazione degli antichi stati, con cui si concludeva l’avventura napoleonica. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="287.876000" xMax="549.204000" yMax="297.972000">Nuovo classicismo in Europa – L’egemonia francese, che inizia nell’età di Luigi XIV e si afferma intorno alla metà del 1700, convive e si scontra con orientamenti letterari </word>
<word xMin="28.500000" yMin="298.028000" xMax="543.884000" yMax="307.956000">ispirati a tradizioni nazionali divergenti dal modello francese. La cultura tedesca ebbe una parte di primo piano nell’avviare la crisi dell’illuminismo attraverso la trasformazione del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="307.928000" xMax="568.824000" yMax="317.856000">classicismo e la promozione di una poesia moderna che fu poi detta romantica. Il processo di sganciamento dalla cultura francese si verificò durante il regno di Federico II di Prussia, che </word>
<word xMin="28.500000" yMin="317.928000" xMax="566.180000" yMax="327.856000">aveva ideato l’unificazione dei popoli germanici sotto l’egemonia prussiana. Sotto i suoi successori alcune forme di opposizione al classicismo francese si tradussero in un vero e proprio </word>
<word xMin="28.500000" yMin="327.828000" xMax="565.212000" yMax="337.756000">moto di emancipazione culturale e di rilancio della tradizione germanica. Fu merito di un archeologo tedesco, Johann Winckelmann, la nascita dell’archeologia come scienza, cioè come </word>
<word xMin="28.500000" yMin="337.828000" xMax="567.324000" yMax="347.756000">ricerca delle opere dell’arte antica, interpretazione dei reperti archeologici ed esecuzione di scavi con metodo scientifico. Winckelmann scrisse la “Storia dell’arte dell’antichità” dopo aver </word>
<word xMin="28.500000" yMin="347.728000" xMax="565.484000" yMax="357.656000">ammirato i capolavori dell’arte greca a Roma; gli scavi di Ercolano e di Pompei avevano rivelato un aspetto inedito dell’arte antica e fu proprio l’impulso dato dall’archeologo tedesco allo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="357.728000" xMax="554.512000" yMax="367.656000">studio dell’antichità ad attribuire un senso nuovo a queste scoperte. Egli era guidato da una precisa concezione dell’antichità ed attribuì infatti all’arte greca la rappresentazione della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="367.628000" xMax="542.112000" yMax="377.556000">bellezza ideale, cioè il superamento delle forme particolari che l’esperienza reale ci presenta, mediante una forma perfetta perché indeterminata. Si trattava di un’interpretazione </word>
<word xMin="28.500000" yMin="377.628000" xMax="550.220000" yMax="387.556000">destinata a proporre un nuovo modello di stile, ma anche dell’introduzione di un nuovo gusto. Gli effetti si fecero sentire nella letteratura con un classicismo di nuovo genere, teso a </word>
<word xMin="28.500000" yMin="387.528000" xMax="553.380000" yMax="397.456000">realizzare la perfezione attraverso un linguaggio armonico ma privo di virtuosismi: tale fu lo stile del neoclassicismo, derivante dal rinnovamento apportato da Winckelmann nelle arti </word>
<word xMin="28.500000" yMin="397.528000" xMax="548.360000" yMax="407.456000">figurative e che inaugurò una nuova stagione di rapporti fra letteratura ed arti visive. Il neoclassicismo nasceva in polemica con il tardo classicismo francese, chiamato con termine </word>
<word xMin="28.500000" yMin="407.428000" xMax="560.412000" yMax="417.356000">dispregiativo “rococò”, deformazione del vocabolo rocaille, che designava lo stile ispirato alle forme irregolari di rocce e conchiglie. All’ornamentazione di questo stile veniva opposta la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="417.428000" xMax="558.936000" yMax="427.356000">linea semplice delle forme perfette dell’arte greca. L’antichità era distinta al mondo moderno e considerata termine ideale di aspirazione all’età perfetta, per questo il neoclassicismo si </word>
<word xMin="28.500000" yMin="427.328000" xMax="552.676000" yMax="437.256000">incontrava con orientamenti culturali come il romanticismo, che privilegiava il sentimento e avvertiva l’inquietudine del tempo presente, mentre idoleggiava l’età primitiva; Roma fu la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="437.328000" xMax="549.108000" yMax="447.256000">meta dei maggiori poeti tedeschi che si ispirarono al neoclassicismo, come Goethe o Heine. La crisi dell’illuminismo si manifestava anche all’interno della tradizione di pensiero nel </word>
<word xMin="28.500000" yMin="447.228000" xMax="564.388000" yMax="457.156000">gruppo di scienziati, letterati e filosofi, chiamati ideologi; in Francia si crearono le premesse della storiografia romantica, caratterizzata da una particolare sensibilità per il popolo e per le </word>
<word xMin="28.500000" yMin="457.228000" xMax="559.184000" yMax="467.156000">origini della nazione; in Germania, Herder elaborava i fondamenti teorici di una nuova concezione della storia, che avrà la sua maturazione nell’idealismo tedesco; anche in Italia c’era </word>
<word xMin="28.500000" yMin="467.128000" xMax="327.292000" yMax="477.056000">interesse per la storia del popolo, manifestato soprattutto nella narrativa e nella storiografia di Manzoni.</word>
<word xMin="28.500000" yMin="487.076000" xMax="559.992000" yMax="497.172000">Riscoperta delle tradizioni nazionali – Contro la tradizione classica francese è diretta l’opera dello studioso tedesco, collocato all’origine della critica moderna: Lessing, che </word>
<word xMin="28.500000" yMin="497.228000" xMax="554.916000" yMax="507.156000">oppose ai grandi autori drammatici del 600 francese, Corneille e Racine, il teatro di Shakespeare, un modello noto per il rilievo dato alle passioni e alle contraddizioni del sentimento. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="507.128000" xMax="539.612000" yMax="517.056000">Lessing partecipava alla trasformazione del classicismo distinguendo il carattere diverso di due arti, poesia e scultura, ma anche cogliendo la differenza fra l’arte idoleggiata dai </word>
<word xMin="28.500000" yMin="517.128000" xMax="567.824000" yMax="527.056000">neoclassici, consistente nel superamento delle passioni, e l’arte moderna e romantica, che si abbandona all’espressione di passioni e dolori. Tale fu la poesia di un gruppo di poeti che si </word>
<word xMin="28.500000" yMin="527.028000" xMax="531.188000" yMax="536.956000">designa col titolo di un dramma di Klinger, lo sturm und drang, impeto e assalto, sono infatti i motivi fondamentali del movimento, al quale aderirono i due più grandi poeti del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="537.028000" xMax="555.672000" yMax="546.956000">neoclassicismo tedesco, Goethe e Schiller. Esso si proponeva di contrastare il costume e la letteratura correnti, affermando i diritti dell’individuo, la sua creatività contro le regole e la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="546.928000" xMax="564.880000" yMax="556.856000">tradizione. La critica degli stürmer und dränger era diretta contro la letteratura moderna tedesca e rivalutava l’opera del popolo germanico agli inizi della sua storia. In questa prospettiva </word>
<word xMin="28.500000" yMin="556.928000" xMax="534.168000" yMax="566.856000">si mosse Herder, che fu tra i primi a rivalutare la poesia popolare, raccogliendo canti popolari e considerando il linguaggio la manifestazione più spontanea dell’animo umano. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="566.876000" xMax="564.804000" yMax="576.972000">Nuovo classicismo italiano – Gli scrittori più celebri che nei primi decenni dell’800 rappresentano in Italia la resistenza del classicismo, provengono da regioni marginali rispetto </word>
<word xMin="28.500000" yMin="577.028000" xMax="547.604000" yMax="586.956000">ai centri illuministici. Vincenzo Monti e Ippolito Pindemonte, famosi per la traduzione di Omero, introdussero la lettura neoclassica del poeta greco e rimasero estranei al mvimento </word>
<word xMin="28.500000" yMin="586.928000" xMax="555.300000" yMax="596.856000">romantico. La difesa della tradizione classicistica vide Monti polemizzare con la cultura romantica, prendendo posizione contro i dialetti e in favore della lingua italiana. L’intervento di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="596.928000" xMax="560.020000" yMax="606.856000">Monti nella questione linguistica ebbe un’importanza notevole nel momento in cui si animava la polemica fra i difensori della pura tradizione toscana e le istanze popolari dei romantici. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="606.828000" xMax="424.836000" yMax="616.756000">Monti si opponeva ad entrambi, tenendo vivo l’ideale settecentesco di una lingua unitaria, fondata sui modelli della letteratura nazionale. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="616.876000" xMax="552.116000" yMax="626.972000">Nuovo classicismo linguistico: il purismo e la riscoperta del 300 – Negli anni del predominio napoleonico si rinnovò la discussione sulla lingua, che implicava in </word>
<word xMin="28.500000" yMin="626.928000" xMax="560.000000" yMax="636.856000">maniera indiretta il problema nazionale. Si formò una vera e propria scuola, tendente a recuperare la tradizione considerata più pura della lingua toscana. La scuola di purismo italiano </word>
<word xMin="28.500000" yMin="636.928000" xMax="556.612000" yMax="646.856000">sorse nel clima di restaurazione seguito alla crisi dell’illuminismo, durante il rifiorire del classicismo, ed ebbe il suo centro a Verona, una città periferica rispetto alla capitale lombarda, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="646.828000" xMax="549.896000" yMax="656.756000">nella quale c’era una cultura più aperta alle esperienze europee. L’opera dell’abate Antonio Cesari e il modo convincente con cui ripropose la questione del purismo, fece di questa </word>
<word xMin="28.500000" yMin="656.828000" xMax="531.676000" yMax="666.756000">scuola uno dei punti più notevoli della cultura italiana. Cesari guardava alla lingua semplicemente come atto artistico, non pratico, che dovesse avere principalmente il pregio </word>
<word xMin="28.500000" yMin="666.728000" xMax="564.772000" yMax="676.656000">dell’espressività. La sua preferenza andava al 300 toscano, perché in quel secolo d’oro si sarebbe verificata l’identità fra lingua parlata e lingua scritta. Su questo si fonda un concetto di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="676.728000" xMax="546.492000" yMax="686.656000">lingua protesa alla ricerca della parola quale immediata immagine delle cose. Il classicismo di Cesari non gli permette di avvicinarsi al concetto primitivo dei romantici: egli parla di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="686.628000" xMax="547.212000" yMax="696.556000">semplicità e naturalezza per indicare il carattere di quella lingua cui va la sua preferenza. L’intransigenza della teoria di Cesari trovò l’opposizione di chi aveva acquisito il principio </word>
<word xMin="28.500000" yMin="696.628000" xMax="551.196000" yMax="706.556000">illuministico del progresso e dello svecchiamento della lingua: fra costoro, Vincenzo Monti e Giulio Perticari, che portarono avanti l’opera di demolizione degli argomenti e del lavoro </word>
<word xMin="28.500000" yMin="706.528000" xMax="559.576000" yMax="716.456000">svolto dai puristi. Si manifestavano nel discorso di Monti alcune tendenze che gli impedivano di cogliere l’aspetto più nuovo del purismo. La predilezione per il semplice ed il nativo era </word>
<word xMin="28.500000" yMin="716.528000" xMax="557.544000" yMax="726.456000">respinta perché contraria al concetto del “bello scrivere”, che non è natura, ma arte, e la ricerca linguistica del purista era considerata contraria all’arte, che non deve manifestarsi, ma </word>
<word xMin="28.500000" yMin="726.428000" xMax="561.444000" yMax="736.356000">nascondersi. L’opera di Pietro Giordani è invece volta alla proposta di un purismo progressista e insieme alla rivalutazione del classicismo. Egli nutrì il suo classicismo aprendosi ad un </word>
<word xMin="28.500000" yMin="736.428000" xMax="551.560000" yMax="746.356000">impegno diretto alla provincializzazione della cultura italiana e alla difesa del sentimento nazionale. Egli configurò un modello di “perfetto scrittore”, teso al conseguimento di un’arte </word>
<word xMin="28.500000" yMin="746.328000" xMax="559.012000" yMax="756.256000">nuova, capace di aderire alla storia e di interessare il popolo. A questo fine ritenne utile uno stile che aderisse, per la lingua, al modello toscano del 300, e, per lo stile, al modello degli </word>
<word xMin="28.500000" yMin="756.328000" xMax="506.644000" yMax="766.256000">scrittori greci, che sono capaci di pervenire a semplicità e naturalezza attraverso l’uso di una sapiente tecnica. Giordani identificò questo perfetto scrittore il Leopardi.</word>
<word xMin="28.500000" yMin="766.276000" xMax="565.040000" yMax="776.372000">Classicismo ribelle – Fra lo scoppio della rivoluzione francese e la restaurazione, i centri più attivi della cultura italiana furono Milano e Napoli. A Milano per opera di Napoleone si </word>
<word xMin="28.500000" yMin="776.428000" xMax="565.196000" yMax="786.356000">era costituita la repubblica cisalpina; a Napoli la borghesia intellettuale aveva dato vita alla repubblica partenopea. Di formazione classicistica e illuministica erano i napoletani che, dopo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="786.328000" xMax="561.484000" yMax="796.256000">il fallimento dell’esperienza rivoluzionaria, si recarono a Milano, contribuendo alla formazione dello spirito nazionale e alla lotta contro l’antico regime. Nella sua opera, Vincenzo Cuoco </word>
<word xMin="28.500000" yMin="796.328000" xMax="555.204000" yMax="806.256000">discute del fallimento della rivoluzione napoletana, mettendo in evidenza la necessità della partecipazione popolare alla rivoluzione. Il poeta che ha dominato nella letteratura italiana </word>
</page>
<page width="595.000000" height="842.000000">
<word xMin="28.500000" yMin="28.428000" xMax="562.780000" yMax="38.356000">dell’età napoleonica fu Ugo Foscolo, la cui opera è diretta a ritrovare l’identità della nazione italiana, come si vede nel carme dei “Sepolcri”. Foscolo si distingue per l’adesione giovanile </word>
<word xMin="28.500000" yMin="38.328000" xMax="562.204000" yMax="48.256000">al giacobinismo rivoluzionario e per la partecipazione attiva alle vicende belliche di quegli anni. L’interesse per la storia e per la nazione daranno un significato nuovo al suo recupero di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="48.328000" xMax="233.416000" yMax="58.256000">Firenze quale centro della più significativa tradizione culturale italiana. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="58.276000" xMax="548.184000" yMax="68.372000">La formazione del concetto di romanticismo in area europea – Dall’ammirazione per il nuovo classicismo di Goethe e di Schiller muovono i primi teorizzatori del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="68.428000" xMax="551.520000" yMax="78.356000">romanticismo: i fratelli Schlegel, che fondarono la rivista “Athenäum”. August Wilhelm contribuì alla diffusione di Shakespeare e formulò i principi della poesia moderna o romantica. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="78.328000" xMax="551.604000" yMax="88.256000">Friedrich, pur condividendo la distinzione fra poesia antica e moderna, considerava il culto dell’arte greca (ellenismo) presente nel nuovo classicismo un elemento fecondatore della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="88.328000" xMax="544.380000" yMax="98.256000">poesia moderna, poiché in quest’ultima scomparirebbe l’imitazione, tipico fondamento della poesia classicistica. La contrapposizione di classico e romantico, intesi come antico e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="98.228000" xMax="554.908000" yMax="108.156000">moderno, contribuisce alla letteratura l’abbandono della mitologia classica per costruire una poesia adeguata allo spirito moderno, in cui prevalga il sentimento soggettivo. Nel centro </word>
<word xMin="28.500000" yMin="108.228000" xMax="524.168000" yMax="118.156000">berlinese operava anche il filosofo Fichte, al quale si deve l’inizio della filosofia romantica tedesca, che può identificarsi con l’idealismo. In lui prevale il tema dell’eroismo e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="118.128000" xMax="552.684000" yMax="128.056000">dell’educazione spirituale volta a realizzare l’indipendenza germanica, come nel suo successore Schelling prevale la considerazione dell’arte come forma suprema di conoscenza. Il </word>
<word xMin="28.500000" yMin="128.128000" xMax="568.824000" yMax="138.056000">maggiore teorizzatore dell’idealismo tedesco fu Hegel, il quale fu anche tra i primi interpreti dell’arte romantica, definita in contrapposizione con l’arte classica. Quest’ultima consisterebbe </word>
<word xMin="28.500000" yMin="138.028000" xMax="561.200000" yMax="147.956000">per Hegel nella rappresentazione ideale della natura e avrebbe come principio la bellezza, mentre l’arte romantica consisterebbe nella coscienza che lo spirito acquista di sé, della sua </word>
<word xMin="28.500000" yMin="148.028000" xMax="541.808000" yMax="157.956000">libertà. Di qui il soggettivismo della nuova arte rispetto al carattere contemplativo del classicismo. Ebbe una notevole influenza sulla cultura italiana il libro col quale una scrittrice </word>
<word xMin="28.500000" yMin="157.928000" xMax="537.712000" yMax="167.856000">svizzera, Madame de Staël, illustrava l’orientamento della moderna poesia tedesca. In questo libro, intitolato De l’Allemande, la Staël insisteva soprattutto sulla naturalezza del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="167.928000" xMax="567.424000" yMax="177.856000">sentimento del popolo germanico, che si sarebbe espressa nella nuova scuola poetica, esaltata per la sua originalità nei confronti della tradizione latina, soggetta invece alle convenzioni </word>
<word xMin="28.500000" yMin="177.828000" xMax="562.472000" yMax="187.756000">e alle norme. Il modello della nuova scuola germanica era proposto come leva di rinnovamento. L’intervento della Staël ebbe un notevole rilievo per lo sviluppo della letteratura italiana, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="187.828000" xMax="568.524000" yMax="197.756000">in quanto condizionò la nascita del romanticismo italiano. Il nuovo orientamento della poesia tedesca si manifesta in una varietà di generi, fra cui predominano il dramma, la narrativa e la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="197.728000" xMax="567.324000" yMax="207.656000">lirica, ma le opere più significative sono “I dolori del giovane Werther” di Goethe e gli “Inni alla notte” di Novalis. Il romanzo di Goethe era stato concepito nel clima dello sturm und drang, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="207.728000" xMax="560.248000" yMax="217.656000">quando non si era ancora delineata la scuola romantica ed era un’opera di uno scrittore che abbandonerà quell’esperienza per divenire animatore del neoclassicismo. Esso diviene un </word>
<word xMin="28.500000" yMin="217.628000" xMax="549.900000" yMax="227.556000">modello della nuova sensibilità romantica, poiché narrava in forma epistolare e quindi trascrivendo le vicende in modi soggettivi, la storia dell’amore infelice di Werther per Carlotta, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="227.628000" xMax="550.884000" yMax="237.556000">conclusasi col suicidio. Werther rispecchiava la nuova disposizione psicologica al ripiegamento interiore e alla sofferenza fino all’annullamento, mentre la lirica di Novalis assumeva </word>
<word xMin="28.500000" yMin="237.528000" xMax="565.868000" yMax="247.456000">l’atmosfera notturna cara alla nuova sensibilità e svolgeva l’attività fantastica attribuendo al poeta la capacità di dar vita reale alle sue immaginazioni. Novalis usò il termine romantico ad </word>
<word xMin="28.500000" yMin="247.528000" xMax="555.036000" yMax="257.456000">indicare l’indeterminato e l’indefinito delle sue immaginazioni poetiche, e alla lontananza nel tempo e nello spazio il poeta tedesco attribuiva l’effetto di far diventare tutto romantico. Il </word>
<word xMin="28.500000" yMin="257.428000" xMax="561.524000" yMax="267.356000">motivo della sofferenza interiore, del turbamento che fa disdegnare la vita e desiderare la morte, e quello della potenza immaginativa del poeta e del piacere dell’indefinito avranno una </word>
<word xMin="28.500000" yMin="267.428000" xMax="544.452000" yMax="277.356000">notevole applicazione in due grandi poeti italiana dell’età romantica, Foscolo e Leopardi. Il termine romantico assumeva un significato storico e programmatico, come sinonimo di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="277.328000" xMax="555.704000" yMax="287.256000">moderno e contrario di classico, e designò in Inghilterra prima in senso negativo, poi in senso positivo, il fantastico e l’irrazionale. L’immaginazione e l’amore per gli aspetti selvaggi e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="287.328000" xMax="545.828000" yMax="297.256000">malinconici della natura avevano trovato in quell’aggettivo il modo per designare sia questa scena, sia l’emozione che si prova alla vista di essa. In Francia e in Inghilterra nel 600 </word>
<word xMin="28.500000" yMin="297.228000" xMax="557.840000" yMax="307.156000">venivano compresi sotto l’appellativo di poesia romantica la narrativa cavalleresca (Ariosto, Tasso) e il teatro non rispondente ai modelli dell’antichità, come quello di Shakespeare. Si </word>
<word xMin="28.500000" yMin="307.228000" xMax="566.684000" yMax="317.156000">fondono quindi in questo termine due fondamentali motivi: la distinzione di una tradizione poetica diversa da quella classica e l’individuazione di una particolare sensibilità rivolta al vago, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="317.128000" xMax="546.416000" yMax="327.056000">all’indeterminato, al selvaggio, al malinconico. Questa disposizione del gusto, in cui consisterà gran parte del romanticismo nordico, si ritrova soprattutto nella poesia inglese della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="327.128000" xMax="552.044000" yMax="337.056000">seconda metà del 700. I poemi attribuiti ad Ossian erano ispirati a leggende medievali e prediligevano i tetri paesaggi nordici. In ambito classicistico nasce la poesia sepolcrale, una </word>
<word xMin="28.500000" yMin="337.028000" xMax="558.780000" yMax="346.956000">moda poetica che s’ispira a motivi notturni e immagini di morte. “L’elegia scritta in un cimitero campestre” di Thomas Gray e i “Pensieri notturni” di Edward Young sono i capolavori del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="347.028000" xMax="553.788000" yMax="356.956000">genere. Due poeti che furono attratti dagli ideali della rivoluzione francese, William Wordsworth e Samuel Coleridge, tornarono delusi dalla Francia rivoluzionaria ed iniziarono con le </word>
<word xMin="28.500000" yMin="356.928000" xMax="567.724000" yMax="366.856000">“Ballate liriche” il movimento romantico in Inghilterra. La tematica romantica emergeva anche nella poesia di coloro che si richiamavano al classicismo nella forma nuova dell’ellenismo. Il </word>
<word xMin="28.500000" yMin="366.928000" xMax="554.392000" yMax="376.856000">mito della bellezza ideale corrispondeva infatti all’esigenza di penetrare nelle più intime e misteriose sorgenti della natura. Poeti neoclassicisti inglesi come John Keats dimostrano lo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="376.828000" xMax="565.052000" yMax="386.756000">stretto rapporto fra il rinnovamento del culto dell’antichità e la sensibilità romantica. In Francia la nuova sensibilità affiorava all’interno di una struttura ancora dominata dal classicismo, e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="386.828000" xMax="564.548000" yMax="396.756000">non si formò un vero e proprio movimento romantico. La tradizione è radicata nel classicismo francese di Chateubriand, che rappresenta la reazione cattolica, mentre un esponente fra i </word>
<word xMin="28.500000" yMin="396.728000" xMax="515.292000" yMax="406.656000">maggiori nell’illuminismo, Rousseau, forniva alcune delle idee più feconde per lo sviluppo della sensibilità romantica e per la traduzione di essa in una precisa ideologia.</word>
<word xMin="28.500000" yMin="406.776000" xMax="542.068000" yMax="416.872000">L’orientamento romantico – Il nome romanticismo deriva dall’aggettivo romantico per designare gli aspetti più vari della moderna sensibilità e della poesia sganciata dal </word>
<word xMin="28.500000" yMin="416.828000" xMax="555.900000" yMax="426.756000">classicismo. Ma la contrapposizione di romanticismo ed illuminismo, di romanticismo e classicismo, va intesa con cautela poiché spesso avviene che i romantici conservino sul piano </word>
<word xMin="28.500000" yMin="426.828000" xMax="537.020000" yMax="436.756000">delle idee una formazione di tipo illuministico, e sul piano dell’educazione artistica l’adesione ai principi del classicismo. Le prime manifestazioni del nuovo gusto si verificarono </word>
<word xMin="28.500000" yMin="436.728000" xMax="561.436000" yMax="446.656000">nell’ambito stesso della cultura illuministica. Queste manifestazioni non accompagnate da un programma determinato e da una consapevole volontà di rivolta nei confronti della cultura </word>
<word xMin="28.500000" yMin="446.728000" xMax="545.812000" yMax="456.656000">illuministica, sono state riguardate come una sorta di precorri meno del romanticismo. La nozione di preromanticismo designa il complesso di quelle manifestazioni che sembrano </word>
<word xMin="28.500000" yMin="456.628000" xMax="558.888000" yMax="466.556000">preludere al movimento romantico; certi aspetti sono inerenti alla cultura illuministica, ricca di sfaccettature e di contraddizioni e capace di alimentare la cultura dell’età romantica. Due </word>
<word xMin="28.500000" yMin="466.628000" xMax="551.316000" yMax="476.556000">momenti tipici della cultura del tardo 700, che vanno collocati sulla linea di sviluppo che porta al romanticismo, sono il movimento dello sturm und drang e il neoclassicismo. Il primo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="476.528000" xMax="567.724000" yMax="486.456000">afferma l’individualità contro l’ordine sociale e le tradizionali norme costrittive dell’arte, proponendo il tema della libertà; il movimento neoclassico rinnega la normativa del classicismo per </word>
<word xMin="28.500000" yMin="486.528000" xMax="562.460000" yMax="496.456000">recuperare la purezza dell’originario ideale ellenico, creando un mito immaginario ed irraggiungibile, evocando cioè un valore perduto da riconquistare con l’immaginazione e con l’arte. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="496.428000" xMax="555.516000" yMax="506.356000">Si tratta di un atteggiamento che ritorna nell’età romantica sia nelle forme dell’ellenismo, cioè dell’imitazione dell’arte greca, sia nelle forme tipicamente romantiche della sofferenza e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="506.428000" xMax="556.692000" yMax="516.356000">della fantasia consolatrice. Il neoclassicismo non può intendersi al di fuori del razionalismo, che mira a semplificare ciò che è confuso, e del sensismo, che recuperava il piacere della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="516.328000" xMax="556.028000" yMax="526.256000">vista come fenomeno principalmente soggettivo. Questi due movimenti si svolgono contemporaneamente e talora interferiscono tra loro. I nodi essenziali dell’orientamento romantico </word>
<word xMin="28.500000" yMin="526.328000" xMax="44.420000" yMax="536.256000">sono:</word>
<word xMin="46.500000" yMin="536.228000" xMax="48.684000" yMax="546.156000"></word>
<word xMin="64.500000" yMin="536.228000" xMax="559.868000" yMax="546.188000">l’interesse per l’immaginazione, il mito la religione: nella prospettiva del razionalismo illuministico, l’immaginazione era valutata fra le facoltà nobili dell’uomo, ma tenuta ad </word>
<word xMin="64.500000" yMin="546.228000" xMax="567.324000" yMax="556.156000">un livello inferiore rispetto alla ragione, che dovrebbe farle da guida. La tendenza a spiegare le forme artistiche (le belle lettere e la poesia) mediante una determinata facoltà </word>
<word xMin="64.500000" yMin="556.128000" xMax="541.872000" yMax="566.056000">umana come l’immaginazione, apre la strada alla rivalutazione delle fantasia e del mito, che giungerà a ribaltare la gerarchia tradizionale dei valori e ad affermare la </word>
<word xMin="64.500000" yMin="566.128000" xMax="561.088000" yMax="576.056000">supremazia dell’arte nel campo delle attività umane. Il ritorno alla religione tradizionale figurava come riconquista delle radici popolari che la rivoluzione intellettuale pareva </word>
<word xMin="64.500000" yMin="576.028000" xMax="565.396000" yMax="585.956000">aver abbandonato nella forma del deismo. La religione ripristinava la fiducia nella provvidenza, ponendosi come correttrice dell’eccessivo orgoglio della ragione illuministica. </word>
<word xMin="64.500000" yMin="586.028000" xMax="549.416000" yMax="595.956000">La religione diveniva uno strumento catalizzatore di alcune tendenza, come il gusto dell’immaginazione, del primitivo, il culto della tradizione e la sensibilità per ciò che </word>
<word xMin="64.500000" yMin="595.928000" xMax="208.412000" yMax="605.856000">sfugge al controllo e alla comprensione razionale.</word>
<word xMin="46.500000" yMin="605.928000" xMax="48.684000" yMax="615.856000"></word>
<word xMin="64.500000" yMin="605.928000" xMax="553.988000" yMax="615.888000">La considerazione delle sensazioni e degli stati d’animo indefiniti: la teoria sensistica del piacere diede fondamento scientifico alla riflessione sugli stati d’animo. L’ideale </word>
<word xMin="64.500000" yMin="615.828000" xMax="568.724000" yMax="625.756000">etico e sociale della felicità apre la strada alla scoperta di zone sconosciute della coscienza, che si identificano col sentimento, inteso come partecipe della ragione o ad essa </word>
<word xMin="64.500000" yMin="625.828000" xMax="568.724000" yMax="635.756000">contrapposto. Tale riflessione corrispondeva allo sviluppo nella letteratura dei toni malinconici, non nuovi ma divenuti più ricchi di sfumature, riferiti ad un indefinito malessere </word>
<word xMin="64.500000" yMin="635.728000" xMax="95.804000" yMax="645.656000">dell’animo.</word>
<word xMin="46.500000" yMin="645.728000" xMax="48.684000" yMax="655.656000"></word>
<word xMin="64.500000" yMin="645.728000" xMax="549.592000" yMax="655.688000">Il ritorno alla natura e alle origini: la natura era stata il grande mito dell’illuminismo, intesa come antica età felice. Ora si aggiunge il concetto di natura come luogo delle </word>
<word xMin="64.500000" yMin="655.628000" xMax="206.524000" yMax="665.556000">origini, della fantasia, della poesia, del selvaggio.</word>
<word xMin="46.500000" yMin="665.628000" xMax="48.684000" yMax="675.556000"></word>
<word xMin="64.500000" yMin="665.628000" xMax="567.324000" yMax="675.588000">L’insofferenza per i vincoli di ordine sociale, morale e artistico e quindi il culto della passione: natura è anche la realtà istintiva dell’individuo, costretto dai vincoli della società </word>
<word xMin="64.500000" yMin="675.528000" xMax="546.112000" yMax="685.456000">organizzata. Il conflitto fra individuo e società è analogo a quello fra natura e civiltà e ricalca l’opposizione fra spontaneità e norma. La riscoperta della natura è anche </word>
<word xMin="64.500000" yMin="685.528000" xMax="436.800000" yMax="695.456000">riscoperta della campagna in opposizione alla città, nel momenti in cui l’attività industriale rilanciava il primato della vita cittadina.</word>
<word xMin="46.500000" yMin="695.428000" xMax="48.684000" yMax="705.356000"></word>
<word xMin="64.500000" yMin="695.428000" xMax="558.868000" yMax="705.388000">L’interesse per la poesia e la lingua nazionale e popolare: negli ultimi decenni del 700 in area anglogermanica il gusto del primitivo si manifestò nel recupero della poesia </word>
<word xMin="64.500000" yMin="705.428000" xMax="542.852000" yMax="715.356000">popolare. Si collega con questa tendenza la riscoperta della mitologia medievale come storia autentica dei popoli moderni, contro la mitologia classica riproposta nel </word>
<word xMin="64.500000" yMin="715.328000" xMax="186.548000" yMax="725.256000">rinascimento, svuotata di contenuti attuali.</word>
<word xMin="46.500000" yMin="725.328000" xMax="48.684000" yMax="735.256000"></word>
<word xMin="64.500000" yMin="725.328000" xMax="549.596000" yMax="735.288000">L’interesse per la storia, i costumi e le istituzioni dei popoli: c’era già nel 700, quando forte era la tendenza a trascurare le differenze sociali in nome di una ragione che </word>
<word xMin="64.500000" yMin="735.228000" xMax="540.436000" yMax="745.156000">uguaglia gli uomini nella loro originaria natura. La storiografia romantica privilegia l’identità etnica, l’origine e le caratteristiche delle nazioni, e rivolge una particolare </word>
<word xMin="64.500000" yMin="745.228000" xMax="206.324000" yMax="755.156000">attenzione alla sorte delle popolazioni oppresse. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="755.176000" xMax="552.056000" yMax="765.272000">Romanticismo e risorgimento politico. Il progetto romantico del “Conciliatore” – Nei primi anni della restaurazione si verificò in Italia, soprattutto nel centro </word>
<word xMin="28.500000" yMin="765.328000" xMax="566.596000" yMax="775.256000">lombardo, un’opinione favorevole al romanticismo che corrispose ad un progressivo distacco dal gusto classicistico. Il fenomeno nacque in rapporto con i fermenti patriottici provocati dal </word>
<word xMin="28.500000" yMin="775.228000" xMax="553.476000" yMax="785.156000">ritorno della dominazione austriaca, ma anche con la diffusione del nuovo movimento della cultura tedesca. A questo risveglio ha contribuito Madame de Staël, ostile a Napoleone e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="785.228000" xMax="568.424000" yMax="795.156000">divulgatrice delle idee correnti nei circoli romantici tedeschi. Un suo articolo pubblicato sulla “Biblioteca italiana”, “Sulla maniera e l’utilità delle traduzioni”, provocò un’accesa polemica fra </word>
<word xMin="28.500000" yMin="795.128000" xMax="551.972000" yMax="805.056000">tradizionalisti e sostenitori di un rinnovamento delle lettere che dovesse passare attraverso la traduzione degli scrittori stranieri. A questa seconda schiera appartengono i fautori del </word>
</page>
<page width="595.000000" height="842.000000">
<word xMin="28.500000" yMin="28.428000" xMax="563.964000" yMax="38.356000">romanticismo italiano, primo fra tutti Giovanni Berchet. La direzione della rivista era stata affidata a Giuseppe Acerbi e vi collaborarono Pietro Giordani, Monti e altri letterati, tanto che la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="38.328000" xMax="567.324000" yMax="48.256000">rivista rappresentò una delle più importanti della critica letteraria fino alla metà del secolo. I nuovi temi erano dibattuti nei primi anni della restaurazione, pur sotto il controllo austriaco. Fu </word>
<word xMin="28.500000" yMin="48.328000" xMax="553.060000" yMax="58.256000">l’esigenza di attribuire un senso politico al rinnovamento culturale, facendolo uscire dai limiti letterari, a indurre un gruppo di letterati ad opporre alla rivista appoggiata dall’Austria, “Il </word>
<word xMin="28.500000" yMin="58.228000" xMax="551.880000" yMax="68.156000">conciliatore”. Gli aderenti, di diversa provenienza, si proponevano di confrontarsi e di operare insieme per l’utilità generale e al servizio del pubblico. Redattore capo del periodico fu </word>
<word xMin="28.500000" yMin="68.228000" xMax="538.112000" yMax="78.156000">Silvio Pellico; la pubblicazione fu interrotta per intervento del governo, che la giudicò pericolosa. “Il conciliatore” si riconnetteva alla tradizione illuministica lombarda del “Caffè”, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="78.128000" xMax="553.500000" yMax="88.056000">rinnovandone l’obiettivo di una discussione culturale a largo raggio: furono stampati articoli di economia, storia, geografia, giurisprudenza; le questioni politiche non potevano essere </word>
<word xMin="28.500000" yMin="88.128000" xMax="560.992000" yMax="98.056000">affrontate in maniera diretta, né potevano assumersi posizioni rischiose. Si rivolse l’attenzione alla poesia europea, si combatté l’accademia e il classicismo come simboli di chiusura; il </word>
<word xMin="28.500000" yMin="98.028000" xMax="534.396000" yMax="107.956000">romanticismo divenne la bandiera del rinnovamento morale e politico. Sulle pagine del “Conciliatore” apparvero anche i saggi di Ermes Visconti, considerato il teorizzatore del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="108.028000" xMax="563.716000" yMax="117.956000">romanticismo italiano; Visconti pose i presupposti della nuova poetica, distinguendo i classici, per i quali la mitologia era qualcosa di sentito, dai moderni, che hanno sentimenti diversi e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="117.928000" xMax="547.624000" yMax="127.856000">devono rivolgersi ad argomenti che fanno parte del loro patrimonio storico. La religione cristiana, dissolvendo gli antichi miti, avrebbe aperto nuovi campi all’immaginazione, e così </word>
<word xMin="28.500000" yMin="127.928000" xMax="556.840000" yMax="137.856000">l’amore, non più inteso come passione pagana, ma arricchitosi di sensi cristiani, avrebbe offerto nuovi motivi al poeta. La polemica non investiva i classici, ai quali veniva riconosciuta </word>
<word xMin="28.500000" yMin="137.828000" xMax="329.616000" yMax="147.756000">l’originalità e l’autenticità nell’ambito del loro tempo, ma i classicisti, considerati imitatori, ripetitori di miti.</word>
<word xMin="28.500000" yMin="147.876000" xMax="557.316000" yMax="157.972000">La coscienza critica del romanticismo – Il romanticismo italiano, promosso dal “Conciliatore”, ebbe il suo teorico e il suo massimo rappresentante in Alessandro Manzoni, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="157.928000" xMax="545.012000" yMax="167.856000">che non fece propriamente parte di quel circolo e pervenne al romanticismo attraverso una conversione profonda che impegnò la sua arte e la sua stessa vita. Non fece parte del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="167.928000" xMax="568.824000" yMax="177.856000">movimento romantico Giacomo Leopardi, che ne fu anzi critico. La disposizione manzoniana ad interrogare la storia per scorgervi il messaggio divino e a ritrovare quest’ultimo nella sorte </word>
<word xMin="28.500000" yMin="177.828000" xMax="525.692000" yMax="187.756000">dell’individuo attore e vittima della vicenda terrena, trova inizialmente una forma di espressione nel genere tragico. Esso era depositario delle regole classicistiche derivanti </word>
<word xMin="28.500000" yMin="187.828000" xMax="535.696000" yMax="197.756000">dall’interpretazione della poetica aristotelica, le unità di tempo, spazio ed azione. La consapevolezza con cui Manzoni affronta la composizione delle tragedie è anche al fondo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="197.728000" xMax="560.368000" yMax="207.656000">dell’impresa più ampia del romanzo storico; il passaggio dalla forma poetica degli Inni alla prosa del romanzo corrisponde all’esigenza di liberarsi dalla liricità, come segno di maggiore </word>
<word xMin="28.500000" yMin="207.728000" xMax="557.804000" yMax="217.656000">aderenza alla poetica del vero. Con la poetica del vero, Manzoni intendeva rilanciare il romanticismo, dandone un’interpretazione italiana, che metteva in primo piano lo storicismo e il </word>
<word xMin="28.500000" yMin="217.628000" xMax="568.124000" yMax="227.556000">cristianesimo del suo orientamento culturale. Egli negava inoltre che ci potesse essere un tipo universale ed immutabile di perfezione poetica e recuperava la battaglia romantica per una </word>
<word xMin="28.500000" yMin="227.628000" xMax="567.824000" yMax="237.556000">poesia che abbia per oggetto il vero. Il proposito che egli attribuisce alla poesia e alla letteratura in genere è: l’utile per scopo, il vero per soggetto e l’interessante per mezzo. Manzoni ha </word>
<word xMin="28.500000" yMin="237.528000" xMax="560.060000" yMax="247.456000">impresso una svolta decisiva alla lingua italiana; egli partiva da un concetto preciso della lingua come un complesso di vocaboli comuni ad una società. Da ciò scaturiva il presupposto </word>
<word xMin="28.500000" yMin="247.528000" xMax="566.308000" yMax="257.456000">dell’inesistenza di una lingua comune italiana e la considerazione dei dialetti come vere e proprie lingue. Identificare i dialetti con le lingue significava da un lato riconoscere alla lingua la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="257.428000" xMax="561.868000" yMax="267.356000">qualità essenziale di essere viva, dall’altro escludere che la lingua comune italiana potesse essere quella letteraria. L’unità della lingua presupponeva l’unità di una nazione e costituiva </word>
<word xMin="28.500000" yMin="267.428000" xMax="566.016000" yMax="277.356000">un obiettivo, più che un’attuale realtà. La realtà infatti offriva un numero di lingue, fra le quali una soltanto poteva diventare la lingua della nazione. La questione storica si intrecciava con </word>
<word xMin="28.500000" yMin="277.328000" xMax="567.424000" yMax="287.256000">quella politica: Manzoni non poteva disconoscere che la lingua toscana fosse storicamente alla base della lingua italiana, ma ribadiva che essa andava assunta nella sua totalità. Questa </word>
<word xMin="28.500000" yMin="287.328000" xMax="566.820000" yMax="297.256000">tesi opponeva al purismo la necessità della lingua viva, agli illuministi la necessità di una lingua effettivamente parlata, adoperata per tutti gli usi della vita sociale. Manzoni proponeva un </word>
<word xMin="28.500000" yMin="297.228000" xMax="568.524000" yMax="307.156000">vocabolario che registrasse le parole effettivamente usate, un vocabolario della lingua viva toscana. E furono infatti “I promessi sposi” il modello riconosciuto della lingua italiana. Durante </word>
<word xMin="28.500000" yMin="307.228000" xMax="554.472000" yMax="317.156000">gli anni del “Conciliatore”, si affaccia alla ribalta della cultura nazionale Giacomo Leopardi, che sarebbe divenuto il più grande poeta lirico italiano del romanticismo. Ma il suo esordio </word>
<word xMin="28.500000" yMin="317.128000" xMax="557.136000" yMax="327.056000">porta già i segni della differenza dal movimento romantico, sia nella formazione politica e ideologica, sia nell’atteggiamento letterario. La sua collocazione a distanza da correnti come </word>
<word xMin="28.500000" yMin="327.128000" xMax="551.980000" yMax="337.056000">classicismo e romanticismo corrisponde alla sua stessa indole caratterizzata da una forte carica affettiva e da un’inclinazione alla riflessione e all’isolamento. I “Discorsi sulla poesia </word>
<word xMin="28.500000" yMin="337.028000" xMax="562.628000" yMax="346.956000">romantica” contiene già i presupposti della sua poesia: nella difesa della tradizione letteraria italiana e nel senso aristocratico della poesia, egli rivela un indugio provinciale; nel rifiuto di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="347.028000" xMax="549.804000" yMax="356.956000">una poesia che tendeva ad abbandonare i temi della campagna per aprirsi ad una tematica urbana e cantare le forme della civiltà moderna, si scorge l’attaccamento alla tradizione </word>
<word xMin="28.500000" yMin="356.928000" xMax="528.484000" yMax="366.856000">bucolica. La contraddizione fondamentale per i romantici è, secondo Leopardi, la pretesa di tenere insieme il canone del vero, che dovrebbe impegnare il poeta ad attenersi </word>
<word xMin="28.500000" yMin="366.928000" xMax="567.424000" yMax="376.856000">all’esperienza reale, e la considerazione della poesia come inganno e immaginazione: la contraddizione sarebbe nel voler promuovere una poesia popolare e nello stesso tempo esigere </word>
<word xMin="28.500000" yMin="376.828000" xMax="564.936000" yMax="386.756000">una poesia proporzionata al sapere moderno, cioè una poesia dotta, incomprensibile dal volgo. Dall’individuazione di queste incongruenze, egli condanna il rinnovamento tematico della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="386.828000" xMax="557.524000" yMax="396.756000">poesia romantica, che definisce “patetico”. Il patetico romantico viene respinto perché intellettualistico, cioè carico di filosofia e di analisi psicologica, e non emergente dalla sensibilità </word>
<word xMin="28.500000" yMin="396.728000" xMax="516.356000" yMax="406.656000">naturale. La difesa della poesia antica e il principio sensistico e settecentesco della naturalezza guideranno Leopardi nella creazione di un tipo nuovo di poesia, fondato </word>
<word xMin="28.500000" yMin="406.728000" xMax="553.932000" yMax="416.656000">sull’immaginazione e insieme sulla natura, sulla singolarità e insieme sulla naturalezza dell’espressione. Per intendere lo sviluppo della poesia leopardiana, bisogna partire dalle sue </word>
<word xMin="28.500000" yMin="416.628000" xMax="553.616000" yMax="426.556000">enunciazioni ideologiche. Negli antichi la poesia nasceva da un contatto sentimentale con la natura: ciò è possibile ancora da parte di coloro che non siano stati toccati dalla civiltà, i </word>
<word xMin="28.500000" yMin="426.628000" xMax="567.324000" yMax="436.556000">campagnoli, o dai fanciulli, che guardano il mondo con gli occhi dell’immaginazione. Fra i “Canti”, dove la riflessione convive con la contemplazione del particolare realistico, il canto “Alla </word>
<word xMin="28.500000" yMin="436.528000" xMax="540.712000" yMax="446.456000">primavera” rappresenta il manifesto della poesia leopardiana: c’è, nell’idoleggiamento della poesia antica, divenuta mito, l’aspirazione al primitivo e all’intimo, all’originalità e alla </word>
<word xMin="28.500000" yMin="446.528000" xMax="551.760000" yMax="456.456000">spontaneità. Fra i “Canti” spiccano, per la fortuna che hanno avuto, il gruppo dei primi e più brevi idilli, fra cui “L’infinito”, il secondo gruppo di idilli, fra cui “Il sabato del villaggio”, “La </word>
<word xMin="28.500000" yMin="456.428000" xMax="534.116000" yMax="466.356000">quiete dopo la tempesta”, il gruppo destinato a rimpiangere un amore impossibile, fra cui “Aspasia” e quello che figura come ultimo, “La ginestra”. La forma dell’idillio, che non </word>
<word xMin="28.500000" yMin="466.428000" xMax="559.388000" yMax="476.356000">rappresenta un genere definito, ma che è stata spesso assunta come una delle più significative espressioni della poesia leopardiana, corrisponde alla riflessione più matura del poeta, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="476.328000" xMax="566.228000" yMax="486.256000">che traeva spunto da un’immagine vaga della natura o della vita quotidiana, o da motivi della memoria per simboleggiare la condizione dell’uomo e rappresentare il proprio stato d’animo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="486.328000" xMax="566.036000" yMax="496.256000">di fronte ad essa. La riflessione culturale e psicologica del poeta è fissata nello “Zibaldone”, che raccoglie i suoi pensieri sull’esistenza e la sua reazione alle letture che conduceva e che </word>
<word xMin="28.500000" yMin="496.228000" xMax="177.820000" yMax="506.156000">costituiscono una necessaria guida alla sua poesia.</word>
<word xMin="28.500000" yMin="526.676000" xMax="97.772000" yMax="536.772000">LA FINE SECOLO </word>
<word xMin="28.500000" yMin="536.876000" xMax="556.612000" yMax="546.972000">La crisi del romanticismo e civiltà industriale – Con il 1870 può dirsi conclusa in Europa la stagione del romanticismo. Gli eventi di quell’anno pongono fine all’età delle </word>
<word xMin="28.500000" yMin="546.928000" xMax="567.724000" yMax="556.856000">rivoluzioni nazionali e al processo di formazione degli stati moderni (nascita del Reich tedesco dopo la guerra francoprussiana e conclusione del risorgimento italiano), inaugurando, con </word>
<word xMin="28.500000" yMin="556.928000" xMax="558.948000" yMax="566.856000">la comune di Parigi, una nuova fase delle lotte politiche e sociali. Questa periodizzazione contiene margini di approssimazione: nel 1857 ha infatti già fatto la sua prima uscita la prima </word>
<word xMin="28.500000" yMin="566.828000" xMax="565.524000" yMax="576.756000">edizione di “Les fleurs du mal” di Baudelaire, considerato il capostipite della poesia simbolista; inoltre, in Francia era già apparso il romanzo realista, con Balzac e Falubert. Importante è </word>
<word xMin="28.500000" yMin="576.828000" xMax="566.276000" yMax="586.756000">anche l’intreccio nella letteratura e nella cultura europee, dell’ultimo trentennio dell’800 e del primo decennio del 900, di esperienze spesso divergenti tra loro. Perciò, a definire meglio le </word>
<word xMin="28.500000" yMin="586.728000" xMax="539.212000" yMax="596.656000">caratteristiche di questa fase di transizione è la categoria del decadentismo. Per quanto riguarda il pensiero filosofico, la fine secolo è caratterizzata dalla convivenza di correnti </word>
<word xMin="28.500000" yMin="596.728000" xMax="563.692000" yMax="606.656000">razionalistiche e di tendenze irrazionalistiche: le prime si individuano nel materialismo storico di Marx ed Engels e nel positivismo, che hanno in comune la concezione della storia come </word>
<word xMin="28.500000" yMin="606.628000" xMax="537.672000" yMax="616.556000">perenne progresso (sviluppo delle forze produttive ed evoluzione della specie) e la fiducia nella possibilità di pervenire a una conoscenza oggettiva delle leggi che governano il </word>
<word xMin="28.500000" yMin="616.628000" xMax="556.252000" yMax="626.556000">mutamento della realtà storica. Ma furono soprattutto le filosofie irrazionalistiche, comparse già nella prima metà dell’800 con Kierkegaard e Schopenauer, a influenzare la cultura del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="626.528000" xMax="549.100000" yMax="636.456000">secolo a venire. Esse sono caratterizzate dalla negazione dell’ottimismo storicistico e della pretesa della ragione e della coscienza soggettiva di interpretare il mondo e la vita in un </word>
<word xMin="28.500000" yMin="636.528000" xMax="564.592000" yMax="646.456000">paradigma di valore assoluto. In seguito, l’irrazionalismo darà vita alla paura della modernità, al rifiuto della tecnica, allo smarrimento dell’individuo di fronte allo sviluppo dell’industria, al </word>
<word xMin="28.500000" yMin="646.428000" xMax="555.356000" yMax="656.356000">sentimento d’estraneità dell’intellettuale rispetto a un mondo dominato dal potere del capitale finanziario. In Francia, Baudelaire cerca di allontanare le illusioni della metropoli, che gli </word>
<word xMin="28.500000" yMin="656.428000" xMax="547.536000" yMax="666.356000">appare come un’enorme vetrina della merce, per riscoprire la voce della natura, sepolta dagli artifici della modernità. La critica della modernità si dispiega anche sul versante della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="666.328000" xMax="552.524000" yMax="676.256000">riflessione filosofica. Nietzsche accusa l’intera civiltà occidentale, decaduta a causa della separazione fra la cultura e la vita, e affida ai miti del superuomo, dell’eterno ritorno e della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="676.328000" xMax="557.268000" yMax="686.256000">volontà di potenza l’auspicio di un ritorno alle origini. All’inizio della società industriale e di massa comincia anche un processo di modificazione della tradizionale gerarchia dei saperi, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="686.228000" xMax="537.404000" yMax="696.156000">della funzione della letteratura e del ruolo degli intellettuali, fenomeni che possono riassumersi con la “perdita dell’aureola” dell’artista (secondo la metafora di Baudelaire) nella </word>
<word xMin="28.500000" yMin="696.228000" xMax="529.116000" yMax="706.156000">subordinazione dell’intellettuale alle finalità degli apparati della produzione culturale. Inoltre, la riorganizzazione del sapere promossa dal capitalismo determina da un lato la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="706.128000" xMax="559.292000" yMax="716.056000">specializzazione del lavoro intellettuale, la sua maggiore dipendenza alle esigenze dello sviluppo produttivo; dall’altro, la revisione dell’ordinamento gerarchico del sistema culturale, al </word>
<word xMin="28.500000" yMin="716.128000" xMax="560.100000" yMax="726.056000">cui vertice sono ora collocate le scienze, e non le arti. La letteratura cessa di rappresentare lo strumento di educazione delle coscienze e il veicolo privilegiato della propagazione delle </word>
<word xMin="28.500000" yMin="726.028000" xMax="557.964000" yMax="735.956000">ideologie; di conseguenza l’attività letteraria perde i suoi tratti di autonomia e il prestigio di cui ha goduto in passato: gli artisti smettono di essere considerati gli esclusivi depositari del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="736.028000" xMax="555.424000" yMax="745.956000">sapere, la coscienza di una nazione: il loro spazio operativo si restringe e dipende sempre più dalla padronanza delle abilità tecniche, divenendo così il risultato di un lavoro. Il libro è </word>
<word xMin="28.500000" yMin="745.928000" xMax="563.528000" yMax="755.856000">merce, un prodotto il cui successo o fallimento dipende dal mercato. La letteratura si trasforma in attività professionale, remunerata, vincolata all’osservanza di specifiche procedure. La </word>
<word xMin="28.500000" yMin="755.928000" xMax="545.068000" yMax="765.856000">mercificazione della letteratura trova il suo luogo di rappresentazione nello spazio della metropoli moderna, nella dimensione della “seconda natura”, cioè nel paesaggio artificiale </word>
<word xMin="28.500000" yMin="765.828000" xMax="561.204000" yMax="775.756000">edificato dallo sviluppo capitalistico. Baudelaire si aggira per Parigi opponendo polemicamente il suo svagato vagabondaggio ai ritmi forsennati di una società in cui il tempo è scandito </word>
<word xMin="28.500000" yMin="775.828000" xMax="568.524000" yMax="785.756000">dalla fretta, e nel movimento frenetico della folla vede riflessa la perdita dell’identità soggettiva nell’anonimato della massa, la condanna alla ripetitività dell’esistenza quotidiana. Di contro </word>
<word xMin="28.500000" yMin="785.728000" xMax="564.704000" yMax="795.656000">al conformismo e all’omologazione, egli esaspera i tratti della sua diversità, con atteggiamenti eccentrici e uno stile di vita da bohémien, esibendo la maschera di poeta maledetto, cerca </word>
<word xMin="28.500000" yMin="795.728000" xMax="566.292000" yMax="805.656000">rimedio allo spleen nello stordimento dell’alcol o negli effetti allucinatori delle droghe. La condizione del letterato è quindi caratterizzata dal rapporto contrastato con la civiltà industriale e </word>
</page>
<page width="595.000000" height="842.000000">
<word xMin="28.500000" yMin="28.428000" xMax="563.292000" yMax="38.356000">la società di massa, e gli artisti affermano il precetto dell’arte per l’arte, che postulava l’assoluta autonomia dell’espressione artistica. Da analoghe premesse si sviluppò l’estetismo, che </word>
<word xMin="28.500000" yMin="38.328000" xMax="562.180000" yMax="48.256000">ebbe fra i suoi massimi esponenti Oscar Wilde: essi professavano l’identificazione di arte e vita, coltivando l’ambizione di vivere la propria vita come un’opera d’arte, ispirandola al culto </word>
<word xMin="28.500000" yMin="48.328000" xMax="564.024000" yMax="58.256000">del bello per distinguerla dalla banalità del mondo moderno e dalla mediocrità dilagante. Maggiore diffusione ebbe il simbolismo, che ebbe tra i maggiori precursori Verlaine e Mallarmè. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="58.228000" xMax="562.288000" yMax="68.156000">Per i poeti simbolisti, la realtà oggettiva è apparenza, una “foresta di simboli” attraverso cui la natura rivela il suo segreto, il suo fondamento. La poesia ha dunque il compito di rompere </word>
<word xMin="28.500000" yMin="68.228000" xMax="563.748000" yMax="78.156000">l’assuefazione alla normalità attraverso un’inconsueta combinazione di percezioni (sinestesia), di decifrare il senso oscuro che si cela nelle cose. Il poeta diviene un veggente, la poesia </word>
<word xMin="28.500000" yMin="78.128000" xMax="563.200000" yMax="88.056000">è investita di una funzione evocativa. Non sempre però il letterato rivendicherà il primato dell’arte: a volte egli riconoscerà l’inutilità della letteratura in un universo dominato dalla merce; </word>
<word xMin="28.500000" yMin="88.128000" xMax="564.116000" yMax="98.056000">allora si atteggerà a divo, diventerà dandy, utilizzerà questi travestimenti per mostrare la sua trasformazione in abile impresario di sé. Altre volte, disgustato dalla banalità e volgarità del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="98.028000" xMax="560.020000" yMax="107.956000">presente, l’artista tenterà l’evasione verso i paradisi esotici, alla ricerca di una natura incorrotta, di un’umanità incontaminata dai mali della civiltà; altre volte ancora, l’artista ricorrerà al </word>
<word xMin="28.500000" yMin="108.028000" xMax="553.768000" yMax="117.956000">sogno e all’immaginazione , nella memoria dell’infanzia, nella speranza di ritrovarvi un’identità sfigurata dalla modernità: questo giro nei meandri del passato può portare al recupero </word>
<word xMin="28.500000" yMin="117.928000" xMax="549.344000" yMax="127.856000">dell’individualità smarrita, alla restaurazione dell’io, come nella “Recherche” di Proust. La fine secolo può dirsi conclusa quando, al crollo dello scientismo positivistico, si affianca la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="127.928000" xMax="561.100000" yMax="137.856000">liquidazione del pregiudizio antropocentrico, che avevo trovato il suo apogeo nel prometeismo romantico per trasmettersi all’individualismo del decadentismo. Agli studi di psicanalisi di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="137.828000" xMax="549.272000" yMax="147.756000">Freud si deve il definitivo smantellamento del mito della personalità: distinguendo l’apparato psichico nelle sfere del conscio, preconscio ed inconscio, ponendo a fondamento delle </word>
<word xMin="28.500000" yMin="147.828000" xMax="554.976000" yMax="157.756000">dinamiche psicologiche il conflitto fra pulsioni di morte e pulsioni di vita, Freud infliggeva un colpo mortale al soggettivismo, destituiva di fondamento la centralità dell’io. Le sue teorie </word>
<word xMin="28.500000" yMin="157.728000" xMax="548.436000" yMax="167.656000">stravolgono i fondamenti tradizionali del pensiero scientifico che investe l’uomo ed il mondo naturale e mette in discussione i paradigmi della conoscenza. In seguito, la teoria della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="167.728000" xMax="467.116000" yMax="177.656000">relatività di Einstein determinano il superamento della struttura concettuale della fisica di Newton, basata sull’idea di uno spazio e di un tempo assoluti. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="187.676000" xMax="536.988000" yMax="197.772000">La reazione antiromantica in Italia – In Italia, la reazione alle propaggini del romanticismo imbocca sentieri diversi, ma una effettiva svolta si registrerà con Pascoli e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="197.728000" xMax="548.020000" yMax="207.656000">D’Annunzio. Pascoli ha una formazione culturale e ideologica di stampo positivistico, sebbene non condivida il suo trionfalismo ottimistico, e nemmeno lui si mostra insensibile alla </word>
<word xMin="28.500000" yMin="207.728000" xMax="563.604000" yMax="217.656000">suggestione della figura romantica del poetavate. Alla luce delle teorie evoluzionistiche, Pascoli interpreta i progressi dell’umanità come il risultato della lotta da essa condotta contro la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="217.628000" xMax="565.832000" yMax="227.556000">violenza distruttiva di una natura matrigna, la cui forza è sancita dal destino di morte che incombe su ogni individuo. Di qui l’appello alla fraternità universale e la poetica del fanciullino. Il </word>
<word xMin="28.500000" yMin="227.628000" xMax="567.424000" yMax="237.556000">punto decisivo dell’esperienza di pascoli consiste nella consapevolezza dell’invecchiamento del linguaggio poetico, ormai inadatto ad esprimere l’essenza delle cose; egli ambisce quindi </word>
<word xMin="28.500000" yMin="237.528000" xMax="536.020000" yMax="247.456000">a vivificare il linguaggio poetico, uno scopo che richiederà un duplice livello di ricerca e sperimentazione: in primo luogo, affinchè il soggetto poetante riacquisti una capacità di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="247.528000" xMax="566.256000" yMax="257.456000">conoscenza non limitata all’apparenza, occorre che si liberi dalle abitudini, dalla ripetitività dell’esistenza quotidiana e regredisca a una condizione di prossimità con la natura: la ritrovata </word>
<word xMin="28.500000" yMin="257.428000" xMax="555.560000" yMax="267.356000">innocenza delle origini consentirà una limpida visione delle cose, non più condizionata dai pregiudizi. C’è bisogno che il soggetto rivolga alle cose lo sguardo incantato e stupito di un </word>
<word xMin="28.500000" yMin="267.428000" xMax="568.924000" yMax="277.356000">fanciullino. Le metafore della siepe e del nido rappresentano il bisogno di protezione e di difesa dalla minaccia del progresso. La poetica del fanciullino comporta profonde innovazioni sul </word>
<word xMin="28.500000" yMin="277.328000" xMax="554.180000" yMax="287.256000">piano linguistico: si vuole superare il monolinguismo della tradizione poetica attraverso l’arricchimento del lessico, che si apre alle lingue speciali (termini gergali e tecnici), ma anche </word>
<word xMin="28.500000" yMin="287.328000" xMax="564.496000" yMax="297.256000">restituendo vita alle parole valorizzandone la qualità fonica (di qui l’uso dell’onomatopea). Anche la formazione culturale di D’Annunzio si svolge nell’ambito della tradizione classicistica: </word>
<word xMin="28.500000" yMin="297.228000" xMax="566.180000" yMax="307.156000">ma, se le sue prime raccolte di versi manifestano l’influenza carducciana e veristica, con il romanzo “Il piacere” si inaugura una nuova stagione, orientata alle esperienze della letteratura </word>
<word xMin="28.500000" yMin="307.228000" xMax="555.656000" yMax="317.156000">europea di fine secolo. Fattore decisivo della maturazione dell’autore è il trasferimento a Roma nel 1881, dove collabora con la stampa periodica: l’attività giornalistica gli consente di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="317.128000" xMax="565.900000" yMax="327.056000">avere accesso ai salotti della capitale e di sperimentare direttamente le modificazioni che la nascente industria culturale stava introducendo nella condizione del letterato. Risale a quegli </word>
<word xMin="28.500000" yMin="327.128000" xMax="547.548000" yMax="337.056000">anni la convinzione che l’identità dell’artista consiste nella sua abilità camaleontica, nella sua capacità di adeguarsi all’evoluzione dei gusti dei lettori. Insieme a questa disinvoltura </word>
<word xMin="28.500000" yMin="337.028000" xMax="565.896000" yMax="346.956000">trasformistica, c’è l’atteggiamento divistico che mira ad accrescere l’attenzione e la curiosità dell’opinione pubblica per favorire il successo delle opere. Il “vivere inimitabile”, cioè il vivere </word>
<word xMin="28.500000" yMin="347.028000" xMax="564.780000" yMax="356.956000">la propria vita come se fosse un’opera d’arte, diviene la parola d’ordine in cui sono sintetizzata l’eccezionalità dell’artista, la sua multiforme personalità, la versatilità del suo genio. L’arte </word>
<word xMin="28.500000" yMin="356.928000" xMax="548.360000" yMax="366.856000">è intesa come strumento di conoscenza della realtà ma anche di denuncia sociale. La stagione più feconda dell’attività letteraria di D’Annunzio è segnata dall’incontro col pensiero </word>
<word xMin="28.500000" yMin="366.928000" xMax="561.844000" yMax="376.856000">filosofico di Nietzsche, e soprattutto con le tesi sostenute nella “Nascita della tragedia”, riguardo il primato dell’arte della Grecia classica e la superiorità della sapienza tragica dei greci, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="376.828000" xMax="559.300000" yMax="386.756000">che avrebbe dato forma al contrasto tra le potenze primordiali del cosmo, personificate di Apollo e Dioniso. D’Annunzio ha anche il merito di aver contribuito alla diffusione delle nuove </word>
<word xMin="28.500000" yMin="386.828000" xMax="568.824000" yMax="396.756000">poetiche europee di fine secolo. La cultura letteraria italiana tende a sprovincializzarsi e la maturazione di una sensibilità artistica moderna è offerta dai poeti crepuscolari (così definiti dal </word>
<word xMin="28.500000" yMin="396.728000" xMax="551.980000" yMax="406.656000">critico Borgese, che nelle loro opere vide rappresentato l’esaurimento della tradizione lirica). I crepuscolari cercano nel passato, dimensione immune dalle devastazioni del tempo, il </word>
<word xMin="28.500000" yMin="406.728000" xMax="565.900000" yMax="416.656000">rifugio dallo squallore di una realtà deludente. L’infanzia non è un paradiso perduto, perché rivela già inscritti i segni premonitori del destino che attende l’individuo nella maturità, mentre </word>
<word xMin="28.500000" yMin="416.628000" xMax="564.848000" yMax="426.556000">la giovinezza appare consumata in vani sogni che la vita reale smentirà. La memoria si trasforma in una sorta di museo, dove si accumulano i ricordi, simili agli oggetti futili. A differenza </word>
<word xMin="28.500000" yMin="426.628000" xMax="568.124000" yMax="436.556000">di Pascoli e D’Annunzio, per i crepuscolari non c’è via d’uscita dalla condizione di aridità sentimentale, al senso di noia e di inautenticità cui il soggetto è condannato dalla modernità, non </word>
<word xMin="28.500000" yMin="436.528000" xMax="558.396000" yMax="446.456000">c’è modo di ricomporre la scissione tra vita ed arte. Così la poesia rinuncia all’aulicità e ripiega su uno stile semplice, tendente al parlato, che spesso interpella direttamente il lettore e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="446.528000" xMax="560.772000" yMax="456.456000">perciò fa largo uso del discorso diretto. Il crepuscolarismo non può essere definito un movimento, perché mancò di programma autonomo e definito, ma è piuttosto una tendenza, dato </word>
<word xMin="28.500000" yMin="456.428000" xMax="562.408000" yMax="466.356000">che i poeti ad esso ascritti presentano affinità di ordine tematico e linguistico. La consapevolezza dell’esilio dell’arte dal mondo contemporaneo si traduce nella rappresentazione di una </word>
<word xMin="28.500000" yMin="466.428000" xMax="552.020000" yMax="476.356000">realtà tetra, irrigidita, popolata da una folla di maschere inespressive, come in Aldo Palazzeschi. Gozzano è la personalità di maggior spicco fra i crepuscolari, per la sua capacità di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="476.328000" xMax="566.572000" yMax="486.256000">comprensione dei processi di trasformazione economica e sociale che investono l’occidente fra 800 e 900 e per la cognizione dell’irreversibile declino della tradizione poetica. “I colloqui” </word>
<word xMin="28.500000" yMin="486.328000" xMax="552.584000" yMax="496.256000">raccolgono un’accurata selezione delle sue liriche e costituiscono il punto più alto del gruppo crepuscolare. In questo libro, infatti, l’apparente racconto di una vicenda autobiografica </word>
<word xMin="28.500000" yMin="496.228000" xMax="562.180000" yMax="506.156000">rappresenta invece l’amaro bilancio di un’esperienza intellettuale e letteraria non soltanto individuale. La scelta conclusiva dell’esilio dal proprio tempo storico e della rinuncia volontaria </word>
<word xMin="28.500000" yMin="506.228000" xMax="550.592000" yMax="516.156000">al fascino dei falsi idoli della società di massa significano l’accettazione del destino che la modernità riserva ai poeti, la reclusione della poesia nella memoria, la vanità dell’arte e la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="516.128000" xMax="175.324000" yMax="526.056000">denuncia della miseria del mondo contemporaneo.</word>
<word xMin="28.500000" yMin="536.076000" xMax="566.324000" yMax="546.172000">Verso il 900 – Gli ultimi anni dell’800 e i primi del 900 sono ricchi di fermenti che preludono al secolo breve. La lezione dei simbolisti francesi si diffonde nella nostra cultura letteraria, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="546.228000" xMax="545.072000" yMax="556.156000">generando esperienze singolari ed isolate. Per esempio, Gian Pietro Lucini, che polemizzò contro il dannunzianesimo e il marinettismo in nome della fedeltà alla tradizione. Il suo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="556.128000" xMax="559.432000" yMax="566.056000">conservatorismo significò riaffermazione della dignità civile della poesia, del suo mandato eticopolitico; il canone poetico dell’humorismo da lui teorizzato e praticato, si espresse nella </word>
<word xMin="28.500000" yMin="566.128000" xMax="561.748000" yMax="576.056000">sarcastica demistificazione della lingua e della tradizione: il suo sperimentalismo linguistico costituirà, qualche decennio dopo, un punto di riferimento della neoavanguardia. Accanto a </word>
<word xMin="28.500000" yMin="576.028000" xMax="551.260000" yMax="585.956000">Lucini, è da menzionare Dino Campana, personalità solitaria ed eccentrica, la cui anomalia procurò l’allontanamento dalla società letteraria (pubblicò a sue spese nel 1914 la prima </word>
<word xMin="28.500000" yMin="586.028000" xMax="560.604000" yMax="595.956000">edizione dei “Canti orfici”, unica opera da lui portata a compimento), ma che è considerato il capostipite di una linea di tendenza originale della poesia italiana del 900, definita appunto </word>
<word xMin="28.500000" yMin="595.928000" xMax="538.188000" yMax="605.856000">orfica. Profondamente influenzato dal simbolismo e dalle filosofie irrazionalistiche di fine secolo, Campana muove dal rifiuto dei paradigmi della razionalità per approdare a una </word>
<word xMin="28.500000" yMin="605.928000" xMax="544.132000" yMax="615.856000">concezione nichilistica della realtà e della vita: il mondo è un “panorama scheletrico” abitato da “dolci spettri”; la poesia diventa un rito d’iniziazione misterica, un veicolo di panica </word>
<word xMin="28.500000" yMin="615.828000" xMax="548.860000" yMax="625.756000">comunione col tutto. Sul versante della narrativa, le esperienze più significative trovano le loro premesse nella crisi delle ideologie positivistiche e nel superamento dei canoni della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="625.828000" xMax="555.952000" yMax="635.756000">letteratura veristica. Luigi Pirandello pubblica all’inizio del 900 i romanzi “L’esclusa” e “Il turno”, dove viene riconosciuta importanza all’imprevedibilità e al caso, dove l’intrusione di un </word>
<word xMin="28.500000" yMin="635.728000" xMax="533.832000" yMax="645.656000">tempo interiore scardina il culto di un’oggettività dei fatti. Ma la sua definitiva emancipazione si compie con il romanzo “Il fu Mattia Pascal” e con il saggio sull’Umorismo: sono </word>
<word xMin="28.500000" yMin="645.728000" xMax="561.380000" yMax="655.656000">argomentati i postulati della concezione eraclitea della realtà, secondo cui il mondo e la vita sono soggetti a continuo mutamento, con la conseguente affermazione dell’inganno di ogni </word>
<word xMin="28.500000" yMin="655.628000" xMax="566.596000" yMax="665.556000">atto conoscitivo: per conoscere siamo costretti a fissare il flusso inarrestabile del divenire in una forma, che si rivela relativa perché comprensiva di una frazione della totalità del reale. In </word>
<word xMin="28.500000" yMin="665.628000" xMax="558.968000" yMax="675.556000">Pirandello troviamo anche l’idea di arte specchio per la vita, che non sia cioè una meccanica riproduzione di essa, ma che mostri la limitatezza e l’arbitrarietà di ogni rappresentazione </word>
<word xMin="28.500000" yMin="675.528000" xMax="558.836000" yMax="685.456000">della realtà; il sentimento del contrario, fattore peculiare dell’arte umoristica, che consiste nell’attività della riflessione, che analizza e giudica i moti spontanei dell’animo suscitando nel </word>
<word xMin="28.500000" yMin="685.528000" xMax="544.420000" yMax="695.456000">lettore una sensazione di perplessità. La successiva produzione teatrale e narrativa di Pirandello è caratterizzato da scetticismo, che si esercita nella contestazione della falsità e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="695.428000" xMax="563.576000" yMax="705.356000">crudeltà delle norme della morale borghese, e da relativismo, che destituisce di fondamento la realtà ma anche l’identità soggettiva, vittima del contrasto fra persona e personaggio , fra </word>
<word xMin="28.500000" yMin="705.428000" xMax="562.572000" yMax="715.356000">sostanza ed apparenza, fra volto e maschera, fra vita e forma. Alcuni aspetti del teatro pirandelliano saranno ripresi dal teatro del grottesco, di cui fu iniziatore Luigi Chiarelli, che ricava </word>
<word xMin="28.500000" yMin="715.328000" xMax="548.668000" yMax="725.256000">dal teatro borghese personaggi (la triade maritomoglieamante), situazioni (la crisi dell’istituto familiare) e ambienti (il salotto), sottoponendoli a una distorsione ironica e grottesca. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="725.328000" xMax="544.700000" yMax="735.256000">L’azione si sviluppa secondo una trama complessa, ricca di colpi di scena, la maschera del decoro e della normalità borghese si lacera, lasciando affiorare la verità umana sviata </word>
<word xMin="28.500000" yMin="735.228000" xMax="562.580000" yMax="745.156000">dall’opprimente condizionamento del vivere civile. Il teatro del grottesco si investe quindi di una funzione critica, catturando l’interesse del pubblico attraverso la varietà dell’intreccio ma </word>
<word xMin="28.500000" yMin="745.228000" xMax="561.924000" yMax="755.156000">anche suscitandone la riflessione. L’opera di Federigo Tozzi ha come modello Verga, ma non ricade nel falso oggettivismo del racconto naturalistico. In Tozzi la rappresentazione della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="755.128000" xMax="534.656000" yMax="765.056000">mortificante condizione di emarginazione dell’intellettuale è funzionale alla descrizione di un mondo disgregato, soggetto a forze arcane, contro cui si infrangono le aspirazioni </word>
<word xMin="28.500000" yMin="765.128000" xMax="562.948000" yMax="775.056000">dell’individuo. I personaggi dei suoi romanzi scontano con una penosa solitudine la loro estraneità all’ambiente familiare e sociale, l’ostilità della comunità in cui sono costretti a vivere e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="775.028000" xMax="554.120000" yMax="784.956000">cercano rifugio ripiegandosi in sé stessi. Le storie di Tozzi mancano di uno sviluppo coerente: il racconto è scomposto nella frammentarietà della registrazione delle percezioni, delle </word>
<word xMin="28.500000" yMin="785.028000" xMax="559.264000" yMax="794.956000">emozioni, oppure si disarticola in una molteplicità di punti di vista. L’espressionismo della scrittura di Tozzi tocca l’apice con il romanzo “Tre croci”, dove è descritto un mondo dilaniato </word>
<word xMin="28.500000" yMin="794.928000" xMax="564.320000" yMax="804.856000">dalla cattiveria e dov’è descritta la rovina economica e la degradazione morale di tre fratelli, trascinati nel baratro dalla loro inettitudine. La realtà sociale esibisce il volto terrificante della </word>
</page>
<page width="595.000000" height="842.000000">
<word xMin="28.500000" yMin="28.428000" xMax="567.724000" yMax="38.356000">regressione a uno stato di primitiva bestialità, in cui naufragano le illusorie conquiste della civiltà. Il romanzo certifica insomma l’incapacità della letteratura di restituire ordine e significato </word>
<word xMin="28.500000" yMin="38.328000" xMax="542.664000" yMax="48.256000">a un mondo violento, alienante, disumanizzato. Il modello naturalistico è il punto di partenza anche dell’esperienza letteraria di Italo Svevo. Nel suo primo romanzo, “Una vita”, la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="48.328000" xMax="564.812000" yMax="58.256000">narrazione ricalca il metodo sperimentale: una situazione particolare è assunta ad esemplificazione di una condizione generale, a significare la sconfitta degli ideali, della volontà e delle </word>
<word xMin="28.500000" yMin="58.228000" xMax="567.724000" yMax="68.156000">aspirazioni dell’individuo di fronte alle norme che governano la società contemporanea. Già in questo primo romanzo compare il tema che sarà centrale in tutta la sua attività letteraria: la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="68.228000" xMax="567.424000" yMax="78.156000">malattia della letteratura, inteso sia come declino del suo primato e del suo prestigio sociale, sia come patologia che affligge tutti coloro i quali, nell’esercizio di essa, ripongono l’attesa di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="78.128000" xMax="559.700000" yMax="88.056000">un’affermazione individuale, di un riconoscimento di status sociale. L’indifferenza con cui pubblico e critica accolsero i suoi primi romanzi, indusse Svevo ad un lungo silenzio, rotto nel </word>
<word xMin="28.500000" yMin="88.128000" xMax="562.924000" yMax="98.056000">1923 dalla pubblicazione della “Coscienza di Zeno”. In questo libro la terapia analitica raccomandata al protagonista per riacquistare la salute è impiegata in modo ironico dallo scrittore </word>
<word xMin="28.500000" yMin="98.028000" xMax="564.648000" yMax="107.956000">per simulare una strategia di recupero e di riappropriazione dell’identità soggettiva. Mentre in Proust la spontaneità dei meccanismi della memoria involontaria provoca l’emersione della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="108.028000" xMax="548.020000" yMax="117.956000">verità dell’io, l’esercizio della memoria volontaria approda in Zeno Cosini al risultato opposto: alla scoperta dell’inganno della coscienza che il soggetto allestisce a protezione dagli </word>
<word xMin="28.500000" yMin="117.928000" xMax="557.396000" yMax="127.856000">imperativi del reale, una finzione che allontana l’adeguamento alle regole che presiedono all’organizzazione della società contemporanea, a mascherare l’omologazione dell’individuo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="127.928000" xMax="556.792000" yMax="137.856000">nell’alienante società industriale. Umberto Saba, anche lui trentino di nascita, città cosmopolita, e figlio di madre ebrea e padre cattolico. Decisivo per la sua piena maturità artistica si </word>
<word xMin="28.500000" yMin="137.828000" xMax="551.976000" yMax="147.756000">rivela l’incontro con la filosofia di Nietzsche e con le teorie di Freud. Grazie a queste letture, il poeta si convincerà che la sua vicenda autobiografica, il suo destino individuale, il suo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="147.828000" xMax="560.112000" yMax="157.756000">drammatico dissidio interiore non costituiscono un’eccezione, ma rispecchiano una condizione più generale: nella ferita non rimarginabile inflitta dalle due razze dal cui incrocio è stato </word>
<word xMin="28.500000" yMin="157.728000" xMax="555.524000" yMax="167.656000">generato, egli scopre il riflesso del conflitto fra illusione apollinea e furore dionisiaco. I poeti, dirà Saba, sono i sacerdoti di Eros: il loro compito consiste nel lenire con il balsamo della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="167.728000" xMax="559.048000" yMax="177.656000">bellezza il male di vivere, nel ricomporre in un’unità l’inconciliabilità delle contraddizioni che lacerano il soggetto. Lo stile originale e umile della sua lirica, ostentatamente antiletteraria, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="177.628000" xMax="221.988000" yMax="187.556000">faranno di lui il capostipite di un filone della poesia italiana del 900.</word>
<word xMin="28.500000" yMin="197.576000" xMax="100.372000" yMax="207.672000">LE AVANGUARDIE</word>
<word xMin="28.500000" yMin="207.676000" xMax="549.684000" yMax="217.772000">L’avanguardia europea – La fine secolo si chiude con l’apparizione delle avanguardie, che segnano una continuità con la cultura dell’800 e prospettano soluzioni originali ai </word>
<word xMin="28.500000" yMin="217.828000" xMax="529.640000" yMax="227.756000">problemi sollevati dallo sviluppo dell’industria moderna e della formazione della società di massa: soluzioni che attengono alla funzione di letteratura ed arte, al ruolo sociale </word>
<word xMin="28.500000" yMin="227.728000" xMax="560.428000" yMax="237.656000">dell’intellettuale, sospeso fra rifiuto e accettazione delle regole della produzione e del mercato. Per avanguardia si intende un movimento organizzato, dotato di un programma definito, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="237.728000" xMax="550.196000" yMax="247.656000">caratterizzato da istanze innovatrici e dallo sperimentalismo. Le prime avvisaglie di questo fenomeno si ritrovano nell’ambito delle arti figurative: la breve ma intensa esperienza del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="247.628000" xMax="546.812000" yMax="257.556000">fauvismo, che si sviluppa nei primi anni del secolo in Francia ed ha come suo rappresentante il carismatico Henri Matisse, l’attività del gruppo Die Brucke, fondato a Dresda da un </word>
<word xMin="28.500000" yMin="257.628000" xMax="532.300000" yMax="267.556000">gruppo di studenti di architettura, fra cui Kirchner. Il fauvismo combatte il simbolismo, l’art nouveau e lo stile liberty, in nome della purezza dei mezzi espressivi e dell’estrema </word>
<word xMin="28.500000" yMin="267.528000" xMax="544.448000" yMax="277.456000">semplificazione del linguaggio e delle tecniche, attirandosi perciò l’accusa di primitivismo (fauves significa belve). Die Brucke nasce invece come reazione all’impressionismo e al </word>
<word xMin="28.500000" yMin="277.528000" xMax="547.920000" yMax="287.456000">tentativo di vincolare la libertà dell’arte all’osservanza delle regole; ricerca l’essenzialità dello stile ed esalta il colore per la sua facoltà di suscitare emozioni. In quegli stessi anni si </word>
<word xMin="28.500000" yMin="287.428000" xMax="557.124000" yMax="297.356000">affacciano sulla scena artistica novecentesca il cubismo, che ha il suo massimo esponente in Pablo Picasso: il cubismo nasce in Francia ma si diffonde rapidamente anche all’estero; </word>
<word xMin="28.500000" yMin="297.428000" xMax="563.284000" yMax="307.356000">concentra la sua attenzione sul problema dello spazio, della resa figurativa della sua tridimensionalità, del rapporto fra profondità e superficie. I cubisti rifiutano l’illusione prospettica ma </word>
<word xMin="28.500000" yMin="307.328000" xMax="555.960000" yMax="317.256000">anche il criterio gerarchico che essa produce fra le diverse parti del dipinto, disgregandone l’unitarietà: di conseguenza, adottano una tecnica di scomposizione e di compenetrazione </word>
<word xMin="28.500000" yMin="317.328000" xMax="557.204000" yMax="327.256000">degli oggetti raffigurati, affinchè le sensazioni che essi producono abbiano la stessa intensità. Anche l’espressionismo ha origine nell’ambito delle arti figurative; a Monaco è fondato il </word>
<word xMin="28.500000" yMin="327.228000" xMax="552.368000" yMax="337.156000">gruppo “Der blaue Reiter”, “Il cavaliere azzurro”, che intende affermare una concezione dell’arte come rivelazione dell’essenza della natura e della spontaneità della vita interiore. In </word>
<word xMin="28.500000" yMin="337.228000" xMax="541.404000" yMax="347.156000">letteratura, le teorie espressioniste si sviluppano nel primo dopoguerra, anche per effetto dei fermenti rivoluzionari e delle violente lotte politiche che attraversano in quel periodo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="347.128000" xMax="535.832000" yMax="357.056000">l’Europa. In Germania, l’espressionismo letterario è rappresentato dalla drammaturgia: il teatro espressionista rappresenta la società borghese come un sistema oppressivo di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="357.128000" xMax="567.424000" yMax="367.056000">convenzioni e regole che soffocano la libertà dell’individuo, condannandolo a un’esistenza alienata, inautentica. Si rappresenta quindi il dramma dell’uomo nudo, privo di personalità, che </word>
<word xMin="28.500000" yMin="367.028000" xMax="565.884000" yMax="376.956000">si consuma nell’alternativa fra l’impulso ad affermare la sua soggettività e il timore di rinunciare al ruolo che gli è stato assegnato. Proprio perché manca di un’identità reale, l’uomo nudo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="377.028000" xMax="554.908000" yMax="386.956000">non ha nome proprio, ma assume quello della parte assegnatagli nell’azione scenica. Presto, il teatro espressionistico si dirama in un filone mistico e in un filone satirico, di denuncia </word>
<word xMin="28.500000" yMin="386.928000" xMax="541.468000" yMax="396.856000">sociale, che evolverà in un’arte politicamente impegnata. In questa tendenza del teatro, il contrasto fra individuo e ordine sociale, fra il peso dell’eredità del passato e gli ideali di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="396.928000" xMax="562.468000" yMax="406.856000">rinnovamento, è rappresentato prima in forma di conflitto generazionale, di ribellione dei figli contro l’autorità paterna, poi di scontro di classe. L’opera delle avanguardie conosce la sua </word>
<word xMin="28.500000" yMin="406.828000" xMax="549.784000" yMax="416.756000">fase più intensa negli anni precedenti il primo conflitto mondiale, prosegue comunque nell’immediato dopoguerra. Il 1° febbraio 1916 nasce a Zurigo il “Dada”, un movimento che si </word>
<word xMin="28.500000" yMin="416.828000" xMax="551.796000" yMax="426.756000">propaga rapidamente in altri paesi. I dadaisti rifiutarono di darsi un programma, perché esso sarebbe incompatibile con il loro proponimento di riconciliare l’arte con la natura, intesa </word>
<word xMin="28.500000" yMin="426.728000" xMax="566.756000" yMax="436.656000">come il regno della libertà, della spontaneità. Il loro bersaglio polemico è rappresentato dalla cultura accademica, dal conformismo borghese e soprattutto dall’industrialismo, considerato </word>
<word xMin="28.500000" yMin="436.728000" xMax="564.100000" yMax="446.656000">il nemico capitale dell’arte, in quanto tende ad omologarlo all’universo della merce. I dadaisti fanno leva sulla parodia, sul nonsenso, sullo scherzo per stimolare il pubblico, per indurlo a </word>
<word xMin="28.500000" yMin="446.628000" xMax="539.484000" yMax="456.556000">riflettere sulle false certezze. L’arte deve essere espressione di una soggettività liberata dalle mitologie della civiltà e del progresso, e restituita alla sua dimensione naturale. La </word>
<word xMin="28.500000" yMin="456.628000" xMax="555.308000" yMax="466.556000">creazione artistica deve affidarsi all’improvvisazione e al caso: per questo, i dadaisti prediligono la tecnica del collage, sia in letteratura, dove le parole vengono allineate in sequenze </word>
<word xMin="28.500000" yMin="466.528000" xMax="565.132000" yMax="476.456000">alogiche, sia nelle arti figurative, dove le composizioni sono il frutto del casuale assemblaggio di oggetti o frammenti. Il Dada ha numerose affinità con il surrealismo, che ne rappresenta </word>
<word xMin="28.500000" yMin="476.528000" xMax="542.924000" yMax="486.456000">il continuatore: questo movimento nasce nel 1924, quando viene pubblicato il “Manifesto del surrealismo”. Il movimento si diffonde in tutta l’Europa occidentale e negli Stati Uniti, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="486.428000" xMax="564.372000" yMax="496.356000">interessando tutte le manifestazioni della letteratura e dell’arte. Il movimento surrealista attraversa numerose crisi e perde importanza a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="496.428000" xMax="545.440000" yMax="506.356000">esaurendo la sua importanza con la morte della sua guida e protagonista: Breton, nel 1966. Il surrealismo sfugge a una precisa definizione perché va incontro a ripetute revisioni, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="506.328000" xMax="535.340000" yMax="516.256000">pretende di occuparsi di ogni manifestazione dell’attività intellettuale. Il surrealismo condivide con il Dada il rifiuto della cultura ufficiale, del conformismo borghese e del trionfo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="516.328000" xMax="544.732000" yMax="526.256000">tecnologico; ne derivano atteggiamenti antintellettualistici, l’elogio della follia e l’interesse per gli stati di alienazione mentale, l’attenzione alle patologie della psiche. Il surrealismo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="526.228000" xMax="558.164000" yMax="536.156000">riprende alcuni temi dell’irrazionalismo romantico, filtrandoli attraverso gli insegnamenti della psicanalisi e soprattutto delle teorie di Freud. L’irrazionale si identifica con l’inconscio e la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="536.228000" xMax="534.120000" yMax="546.156000">sessualità, col principio di piacere: l’eros e il desiderio sono le chiavi d’accesso ai significati nascosti delle cose dietro le percezioni superficiali e limitate cui siamo costretti dal </word>
<word xMin="28.500000" yMin="546.128000" xMax="560.424000" yMax="556.056000">dogmatismo della cultura accademica. Perciò i surrealisti denunciano la convenzionalità del sistema linguistico e, per mezzo del gioco di parole, emancipano la lingua dalla sua finalità </word>
<word xMin="28.500000" yMin="556.128000" xMax="543.320000" yMax="566.056000">comunicativa; è la prima fase di una rivoluzione linguistica che si manifesta attraverso la tecnica della scrittura automatica, cioè della registrazione immediata della spontaneità e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="566.028000" xMax="539.936000" yMax="575.956000">imprevedibilità dei moti della psiche: in questo modo i surrealisti si propongono di esprimere le pulsioni del desiderio, prima che esse siano distorte dall’intervento censorio della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="576.028000" xMax="563.156000" yMax="585.956000">coscienza. La surrealtà è quindi la negazione della presunta oggettività delle rappresentazioni razionali del mondo e della vita, la rivelazione dell’inconsueto, provocata dalla liberazione </word>
<word xMin="28.500000" yMin="585.928000" xMax="69.292000" yMax="595.856000">del desiderio. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="605.876000" xMax="562.712000" yMax="615.972000">L’avanguardia italiana: futuristi e vociani – L’Italia è la culla di uno fra i più significativi movimenti dell’avanguardia primo novecentesca, il futurismo. Il suo primo Manifesto </word>
<word xMin="28.500000" yMin="616.028000" xMax="544.576000" yMax="625.956000">appare sul quotidiano parigino “Le Figaro” nel 1909, a firma di Filippo Tommaso Marinetti; il futurismo non interessò solo la letteratura, ma anche le arti figurative, l’architettura, la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="625.928000" xMax="560.992000" yMax="635.856000">musica, la fotografia e il cinema, e si diffuse rapidamente all’estero. Per i futuristi, la città industriale rappresenta una nuova frontiera dell’arte, di certo non la sua fine. Essi accettano le </word>
<word xMin="28.500000" yMin="635.928000" xMax="549.132000" yMax="645.856000">leggi e le dinamiche dello sviluppo capitalistico e combattono ogni ostacolo che si frappone ai processi di industrializzazione; convinti che la lotta di classe costituisca un fenomeno </word>
<word xMin="28.500000" yMin="645.828000" xMax="567.724000" yMax="655.756000">connesso alla crescita delle forze produttive, essi affermano l’utilità della violenza sociale; analogamente, nei rapporti internazionali, sostengono il diritto a far valere gli interessi nazionali </word>
<word xMin="28.500000" yMin="655.828000" xMax="545.492000" yMax="665.756000">con qualsiasi mezzo, giustificando il ricorso alla guerra quale strumento di risoluzione delle controversie fra gli stati. All’esaltazione di ogni manifestazione della civiltà moderna, si </word>
<word xMin="28.500000" yMin="665.728000" xMax="566.212000" yMax="675.656000">accompagnano il rifiuto della tradizione: Marinetti propone, nel suo manifesto, di distruggere i musei, le biblioteche, tutte le accademie. Nell’estetica futurista, bello ed utile si identificano: </word>
<word xMin="28.500000" yMin="675.728000" xMax="552.676000" yMax="685.656000">il mezzo meccanico diventa l’emblema dell’arte moderna. La letteratura e l’arte futuriste ambiscono insomma a celebrare lo sforzo compiuto dall’umanità per dominare la natura con </word>
<word xMin="28.500000" yMin="685.628000" xMax="563.284000" yMax="695.556000">l’invenzione e l’uso delle tecnologie. I futuristi rivoluzionano le tradizionali forme della scrittura letteraria, abolendo la sintassi, la punteggiatura, ed usando il verbo all’infinito: frantumano </word>
<word xMin="28.500000" yMin="695.628000" xMax="565.388000" yMax="705.556000">così l’ordine convenzionale del discorso, sostituendovi il disordine, la casualità. In poesia, disdegnano la metrica tradizionale ma ritengono inadeguato anche il verso libero, adottando la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="705.528000" xMax="564.644000" yMax="715.456000">tecnica del paroliberismo (delle parole in libertà). La poesia futurista è accomunata dalla volontà di allontanare lo choc prodotto nell’individuo dall’impatto con lo sconvolgente paesaggio </word>
<word xMin="28.500000" yMin="715.528000" xMax="546.272000" yMax="725.456000">della società industriale, di educare il soggetto alla traumatica esperienza di un mondo dominato dalle macchine, di un tempo scandito da ritmi frenetici: essa quindi non si limita a </word>
<word xMin="28.500000" yMin="725.428000" xMax="554.612000" yMax="735.356000">registrare le impressioni suscitate dall’urto con la realtà moderna, ma ne elimina ogni aspetto sgradevole. L’accettazione delle regole della produzione del mercato capitalistico è alla </word>
<word xMin="28.500000" yMin="735.428000" xMax="538.164000" yMax="745.356000">base della nuova concezione del ruolo dell’intellettuale: egli può riacquistare autorevolezza e prestigio soltanto riconoscendo la propria professionalità in rapporto alle esigenze </word>
<word xMin="28.500000" yMin="745.328000" xMax="555.988000" yMax="755.256000">dell’industria culturale. Il ceto intellettuale deve quindi dar vita a forme autonome di organizzazione per tutelare i propri interessi: l’artista deve dunque trasformarsi in un imprenditore, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="755.328000" xMax="568.424000" yMax="765.256000">condividere i meccanismi che governano l’economia capitalistica e integrarsi nelle sue strutture. La risposta offerta dal futurismo riguardante l’organizzazione della cultura e la condizione </word>
<word xMin="28.500000" yMin="765.228000" xMax="556.124000" yMax="775.156000">sociale degli intellettuali rimane però minoritaria: la classe dei colti reagisce alla svalorizzazione delle sue tradizionali funzioni con una contestazione degli apparati entri cui la società </word>
<word xMin="28.500000" yMin="775.228000" xMax="545.380000" yMax="785.156000">industriale tende a incorporare il lavoro intellettuale, una contestazione che spesso sfocia nel rifiuto della società di massa, delle sue ideologie, delle sue istituzioni politiche. Nella </word>
<word xMin="28.500000" yMin="785.128000" xMax="565.084000" yMax="795.056000">filosofia di Benedetto Croce gli intellettuali sono ritenuti depositari di valori umani, che rappresentano il vero motore della storia; la riaffermazione del primato della coscienza intellettuale </word>
<word xMin="28.500000" yMin="795.128000" xMax="562.324000" yMax="805.056000">si coniuga con la difesa dell’autonomia del sapere, che deve tenersi distante dal mondo dei bisogni e dedicarsi solo alla contemplazione delle vite umane. Il crocianesimo lasciava però </word>
</page>
<page width="595.000000" height="842.000000">
<word xMin="28.500000" yMin="28.428000" xMax="565.148000" yMax="38.356000">insoddisfatti i settori più dinamici ed agguerriti della classe dei colti, che in quel periodo trovano nelle riviste un importante strumento di aggregazione e promozione di battaglia culturale. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="38.328000" xMax="564.108000" yMax="48.256000">Il centro di questo fenomeno è Firenze, che diviene il più significativo luogo di incontro e di confronto fra le grandi correnti culturali del tempo. Qui Giuseppe Prezzolini e Giovanni Papini </word>
<word xMin="28.500000" yMin="48.328000" xMax="548.804000" yMax="58.256000">fondano “Il Leonardo”, che rivolgerà la sua polemica contro il sistema politico, le ideologie dominanti, la cultura ufficiale, difendendo invece l’individualismo. “L’Acerba” (19131915) </word>
<word xMin="28.500000" yMin="58.228000" xMax="544.568000" yMax="68.156000">fondata da Giovanni Papini e Ardengo Soffici, che mostrò attenzione e simpatia per il futurismo, senza condividerne del tutto le posizioni. “La Voce”, fondata nel 1908 da Papini e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="68.228000" xMax="563.284000" yMax="78.156000">Prezzolini: la rivista svolge un’incisiva azione di rinnovamento culturale, di sprovincializzazione del gusto. Rispetto ai temi che vengono affrontati, la rivista non esprime un orientamento </word>
<word xMin="28.500000" yMin="78.128000" xMax="547.708000" yMax="88.056000">unitario, né si propone di realizzarlo: al contrario, è aperta a dibattiti su esperienze intellettuali diverse. La caratterizzazione eticopolitica assunta nella “Voce” dalla concezione del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="88.128000" xMax="549.092000" yMax="98.056000">primato della cultura e della missione salvifica della classe dei colti dipende molto dall’influenza esercitata sulla rivista dall’impegno intellettuale e dalla ricerca filosofica di Giovanni </word>
<word xMin="28.500000" yMin="98.028000" xMax="561.436000" yMax="107.956000">Amendola, che intese l’indagine speculativa come premessa indispensabile dell’azione politica e delineò una dottrina etica connotata in senso personalistico e volontaristico. I moralisti </word>
<word xMin="28.500000" yMin="108.028000" xMax="555.608000" yMax="117.956000">vociani, cioè gli scrittori che fecero riferimento alla rivista, risentirono non solo della teoria amendoliana dell’individuo etico, ma anche dell’idea di letteratura professata da Papini, che </word>
<word xMin="28.500000" yMin="117.928000" xMax="481.260000" yMax="127.856000">esaltava il carattere disinteressato e quindi nobilitante della letteratura e dell’arte, considerandole forme di una conoscenza superiore del mondo e della vita.</word>
<word xMin="28.500000" yMin="137.876000" xMax="125.764000" yMax="147.972000">IL RITORNO ALL’ORDINE</word>
<word xMin="28.500000" yMin="147.976000" xMax="556.692000" yMax="158.072000">Il dopoguerra e il ritorno all’ordine – Il disorientamento, la sfiducia, la crisi ideale e morale provocati dalla tragedia della guerra e dal conseguente crollo del vecchio ordine </word>
<word xMin="28.500000" yMin="158.128000" xMax="548.716000" yMax="168.056000">sono amplificati dalle tensioni sociali e politiche che attraversano gli anni del dopoguerra. I problemi ereditati dal conflitto (disoccupazione, aumento del costo della vita, ritardi nella </word>
<word xMin="28.500000" yMin="168.028000" xMax="553.900000" yMax="177.956000">ricostruzione) innescano violente agitazioni popolari, provocando una reazione altrettanto dura da parte della borghesia e degli apparati statali che a volte sfocia nell’instaurazione di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="178.028000" xMax="553.712000" yMax="187.956000">regimi autoritari (Germania) o totalitari (Italia). In questo contesto si fa strada nel ceto intellettuale un bisogno di tranquillità e di stabilità, il rifiuto dello sperimentalismo, dell’attivismo, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="187.928000" xMax="555.540000" yMax="197.856000">dell’interventismo militare predicato dalle avanguardie e la rivalutazione dei valori della tradizione. Ciò non significa condannare le esperienze del recente passato, ma rimuoverne gli </word>
<word xMin="28.500000" yMin="197.928000" xMax="554.924000" yMax="207.856000">eccessi accogliendo i fermenti innovativi per ricondurli a una misura di compostezza. Il fenomeno ha dimensioni europee; in Francia, il ritorno alla tradizione ha le sue personalità più </word>
<word xMin="28.500000" yMin="207.828000" xMax="566.824000" yMax="217.756000">rappresentative nel drammaturgo Cocteau e nel poeta Paul Valéry: in quest’ultimo, il richiamo alla tradizione comporta non il rifiuto della modernità, ma la ripresa delle regole di armonia, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="217.828000" xMax="552.284000" yMax="227.756000">di decoro stilistico, proprie del classicismo. In Inghilterra, la conversione al classicismo vede fra i suoi protagonisti Ezra Pound e Thomas Eliot, americano di nascita ma europeo per </word>
<word xMin="28.500000" yMin="227.728000" xMax="560.872000" yMax="237.656000">formazione culturale. Egli fondò la rivista “Criterion”, che rappresentò l’essenziale punto di riferimento di una generazione di intellettuali stanca dello sperimentalismo avanguardistico e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="237.728000" xMax="562.612000" yMax="247.656000">alla ricerca di saldezza nel confuso panorama culturale del dopoguerra. Eliot reagisce a questo disorientamento esaltando i valori della civiltà occidentale e riaffermandone l’attualità, in </word>
<word xMin="28.500000" yMin="247.628000" xMax="542.224000" yMax="257.556000">polemica con la borghesia del tempo, che sembra aver rinnegato quei valori da difendere. Per ciò che riguarda la letteratura, egli ritiene che l’unica via d’uscita dalla crisi in cui è </word>
<word xMin="28.500000" yMin="257.628000" xMax="553.676000" yMax="267.556000">precipitata per effetto della modernità, consista nel recupero dell’eredità del classicismo, con la sua lezione di rigore intellettuale e formale. La missione della poesia rimane quella di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="267.528000" xMax="561.004000" yMax="277.456000">rappresentare l’essenza della realtà, al di là del corso della storia, della mutevolezza delle cose. Dante è per Eliot un modello, perché la costruzione allegorica della “Divina commedia” </word>
<word xMin="28.500000" yMin="277.528000" xMax="534.908000" yMax="287.456000">realizza l’equilibrio di passione e ragione e consente di interpretare il dramma di un tempo storico alla luce della sapienza dei classici, traendo da un’esperienza individuale un </word>
<word xMin="28.500000" yMin="287.428000" xMax="558.916000" yMax="297.356000">insegnamento di valore universale. La scoperta di Dante appare decisiva anche per Ezra Pound, a cui si deve anche la passione per l’Italia e la sua ammirazione per la cultura e l’arte </word>
<word xMin="28.500000" yMin="297.428000" xMax="566.588000" yMax="307.356000">italiane. La conoscenza dell’opera dantesca rafforza in lui l’idea di una poesia che si collochi al vertice del sistema culturale, che sia interprete del suo tempo ma sappia anche proiettarsi </word>
<word xMin="28.500000" yMin="307.328000" xMax="568.824000" yMax="317.256000">nel futuro, prefigurando un mondo migliore. In Italia, di fronte alle tensioni sociali e ai conflitti che caratterizzano il dopoguerra, gli intellettuali assumono un atteggiamento di neutralità e di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="317.328000" xMax="560.412000" yMax="327.256000">attesa, seppure non manchino frange minoritarie attivamente e direttamente impegnate nell’indicare una via d’uscita dalla crisi: Marinetti e i futuristi tentano di organizzarsi in un partito </word>
<word xMin="28.500000" yMin="327.228000" xMax="540.004000" yMax="337.156000">politico, Salvemini propone la creazione di una terza forza intellettuale che si ponga come alternativa al dualismo di rivoluzione e reazione. Ma l’orientamento prevalente rimane </word>
<word xMin="28.500000" yMin="337.228000" xMax="555.172000" yMax="347.156000">improntato al disimpegno. Nella cultura letteraria, l’annuncio del ritorno all’ordine proviene proprio dalla rivista che aveva rappresentato l’interventismo primo novecentesco. Nel 1914 </word>
<word xMin="28.500000" yMin="347.128000" xMax="546.900000" yMax="357.056000">assume la direzione de “La voce” Giuseppe de Robertis, che muta la fisionomia della rivista, trasformandola in un periodico letterario i cui punti significativi del programma sono la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="357.128000" xMax="546.484000" yMax="367.056000">restaurazione dell’autonomia dell’arte e la rivalutazione del ruolo tradizionale del letterato. Nella svolta avviata dalla seconda “Voce” si colloca l’esperienza della “Ronda”, la rivista </word>
<word xMin="28.500000" yMin="367.028000" xMax="562.180000" yMax="376.956000">romana che si caratterizza per l’opposizione ai fenomeni della cultura del primo 900, dallo sperimentalismo avanguardistico all’interventismo. Per il resto, la rivista è priva di un ampio e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="377.028000" xMax="557.124000" yMax="386.956000">organico programma e priva di elementi di originalità, prendendo radicalmente le distanze dalla trasgressione del recente passato e proclamando l’autonomia della creazione artistica.</word>
<word xMin="28.500000" yMin="396.976000" xMax="552.464000" yMax="407.072000">La riscoperta del realismo, fra continuità ed innovazione – Nel campo della narrativa, il ritorno all’ordine si manifesta nel recupero di temi e moduli espressivi della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="407.028000" xMax="567.724000" yMax="416.956000">tradizione realistica. In Germania, nasce nella seconda metà degli anni 20 il movimento della “Neue Sachlickeit”, “Nuova oggettività”, che reagisce alle avanguardie riproponendo un’idea </word>
<word xMin="28.500000" yMin="417.028000" xMax="563.024000" yMax="426.956000">di letteratura fondata sulla rappresentazione della realtà concreta, della vita quotidiana eleggendo a protagonista della narrazione la gente comune. La ripresa dei canoni del realismo è </word>
<word xMin="28.500000" yMin="426.928000" xMax="563.604000" yMax="436.856000">resa funzionale a una visione catastrofica della società industriale, che appare dominata da forze contro cui nulla possono fare le volontà individuali. La rabbia della rivolta si rovescia in </word>
<word xMin="28.500000" yMin="436.928000" xMax="552.676000" yMax="446.856000">un sentimento di rassegnazione, di constatazione dell’immutabilità del reale. In Italia, ad anticipare la tendenza è Giuseppe Borgese che, all’indomani della conclusione del conflitto, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="446.828000" xMax="566.536000" yMax="456.756000">propose di programmare opere in grado di conoscere e rappresentare le drammatiche contraddizioni di quel periodo storico e di restituire così alla letteratura la sua funzione educativa e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="456.828000" xMax="566.536000" yMax="466.756000">pedagogica. Nel romanzo “Rubè”, la vicenda vissuta dal protagonista rispecchia e riassume la storia della cultura italiana del primo 900; Rubè manifesta tutti i sintomi della malattia della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="466.728000" xMax="565.764000" yMax="476.656000">piccola borghesia intellettuale (la smania protagonistica, l’attivismo, l’egotismo) e la sua conclusiva rovina è come una condanna delle ideologie che hanno caratterizzato la fine secolo e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="476.728000" xMax="563.724000" yMax="486.656000">l’età delle avanguardie. In Italia la stagione del realismo si apre negli anni 30, mentre nel decennio precedente la scena era stata occupata dalla prosa rondista. In quello stesso periodo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="486.628000" xMax="552.812000" yMax="496.556000">si compie la formazione intellettuale di uno fra gli autori più eccentrici del nostro 900, Carlo Emilio Gadda, che, nei suoi scritti, elabora soluzioni linguistiche originali e uno stile molto </word>
<word xMin="28.500000" yMin="496.628000" xMax="566.604000" yMax="506.556000">personale. Ma i vertici della scrittura narrativa di Gadda sono raggiunti nei romanzi “La cognizione del dolore” e “Il pasticciaccio”. In Italia, quindi il realismo si impone alla metà degli anni </word>
<word xMin="28.500000" yMin="506.528000" xMax="557.100000" yMax="516.456000">30, contemporaneamente ad altri paesi europei ad opera di fattori omogenei, riferibili in primo luogo alla politica culturale perseguita al tempo dai regimi totalitari. Fa eccezione il caso </word>
<word xMin="28.500000" yMin="516.528000" xMax="562.340000" yMax="526.456000">tedesco, dove il nazismo, dopo aver scatenato una persecuzione contro gli intellettuali sospetti di una non totale accettazione dell’ideologia ufficiale, sopprimendone fisicamente molti o </word>
<word xMin="28.500000" yMin="526.428000" xMax="553.788000" yMax="536.356000">costringendoli all’esilio (i fratelli Heinrich e Thomas Mann), legittima solo una letteratura di propaganda, incentrata sull’apologia di miti cari al regime. Anche in Russia le avanguardie </word>
<word xMin="28.500000" yMin="536.428000" xMax="558.596000" yMax="546.356000">sono decimate dalla repressione staliniana che, in nome della lotta contro la promozione di un’arte che esprima i reali bisogni e le vere aspirazioni del popolo, ne costringe al silenzio i </word>
<word xMin="28.500000" yMin="546.328000" xMax="547.532000" yMax="556.256000">più illustri esponenti. Solo nel 1932 il dibattito fra arte e rivoluzione giunge ad una fine. In quell’anno c’è la costituzione dell’Unione degli scrittori sovietici e della teoria del realismo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="556.328000" xMax="546.852000" yMax="566.256000">socialista, secondo la quale l’arte rivoluzionaria doveva svilupparsi in continuità con le tendenze progressive della cultura borghese. In letteratura, ciò comportava il recupero della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="566.228000" xMax="540.632000" yMax="576.156000">poetica del realismo, che aveva saputo coniugare la categoria del rispecchiamento (capacità di riconoscere e rappresentare la totalità del reale e mettere a fuoco i fattori che ne </word>
<word xMin="28.500000" yMin="576.228000" xMax="561.172000" yMax="586.156000">determinano il mutamento) con quella di tipicità (raffigurare una condizione universale in una situazione particolare). Il realismo socialista avrebbe quindi restituito alla letteratura la sua </word>
<word xMin="28.500000" yMin="586.128000" xMax="564.116000" yMax="596.056000">funzione conoscitiva e pedagogica, consentendo di mostrare come lo sviluppo delle forze produttive conduca al superamento del capitalismo e evidenziando il ruolo protagonistico della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="596.128000" xMax="547.956000" yMax="606.056000">classe operaia nel processo di costruzione del socialismo. In Italia, la politica culturale del fascismo evitò la diretta partecipazione degli apparati dello stato nel confronto di idee ed </word>
<word xMin="28.500000" yMin="606.028000" xMax="531.664000" yMax="615.956000">opinioni, purchè esso non desse luogo a manifestazioni di aperta opposizione al regime. Il fascismo sottopose al controllo della censura la produzione editoriale ed i mezzi di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="616.028000" xMax="557.872000" yMax="625.956000">informazione, rafforzò gli strumenti della propaganda attraverso l’uso delle comunicazioni di massa, privilegiò la formazione delle giovani generazioni e si preoccupò di organizzare gli </word>
<word xMin="28.500000" yMin="625.928000" xMax="554.008000" yMax="635.856000">intellettuali in associazioni di stampo corporativo. Per quest’ultimo aspetto, importante è la funzione di Giovanni Gentile che, dopo aver ricoperto l’incarico di ministro dell’educazione </word>
<word xMin="28.500000" yMin="635.928000" xMax="557.500000" yMax="645.856000">nazionale e aver riformato il sistema dell’istruzione pubblica, fondò nel 1925 l’Istituto per l’Enciclopedia Italiana, cui furono chiamati a collaborare numerosi specialisti delle più diverse </word>
<word xMin="28.500000" yMin="645.828000" xMax="548.496000" yMax="655.756000">discipline. Nel 1926, Gentile istituì l’Accademia d’Italia e l’Istituto nazionale fascista di cultura, col compito di provvedere all’elaborazione e diffusione della dottrina del fascismo. La </word>
<word xMin="28.500000" yMin="655.828000" xMax="563.964000" yMax="665.756000">fascistizzazione della cultura ebbe quindi il fine di allargare le basi del consenso al regime e di rafforzarne l’egemonia. Per circa un decennio la cultura letteraria italiana fu caratterizzata </word>
<word xMin="28.500000" yMin="665.728000" xMax="562.764000" yMax="675.656000">dal confronto fra tradizionalisti e modernizzatori, i cui contrapposti movimenti assunsero la denominazione di “Strapaese” e “Stracittà”. I primi fecero riferimento alla rivista “Il selvaggio”, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="675.728000" xMax="534.520000" yMax="685.656000">che incentrò il suo programma sulla difesa della tradizione culturale italiana, concepita come espressione della civiltà contadina, dichiarando la sua ostilità verso la modernità. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="685.628000" xMax="552.684000" yMax="695.556000">L’alternativa al provincialismo del “Selvaggio” fu rappresentata dalla vocazione cosmopolita della rivista “900”, che sostenne la creazione di una cultura artistica e letteraria eclettica, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="695.628000" xMax="559.144000" yMax="705.556000">corrispondente alle caratteristiche e ai bisogni della modernità, contrassegnata dalla pluralità e rapidità delle trasformazioni indotte dal progresso tecnologico e dal consumo di massa. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="705.528000" xMax="562.324000" yMax="715.456000">Anche i novecentisti vogliono rispettare la tradizione, che però interpretano in senso dinamico e non statico, come vettore di mutamento e non di conservazione. L’ideale europeistico è </word>
<word xMin="28.500000" yMin="715.528000" xMax="533.684000" yMax="725.456000">condiviso da “Solaria”, rivista fondata a Firenze da Alberto Carocci e a cui parteciparono alcune fra le personalità più in vista della cultura letteraria del tempo (Montale, Saba, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="725.428000" xMax="566.444000" yMax="735.356000">Quasimodo). La repubblica delle lettere vagheggiata dalla rivista era un residuo spazio di libertà delegato a custodire il senso dell’uomo in un mondo dominato dal potere delle macchine </word>
<word xMin="28.500000" yMin="735.428000" xMax="553.936000" yMax="745.356000">e dal feticismo della merce, a tutelare la centralità dell’individuo dalla dilagante massificazione. Come i novecentisti, anche i solariani tentavano un compromesso fra rinnovamento e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="745.328000" xMax="557.468000" yMax="755.256000">tradizione, fra europeismo e identità nazionale, affermando che le novità della storia dovevano essere compatibili con i valori su cui si fonda la civiltà occidentale. In questo panorama </word>
<word xMin="28.500000" yMin="755.328000" xMax="563.208000" yMax="765.256000">s’impone nella prima metà degli anni 30, la svolta verso il realismo, che non è un fenomeno soltanto letterario, ma esprime una tendenza più generale. Il “Manifesto realista”, pubblicato </word>
<word xMin="28.500000" yMin="765.228000" xMax="552.444000" yMax="775.156000">nel 1933, afferma che il fascismo non deve considerarsi come un’esperienza geograficamente e temporalmente limitata, ma come un’alternativa al vecchio mondo che tramonta. La </word>
<word xMin="28.500000" yMin="775.228000" xMax="561.216000" yMax="785.156000">cultura italiana deve quindi contribuire al compimento della missione storica della rivoluzione fascista, dando vita a un nuovo umanesimo che delinei gli ideali e i valori del futuro. C’è in </word>
<word xMin="28.500000" yMin="785.128000" xMax="538.132000" yMax="795.056000">questo ambizioso proponimento la riaffermazione della tesi del fascismo come terza via fra capitalismo e comunismo ma anche la riproposizione del tradizionale mandato degli </word>
<word xMin="28.500000" yMin="795.128000" xMax="564.860000" yMax="805.056000">intellettuali. Nella cultura letteraria, queste posizioni si tradurranno nella volontà di superare la separazione di arte e vita: “Il saggiatore”, una rivista pubblicata a Roma, invoca il realismo </word>
</page>
<page width="595.000000" height="842.000000">
<word xMin="28.500000" yMin="28.428000" xMax="568.824000" yMax="38.356000">come via maestra attraverso cui ricongiungere letteratura e realtà. La matrice interventistica della conversione al realismo si riflette, a livello di produzione letteraria, nella sollecitazione di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="38.328000" xMax="565.028000" yMax="48.256000">un rinnovato impegno eticocivile dello scrittore, che si realizzi nella rappresentazione della realtà oggettiva senza risolversi nell’accettazione passiva dei fatti, ma anzi sottoponendoli ad </word>
<word xMin="28.500000" yMin="48.328000" xMax="560.668000" yMax="58.256000">indagine critica. All’arte realista si chiede quindi non di recuperare la lezione della narrativa ottocentesca, ma di indagare il microcosmo individuale e l’universo sociale servendosi degli </word>
<word xMin="28.500000" yMin="58.228000" xMax="553.780000" yMax="68.156000">strumenti conoscitivi offerti dalle nuove discipline scientifiche (psicanalisi) e dalle moderne teorie filosofiche. Date tali premesse, non stupisce la favorevole accoglienza riservata alla </word>
<word xMin="28.500000" yMin="68.228000" xMax="548.424000" yMax="78.156000">rivalutazione del romanzo: questa forma narrativa, per la capacità di rinnovare e arricchire il suo metodo di ricerca attraverso gli apporti della filosofia e delle scienze, appare la più </word>
<word xMin="28.500000" yMin="78.128000" xMax="557.032000" yMax="88.056000">idonea ad investigare la complessità e le contraddizioni del mondo contemporaneo. Al romanzo viene attribuito inoltre un compito costruttivo, cioè produttivo di nuovi valori spirituali e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="88.128000" xMax="559.708000" yMax="98.056000">morali. In questo contesto fa la sua apparizione una narrativa ispirata al realismo, ma non ignara dell’insegnamento della letteratura della fine secolo e del primo 900. Questa narrativa </word>
<word xMin="28.500000" yMin="98.028000" xMax="538.892000" yMax="107.956000">affianca la descrizione dei ceti di recente formazione (gli operai dell’industria) a quelli degli ambienti tipici del verismo (contadini e piccola borghesia), sostituisce al protagonista </word>
<word xMin="28.500000" yMin="108.028000" xMax="568.124000" yMax="117.956000">individuale (l’eroe) un protagonista collettivo, impiega una scrittura varia, uno stile impersonale ma allo stesso tempo espressionistico, adotta differenti tecniche di racconto, dal dialogo al </word>
<word xMin="28.500000" yMin="117.928000" xMax="555.724000" yMax="127.856000">discorso indiretto libero al monologo interiore. Nella narrativa realista degli anni 30 affiorano, accanto all’impegno conoscitivo, anche istanze critiche e costruttive: l’elogio delle libertà </word>
<word xMin="28.500000" yMin="127.928000" xMax="552.504000" yMax="137.856000">individuali, l’affermazione dell’inviolabilità dei diritti della persona, la condanna delle ideologie politiche, dei regimi statuali. Un importante contributo alla rivalutazione e diffusione del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="137.828000" xMax="553.860000" yMax="147.756000">realismo in Italia dalla conoscenza della letteratura contemporanea americana, favorita da un intensa attività di traduzione che vide impegnati alcuni fra i più prestigiosi intellettuali di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="147.828000" xMax="533.728000" yMax="157.756000">quegli anni, da Montale a Pavese a Vittorini. Gli scrittori americani insegnano un nuovo stile narrativo, in cui la presenza dell’autore è discreta, sono i personaggi ad occupare </word>
<word xMin="28.500000" yMin="157.728000" xMax="561.748000" yMax="167.656000">direttamente la scena, ad esplicitare la loro funzione attraverso le parole, i gesti, le azioni. Da è essi è soprattutto mutata l’immagine del nuovo continente come terra inesplorata, come </word>
<word xMin="28.500000" yMin="167.728000" xMax="544.280000" yMax="177.656000">regno della libertà e dell’avventura. Così il mito americano diviene una costellazione ideologica in cui confluiscono nostalgie, aspirazioni e paure della società letteraria del tempo.</word>
<word xMin="28.500000" yMin="187.676000" xMax="547.048000" yMax="197.772000">Neorealismo e letteratura dell’impegno – La seconda guerra mondiale, la caduta del fascismo, l’instaurazione della democrazia repubblicana, non comportano alcuna </word>
<word xMin="28.500000" yMin="197.728000" xMax="560.444000" yMax="207.656000">soluzione di continuità nelle dinamiche della cultura letteraria. L’esperienza realista prosegue nel dopoguerra per circa un decennio, conservando la sua vocazione interventista, la sua </word>
<word xMin="28.500000" yMin="207.728000" xMax="568.824000" yMax="217.656000">funzione critica e costruttiva, accentuando l’identificazione con uno schieramento politico (il fronte antifascista). Sono questi i caratteri distintivi dell’ideologia dell’impegno, termine con cui </word>
<word xMin="28.500000" yMin="217.628000" xMax="555.276000" yMax="227.556000">fu definito l’impegno culturale e politico di un gruppo di intellettuali marxisti, fra cui il filosofo esistenzialista JeanPaul Sartre, la sua compagna Simone de Beauvoir, lo scrittore Albert </word>
<word xMin="28.500000" yMin="227.628000" xMax="557.812000" yMax="237.556000">Camus. Quanto alla nozione di neorealismo, coniata per evidenziare i caratteri distintivi della produzione cinematografica e poi utilizzata per definire una generale tendenza artistica e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="237.528000" xMax="545.796000" yMax="247.456000">letteraria, esso fu contraddistinto dalla consapevolezza del fallimento della vecchia classe dirigente, dall’esigenza di rappresentare il paese reale, nella sua arretratezza, nelle sue </word>
<word xMin="28.500000" yMin="247.528000" xMax="567.424000" yMax="257.456000">contraddizioni, dalla fiducia nelle possibilità di rinnovamento e di progresso. Esso dunque cercò un mutamento delle forme espressive che sottolineasse la rottura con l’arte precedente e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="257.428000" xMax="562.964000" yMax="267.356000">potesse esprimere in maniera più adeguata i nuovi sentimenti. Nel 1929 Alberto Moravia esordisce con un romanzo realista “Gli indifferenti”, analisi della decadenza dell’etica borghese </word>
<word xMin="28.500000" yMin="267.428000" xMax="553.492000" yMax="277.356000">rappresentata dal processo di disgregazione dell’istituto familiare. Anche negli anni successivi, Moravia insiste nella denuncia della malattia morale che affligge la borghesia, spesso </word>
<word xMin="28.500000" yMin="277.328000" xMax="566.292000" yMax="287.256000">usando l’identificazione del punto di vista narrativo in figure di adolescenti che nel loro percorso di educazione alla vita entrano in conflitto con il mondo degli adulti e scoprono l’egoismo, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="287.328000" xMax="531.308000" yMax="297.256000">l’ipocrisia, la violenza che si cela dietro la facciata del perbenismo e del decoro. Alla demistificazione del gruppo borghese si accompagna l’esaltazione della realtà popolare, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="297.228000" xMax="562.288000" yMax="307.156000">emblematicamente raffigurata in figure femminili che incarnano un’umanità ancora ricca di valori autentici e di una vitalità innocente e genuina. Quello di Moravia non è un caso isolato: </word>
<word xMin="28.500000" yMin="307.228000" xMax="558.572000" yMax="317.156000">negli anni 40 e 50, molti altri narratori sviluppano una linea di ricerca di matrice realista, ma estranea all’ideologia dell’impegno. Si ripropone il mito della civiltà contadina, l’elogio della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="317.128000" xMax="560.384000" yMax="327.056000">sua integrità morale e sentimentale. Si replica la storia degli umili, degli esclusi, rappresentati dal proletariato di Vittorini. Ritorna anche la satirica dissacrazione della piccola borghesia </word>
<word xMin="28.500000" yMin="327.128000" xMax="565.900000" yMax="337.056000">provinciale, della sua invidia pettegola, dei suoi pregiudizi, del suo ottuso attaccamento alla roba, come nelle cronache di Sciascia. La narrativa neorealista presenta un registro tematico </word>
<word xMin="28.500000" yMin="337.028000" xMax="558.684000" yMax="346.956000">molto ampio e inedito, anche perché ricavato direttamente dalle tragiche esperienze del periodo bellico. Vi sono opere che assumono ad argomento l’epopea della guerra partigiana e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="347.028000" xMax="568.124000" yMax="356.956000">della resistenza antifascista, altre incentrate sulla rappresentazione delle lotte sociali, non mancano le testimonianze sulla persecuzione razziale e sull’olocausto (“Se questo è un uomo”, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="356.928000" xMax="560.548000" yMax="366.856000">Primo Levi). Si tratta di filoni narrativi differenti ma omogenei, perché accomunati, oltre dalla ripulsa della barbarie nazifascista, da un sincero slancio umanitario, da un’aspirazione alla </word>
<word xMin="28.500000" yMin="366.928000" xMax="560.440000" yMax="376.856000">giustizia sociale, e dal convincimento che la letteratura possa costituire un’arma decisiva nella battaglia per l’affermazione degli ideali di libertà, pace ed uguaglianza. La funzione della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="376.828000" xMax="562.204000" yMax="386.756000">letteratura è quella di mitizzare il passato e i suoi valori, contrapposti a un presente corrotto e degradato dal progresso. Anche le scelte linguistiche e stilistiche operate nell’ambito della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="386.828000" xMax="551.284000" yMax="396.756000">letteratura neorealistica appaiono omogenee: esse tendono a creare una medietà espressiva, lontana dalla banalità del naturalismo e dalla aristocratica artificiosità del classicismo, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="396.728000" xMax="553.812000" yMax="406.656000">dando luogo ad un ibridismo, risultante dell’intreccio di umile e sublime. La narrativa del neorealismo non si rivela del tutto indifferente alla lezione della letteratura della fine secolo e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="406.728000" xMax="558.156000" yMax="416.656000">novecentesca. Il mito americano agisce in profondità nell’opera di Pavese, per il quale il nuovo continente è una vetrina che esibisce il suo, ma anche lo spazio dell’incontro con nuovi </word>
<word xMin="28.500000" yMin="416.628000" xMax="562.216000" yMax="426.556000">mondi vitali. Per qualche tempo, Pavese si interroga sulla responsabilità della letteratura , sui doveri e compiti dell’intellettuale, oscillando fra la presa d’atto della propria marginalità e il </word>
<word xMin="28.500000" yMin="426.628000" xMax="566.624000" yMax="436.556000">risveglio di una volontà attivistica (“La casa in collina”). Quando il mito americano si dissolve, l’indagine dentro il destino individuale si concluderà con la scoperta della morte come verità </word>
<word xMin="28.500000" yMin="436.528000" xMax="565.440000" yMax="446.456000">ultima. Nel suo ultimo romanzo (“La luna e i falò”), consegnerà al pellegrinaggio del protagonista, l’emigrato Anguilla, una doppia distruzione, cioè la dissoluzione del sogno americano e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="446.528000" xMax="122.604000" yMax="456.456000">del crollo della civiltà contadina. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="466.376000" xMax="135.796000" yMax="476.472000">I PERCORSI DELLA POESIA</word>
<word xMin="28.500000" yMin="476.576000" xMax="564.976000" yMax="486.672000">Avanguardia e tradizione – La poesia italiana del 900 segue percorsi separati dalle dinamiche del sistema culturale e letterario. Negli anni 20, essa si mostra indifferente sia alle </word>
<word xMin="28.500000" yMin="486.628000" xMax="553.516000" yMax="496.556000">istanze tradizionaliste sostenute dai rondisti e dai selvaggi, sia al progetto modernizzatore dei novecentisti. L’autonomia che caratterizza la poesia novecentesca rende problematico </word>
<word xMin="28.500000" yMin="496.628000" xMax="540.112000" yMax="506.556000">l’inquadramento critico e storiografico. È possibile comunque distinguere la poesia italiana del 900 in due grandi periodi, il primo racchiuso fra le due guerre mondiali, il secondo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="506.528000" xMax="568.824000" yMax="516.456000">coincidente con la fase terminale del secolo breve. A riassumere le pluralità di fenomeni che contraddistinguono il venticinquennio compreso fra il 1919 (anno di pubblicazione di “Allegria </word>
<word xMin="28.500000" yMin="516.528000" xMax="552.316000" yMax="526.456000">di naufragi” di Ungaretti) e il 1946 (data inaugurale della poesia civile) e a definirne i caratteri dominanti, si mostrano inadeguate sia la categoria di ermetismo, coniata da Francesco </word>
<word xMin="28.500000" yMin="526.428000" xMax="568.824000" yMax="536.356000">Flora, sia la nozione di lirica nuova. Gli aspetti peculiari di questo periodo vanno individuati nella metabolizzazione della lezione del simbolismo, nel recupero della tradizione lirica italiana </word>
<word xMin="28.500000" yMin="536.428000" xMax="568.124000" yMax="546.356000">e nella valorizzazione della letteratura inglese e nordamericana dell’800 e 900. Da questo punto di vista, esemplari risultano le esperienze di Ungaretti e Montale. La formazione culturale </word>
<word xMin="28.500000" yMin="546.328000" xMax="556.268000" yMax="556.256000">e letteraria di Ungaretti si svolge a Parigi, dove segue i corsi della Sorbona e conosce Apollinaire, che lo introdurrà alla conoscenza del simbolismo. La rivoluzione metrica e lessicale </word>
<word xMin="28.500000" yMin="556.328000" xMax="547.588000" yMax="566.256000">operata da Ungaretti in “Allegria di naufragi” attraverso la frantumazione del verso tradizionale in brevi segmenti strofici e l’adozione di un vocabolario antiretorico, teso ad esaltare </word>
<word xMin="28.500000" yMin="566.228000" xMax="548.904000" yMax="576.156000">l’essenzialità della parola, la sua purezza e forza evocativa, risente della lezione di Mallarmè. Nel corso degli anni 20, Ungaretti si converte al cattolicesimo e riscopre la tradizione </word>
<word xMin="28.500000" yMin="576.228000" xMax="567.324000" yMax="586.156000">poetica italiana. In “Sentimento del tempo”, questo ritorno alla radici comporta la ripresa dei moduli della metrica tradizionale ma anche la consapevolezza dell’impossibilità di restituire la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="586.128000" xMax="563.020000" yMax="596.056000">parola al suo incontaminato, illimitato potere connotativo. La funzione della poesia è così legata alla capacità di riannodare il filo di una continuità interrotta dall’avvento della modernità, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="596.128000" xMax="536.012000" yMax="606.056000">di rivitalizzare una lingua ridotta all’insignificanza. Ma la parola non riesce ad abolire questa distanza e quindi la poesia si inclina verso l’evocazione mitica. La consapevolezza </word>
<word xMin="28.500000" yMin="606.028000" xMax="562.148000" yMax="615.956000">dell’esaurimento della funzione conoscitiva del linguaggio ispirano le raccolte “Il dolore”, diario di una tragedia personale (la morte del figlio Antonietto) e storica (gli orrori della seconda </word>
<word xMin="28.500000" yMin="616.028000" xMax="564.504000" yMax="625.956000">guerra mondiale). L’opera di Montale presenta un profilo più omogeneo, uno svolgimento più coerente, seppure non privo di variazioni. Il suo peculiare nucleo semantico è già delineato </word>
<word xMin="28.500000" yMin="625.928000" xMax="558.180000" yMax="635.856000">in “Ossi di seppia”, dove il taglio autobiografico del discorso, la ricchezza di temi e soluzioni stilistiche sottintendono l’attraversamento delle poetiche delle ideologie letterarie della fine </word>
<word xMin="28.500000" yMin="635.928000" xMax="556.748000" yMax="645.856000">secolo: un attraversamento che approda all’amara constatazione dell’inconsistenza dell’identità soggettiva, confinata nel mondo della necessità, nel dominio delle apparenze e quindi </word>
<word xMin="28.500000" yMin="645.828000" xMax="565.216000" yMax="655.756000">dell’impotenza conoscitiva ed espressiva della poesia. Alla fine degli anni venti, Montale entra in contatto con Thomas Eliot, a cui è tributario della scoperta della poesia inglese. Ciò che </word>
<word xMin="28.500000" yMin="655.828000" xMax="567.424000" yMax="665.756000">Montale ne ricava è già visibile nella sua seconda raccolta di versi, “Le occasioni” dove si realizza un perfetto equilibrio fra autobiografia e storia. Il poeta cerca nella memoria gli indizi, le </word>
<word xMin="28.500000" yMin="665.728000" xMax="556.768000" yMax="675.656000">occasioni, di una possibilità inattuata, che consenta la restaurazione di un’identità negata dall’insensatezza, dall’artificiosità della realtà moderna. La poesia è chiamata a redimere un </word>
<word xMin="28.500000" yMin="675.728000" xMax="563.988000" yMax="685.656000">mondo disumanizzato dal trionfo dell’industrialismo, dai falsi miti del progresso. Ma l’esperienza vissuta e la tradizione culturale restituiscono solo dei frammenti di un tempo tramontato: </word>
<word xMin="28.500000" yMin="685.628000" xMax="556.188000" yMax="695.556000">la presa d’atto dell’irreversibilità della condizione del soggetto, dell’immutabilità del presente storico, provoca il passaggio dal simbolo (che presuppone l’esistenza almeno ipotetica di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="695.628000" xMax="561.200000" yMax="705.556000">un’altra dimensione dell’essere) all’allegoria, che verrà celebrata nell’altra raccolta, “La bufera e altro”. Qui le evocazioni delle cerimonie dei regimi totalitari, che preludono alla tragedia </word>
<word xMin="28.500000" yMin="705.528000" xMax="550.132000" yMax="715.456000">della guerra, si intrecciano alla raffigurazione dello squallore del dopoguerra, al disincanto che segue alla caduta delle speranze dell’umanità. La vittoria del male che Montale vede </word>
<word xMin="28.500000" yMin="715.528000" xMax="555.564000" yMax="725.456000">confermati dallo scenario del secondo dopoguerra, ispirano lo stile umile, il tono dimesso delle sue ultime raccolte di versi (Satura e Diario), in cui il divorzio tra il poeta e il suo tempo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="725.428000" xMax="560.796000" yMax="735.356000">storico è declinato a volte nei termini dell’accettazione, altre volte nel registro della satira, della polemica che si rivolge contro gli aspetti più insopportabili della società contemporanea. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="735.428000" xMax="543.332000" yMax="745.356000">Montale accompagna alla denuncia delle cause della crescente spersonalizzazione e omologazione degli individui la demistificazione degli idoli del potere, la parodia delle mode </word>
<word xMin="28.500000" yMin="745.328000" xMax="549.252000" yMax="755.256000">culturali, dei loro linguaggi. L’influenza di Montale sulla lirica è italiana è cospicua. Si guardi all’esempio di Mario Luzi, che matura la sua formazione culturale e letteraria nel circolo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="755.328000" xMax="557.192000" yMax="765.256000">ermetico fiorentino. Con la pubblicazione di “Quaderno gotico”, Luzi abbandona il culto della parola, l’atteggiamento di aristocratica separatezza del soggetto dalla realtà, l’idea di una </word>
<word xMin="28.500000" yMin="765.228000" xMax="567.424000" yMax="775.156000">poesia indifferente alle vicende del suo tempo storico, per sperimentare un linguaggio essenziale ed espressivo di una condizione umana sospesa tra l’angoscia della finitudine e l’attesa </word>
<word xMin="28.500000" yMin="775.228000" xMax="529.452000" yMax="785.156000">di un improbabile miracolo. L’esaurimento della passione della trascendenza si compie a partire dagli anni 60, quando Luzi elegge la vita quotidiana a spazio esclusivo della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="785.128000" xMax="560.064000" yMax="795.056000">rappresentazione poetica: nelle raccolte di quel periodo, alla allegorizzazione della realtà si sostituisce il racconto dell’esperienza vissuta. Alla lezione di Montale può anche riferirsi sia </word>
<word xMin="28.500000" yMin="795.128000" xMax="554.756000" yMax="805.056000">l’opera di Giorgio Orelli (secondo cui la decadenza della poesia, costretta a ricercare negli oggetti più semplici, nelle umili creature, nelle modeste vicende dell’esistenza quotidiana, i </word>
</page>
<page width="595.000000" height="842.000000">
<word xMin="28.500000" yMin="28.428000" xMax="563.240000" yMax="38.356000">segni superstiti di un’autenticità del vivere che sembra essere stata bandita dalla modernità) sia di Vittorio Sereni (si pensi alla metafora “frontiera” che dà il titolo alla sua prima raccolta </word>
<word xMin="28.500000" yMin="38.328000" xMax="568.824000" yMax="48.256000">di versi e che rimanda al muro degli Ossi, che separa l’Italia della dittatura fascista dall’Europa delle democrazie liberali, e che divide anche un presente attraversato dai presagi di guerra </word>
<word xMin="28.500000" yMin="48.328000" xMax="88.876000" yMax="58.256000">da un incerto futuro).</word>
<word xMin="28.500000" yMin="68.276000" xMax="561.072000" yMax="78.372000">Ermetismo, orfismo, realismo simbolico – L’insegnamento di Ungaretti ebbe un’incidenza maggiore e più diretta rispetto all’influenza esercitata da Montale: l’ermetismo lo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="78.328000" xMax="552.552000" yMax="88.256000">elesse a maestro, sebbene si nutrisse di una pluralità di apporti. Il gruppo ermetico accoglie infatti alcuni postulati fondamentali della poetica ungarettiana, come l’uso ambiguo delle </word>
<word xMin="28.500000" yMin="88.328000" xMax="534.780000" yMax="98.256000">parole, ma anche le suggestioni di Coleridge, Mallarmè e dei surrealisti. In più, la sua delimitazione non è esattamente definibile e la sua stessa data di nascita appare incerta </word>
<word xMin="28.500000" yMin="98.228000" xMax="561.476000" yMax="108.156000">(convenzionalmente viene individuata nel 1932). A fissare il profilo identitario dell’ermetismo concorrono la riflessione e il dibattito sviluppatisi negli anni 30 su alcune riviste ed il saggio </word>
<word xMin="28.500000" yMin="108.228000" xMax="561.800000" yMax="118.156000">“Letteratura come vita” di Carlo Bo: sebbene il critico esortasse a non considerarlo come un manifesto, questo intervento conferì consapevolezza ma anche coerenza programmatica a </word>
<word xMin="28.500000" yMin="118.128000" xMax="568.524000" yMax="128.056000">una tendenza fino a allora spontanea. Bo muoveva dalla riaffermazione dell’autonomia della letteratura per esaltarne la missione che consiste in un’interrogazione del mondo e della vita, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="128.128000" xMax="566.756000" yMax="138.056000">in un ininterrotto scandaglio interiore e di emanciparsi dall’oggettività attraverso la tensione verso l’assoluto ed il trascendente. In questo modo Bo offriva una giustificazione ai motivi che </word>
<word xMin="28.500000" yMin="138.028000" xMax="557.892000" yMax="147.956000">avevano caratterizzato la breve stagione della poesia ermetica: il rifiuto del presente storico e l’attesa di una rivelazione salvifica che costituiscono il nucleo della poetica dell’assenza. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="148.028000" xMax="556.080000" yMax="157.956000">C’è anche la volontà di evadere da un mondo spoglio di senso e valore per trovare rifugio nella dimensione del mito, identificata con la terra natale o l’infanzia, come in Quasimodo; il </word>
<word xMin="28.500000" yMin="157.928000" xMax="560.252000" yMax="167.856000">tentativo di allontanare la precarietà della condizione umana e la caducità dell’esistenza nella comunione con la natura. Si sviluppa una ricerca linguistica tesa a restituire la parola alla </word>
<word xMin="28.500000" yMin="167.928000" xMax="556.532000" yMax="177.856000">sua primigenia condizione di purezza, di essenzialità, di innocenza, al suo magico potere di evocazione. L’ermetismo fa entrare nella sua cerchia anche un poeta come Arturo Onofri, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="177.828000" xMax="567.724000" yMax="187.756000">che in realtà si colloca in un autonomo percorso di ricerca: è la linea orfica, che si fa risalire impropriamente a Dino Campana. Nei suoi versi della maturità, la parola, elevata a strumento </word>
<word xMin="28.500000" yMin="187.828000" xMax="547.292000" yMax="197.756000">rivelatore, riscatta la limitatezza e la precarietà della condizione umana. Dalla poesia di Saba discende un’altra linea della lirica italiana del 900, che traspone la fedeltà realistica e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="197.728000" xMax="554.420000" yMax="207.656000">l’immediatezza autobiografica nella trasparenza del simbolo e nella musicalità del verso. Ad essa può essere ascritto Attilio Bertolucci, che nella sua opera dispiega una vasta elegia </word>
<word xMin="28.500000" yMin="207.728000" xMax="564.112000" yMax="217.656000">della civiltà contadina, dei suoi valori e della sua cultura, contrapposti a un presente volgare e degradato raffigurato nello scenario della metropoli. La poesia di Sandro Penna si nutre di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="217.628000" xMax="557.756000" yMax="227.556000">una materia autobiografica, il cui motivo dominante è costituito dalla confessione della sua omosessualità: le sdegnate reazioni del senso comune divengono metafora dell’esclusione </word>
<word xMin="28.500000" yMin="227.628000" xMax="556.072000" yMax="237.556000">sociale dell’artista. La vena realista della lirica di Giorgio Caproni si esprime soprattutto nell’evoluzione del linguaggio. La costante tematica della sua opera è costituita dal motivo del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="237.528000" xMax="456.492000" yMax="247.456000">viaggio, inteso come transito dal nulla alla morte: il poeta si identifica nella figura del passante, dell’ospite provvisorio di un mondo estraneo e ostile.</word>
<word xMin="28.500000" yMin="257.476000" xMax="551.888000" yMax="267.572000">Neosperimentalismo e neoavanguardia – La novità del panorama letterario dell’ultima parte del secolo è rappresentata, sul versante della poesia, da due tendenze che </word>
<word xMin="28.500000" yMin="267.628000" xMax="554.976000" yMax="277.556000">fanno la loro apparizione nel breve arco di anni racchiuso fra la fine della stagione dell’impegno e il boom economico che consente all’Italia di far parte dei paesi più industrializzati. Il </word>
<word xMin="28.500000" yMin="277.528000" xMax="561.068000" yMax="287.456000">laboratorio del neosperimentalismo è costituito dalla rivista “Officina”: il gruppo polemizzò contro il provincialismo e i residui della letteratura neorealista, criticò l’avversione manifestata </word>
<word xMin="28.500000" yMin="287.528000" xMax="561.856000" yMax="297.456000">dalla cultura impegnata nei confronti del decadentismo, difese la libertà del lavoro intellettuale, riaffermò l’autonomia dell’arte e predicò la necessità di un nuovo impegno, svincolato da </word>
<word xMin="28.500000" yMin="297.428000" xMax="568.124000" yMax="307.356000">logiche di partito e da condizionamenti ideologici. I collaboratori della rivista credevano nel mandato eticopolitico della letteratura: lo sperimentalismo da essi praticato non si limitava alla </word>
<word xMin="28.500000" yMin="307.428000" xMax="564.512000" yMax="317.356000">ricerca di un nuovo linguaggio, adeguato alla realtà di quella fase storica, ma si proponeva come strumento capace di contribuire attivamente al processo di trasformazione democratica </word>
<word xMin="28.500000" yMin="317.328000" xMax="550.980000" yMax="327.256000">e di riforma morale della società italiana. Sul piano letterario, Officina muove da una diversa interpretazione della tradizione del 900, che rivaluta le esperienze della fine secolo, per </word>
<word xMin="28.500000" yMin="327.328000" xMax="540.700000" yMax="337.256000">definire una poetica caratterizzata da una scelta in favore del plurilinguismo, dal recupero della lezione del simbolismo e dell’ermetismo e dall’apertura ai contributi delle scienze </word>
<word xMin="28.500000" yMin="337.228000" xMax="563.988000" yMax="347.156000">moderne. A questi principi si richiama la produzione in versi di Francesco Leonetti, Roberto Roversi, Pier Paolo Pasolini. Quest’ultimo esordisce con raccolte il cui tema è rappresentato </word>
<word xMin="28.500000" yMin="347.228000" xMax="564.612000" yMax="357.156000">dall’evocazione della terra natale (il Friuli), del suo paesaggio primitivo e incontaminato, dove è ancora possibile l’armonia del soggetto col mondo. In questo scenario idillico, la bellezza </word>
<word xMin="28.500000" yMin="357.128000" xMax="540.964000" yMax="367.056000">è offuscata da presagi funerei: sulla giovinezza si proietta l’ombra inquietante della maturità, l’esistenza è segnata dalle sofferenze (la tragedia della guerra ma anche il dramma </word>
<word xMin="28.500000" yMin="367.128000" xMax="558.212000" yMax="377.056000">personale del poeta, il cui fratello partigiano è ucciso da un gruppo di diverso orientamento ideologico). In queste prime raccolte, è evidente la suggestione dell’ermetismo ma anche il </word>
<word xMin="28.500000" yMin="377.028000" xMax="558.588000" yMax="386.956000">mito del selvaggio. La scoperta della storia e l’incontro col marxismo, imprimono una nuova direzione alla ricerca poetica di Pasolini; nelle due raccolte, importante è la messa a fuoco </word>
<word xMin="28.500000" yMin="387.028000" xMax="552.864000" yMax="396.956000">della contraddizione che caratterizza l’ideologia letteraria dell’autore, cioè l’irrisolto conflitto tra passione e ideologia, fra cultura e politica, fra la sua adesione al gramscismo e la sua </word>
<word xMin="28.500000" yMin="396.928000" xMax="560.404000" yMax="406.856000">appartenenza alla borghesia. Negli ultimi libri di versi, la contraddizione va attenuandosi: se fino ai primi anni 60 dura l’identificazione del poeta con il sottoproletariato, giustificata dalla </word>
<word xMin="28.500000" yMin="406.928000" xMax="548.312000" yMax="416.856000">condizione di esclusione dalla storia, l’avvento del neocapitalismo determina il crollo di ogni speranza di mutamento della società. Pasolini constata che il consumismo omologa gli </word>
<word xMin="28.500000" yMin="416.828000" xMax="549.140000" yMax="426.756000">individui, integra l’intellettuale nel circuito dell’industria culturale: ne conseguono l’abbandono della letteratura e la negazione di ogni funzione della poesia. la consapevolezza delle </word>
<word xMin="28.500000" yMin="426.828000" xMax="557.524000" yMax="436.756000">trasformazioni prodotte dallo sviluppo neocapitalistico nel sistema economico, nel tessuto sociale ma anche nella comunicazione linguistica e nel ruolo dell’intellettuale sono alla base </word>
<word xMin="28.500000" yMin="436.728000" xMax="562.236000" yMax="446.656000">della breve esperienza della neoavanguardia, nata nel 1963 da un gruppo di intellettuali che facevano capo alla rivista “Il Verri” e che si denominerà appunto “Gruppo 63”. Il movimento </word>
<word xMin="28.500000" yMin="446.728000" xMax="559.680000" yMax="456.656000">della neoavanguardia si caratterizzò per la mescolanza di differenti orientamenti ideologici e culturali e per il proposito di rinnovare la pratica poetica a partire dagli strumenti del lavoro </word>
<word xMin="28.500000" yMin="456.628000" xMax="543.856000" yMax="466.556000">letterario, cioè le tecniche e il linguaggio. I poeti del Gruppo 63 sono convinti che il neocapitalismo eliminerà la contraddizione sociale e politica fra lavoro salariato e capitale: agli </word>
<word xMin="28.500000" yMin="466.628000" xMax="558.156000" yMax="476.556000">intellettuali non resta altro che rassegnarsi all’integrazione negli apparati della produzione culturale. Di qui il rifiuto delle ideologie, del primato della letteratura e del suo mandato etico</word>
<word xMin="28.500000" yMin="476.528000" xMax="548.356000" yMax="486.456000">politico: i letterati sono relegati al ruolo di specialisti del linguaggio e vedono limitato il loro spazio operativo. Nonostante questo, la letteratura può ancora assolvere a una funzione </word>
<word xMin="28.500000" yMin="486.528000" xMax="561.428000" yMax="496.456000">critica, laddove si incarichi di demistificare gli inganni della comunicazione, gli effetti di manipolazione esercitati dal mezzo linguistico. Perciò il programma della neoavanguardia oscilla </word>
<word xMin="28.500000" yMin="496.428000" xMax="544.628000" yMax="506.356000">fra la negazione del ruolo sociale dell’intellettuale e l’impegno per una sua riqualificazione. Tra neosperimentalismo e neoavanguardia può collocarsi l’opera di Andrea Zanzotto e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="506.428000" xMax="563.380000" yMax="516.356000">Giovanni Giudici. Per Zanzotto, la realtà consiste di segni, delle forme linguistiche in cui la cultura l’ha rappresentata: la ricerca di una via di salvezza per la poesia, la cui sopravvivenza </word>
<word xMin="28.500000" yMin="516.328000" xMax="545.508000" yMax="526.256000">è minacciata dal potere dell’industria e della tecnologia, si traduce in un viaggio nell’esplorazione delle radici della parola, dove si cela il fondamento dell’individuo. Di qui il lessico </word>
<word xMin="28.500000" yMin="526.328000" xMax="561.328000" yMax="536.256000">desueto, arcaico della lirica di Zanzotto, il suo plurilinguismo. Il motivo dominante della poesia di Giudici è costituito dalla contraddizione fra essere reale e ruolo sociale, fra la presunta </word>
<word xMin="28.500000" yMin="536.228000" xMax="542.252000" yMax="546.156000">sincerità della parola poetica e la manipolazione del linguaggio prodotta dall’industria culturale e dal sistema di comunicazione di massa. Giudici denuncia questa contraddizione </word>
<word xMin="28.500000" yMin="546.228000" xMax="540.788000" yMax="556.156000">attraverso la povertà dei contenuti, la degradazione dell’io a personaggio letterario e quindi l’uso del pronome di terza persona, lo smascheramento della natura ingannevole del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="556.128000" xMax="544.604000" yMax="566.056000">linguaggio, ottenuto per mezzo della dimostrazione degli effetti di distorsione che esso è in grado di produrre. Nell’ultimo trentennio del 900 si assiste ad una fioritura della poesia </word>
<word xMin="28.500000" yMin="566.128000" xMax="561.132000" yMax="576.056000">dialettale, determinata dalla constatazione del deterioramento della lingua letteraria e dalla valorizzazione delle culture regionali: questi poeti, al di là della loro originaria appartenenza, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="576.028000" xMax="146.236000" yMax="585.956000">non sono ignari della letteratura ufficiale.</word>
<word xMin="28.500000" yMin="595.976000" xMax="285.604000" yMax="606.072000">LA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE E IL NEOCAPITALISMO</word>
<word xMin="28.500000" yMin="606.076000" xMax="540.140000" yMax="616.172000">Il mare dell’oggettività – Nella prima metà degli anni 50 si chiude in Europa la stagione del dopoguerra: si inaugura una fase di sviluppo economico e di progresso civile. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="616.228000" xMax="562.596000" yMax="626.156000">Giungono ad esaurimento i movimenti culturali e letterari che avevano caratterizzato il decennio precedente: la guerra fredda, la divisione bipolare del mondo in sfere d’influenza, fanno </word>
<word xMin="28.500000" yMin="626.128000" xMax="550.008000" yMax="636.056000">crollare le speranze di una rivoluzione democratica nei paesi capitalistici. Finisce così in Francia, in Italia e nella Germania occidentale l’esperienza dell’engagement. In America, si </word>
<word xMin="28.500000" yMin="636.128000" xMax="565.108000" yMax="646.056000">affaccia una nuova generazione di scrittori, che rifiuta la retorica ottimistica dell’american way of life e indaga le contraddizioni della realtà sociale, rappresentandole con ironico distacco </word>
<word xMin="28.500000" yMin="646.028000" xMax="542.572000" yMax="655.956000">o con appassionato coinvolgimento. Ma la svolta matura nei primi anni 60, quando si avvia la seconda rivoluzione industriale e prende corpo la società del benessere. Il primato </word>
<word xMin="28.500000" yMin="656.028000" xMax="541.836000" yMax="665.956000">dell’economia, le merci prodotte in serie, il potere delle macchine e della tecnologia, la subordinazione dei tempi di vita ai tempi di lavoro, pongono la cultura di fronte al dilemma </word>
<word xMin="28.500000" yMin="665.928000" xMax="564.292000" yMax="675.856000">del’alternativa fra integrazione e rivolta. La pop art di Andy Warhol è una manifestazione di resa al mare dell’oggettività indifferenziata, di annientamento dell’io, di immedesimazione nel </word>
<word xMin="28.500000" yMin="675.928000" xMax="568.124000" yMax="685.856000">dominio della materia: ma si tratta di una tendenza minoritaria. A prevalere è l’arte informale, il teatro dell’assurdo di Beckett, la letteratura della beat generation che denunciano il letargo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="685.828000" xMax="561.524000" yMax="695.756000">della coscienza, la scomparsa dei valori, l’immutabilità di un mondo sprofondato nell’insignificanza, il trionfo della merce. In queste tendenze artistiche e letterarie, la ripulsa della civiltà </word>
<word xMin="28.500000" yMin="695.828000" xMax="568.524000" yMax="705.756000">tecnologica, l’autoesclusione dall’universo alienante della società dei consumi, la fuga dalle metropoli alla ricerca di spazi di libertà si coniugano al ripiegamento nell’interiorità e al mistico </word>
<word xMin="28.500000" yMin="705.728000" xMax="344.476000" yMax="715.656000">ricongiungimento con il tutto procurati dagli allucinogeni o dalle pratiche ascetiche di alcune religioni orientali.</word>
<word xMin="28.500000" yMin="725.676000" xMax="554.660000" yMax="735.772000">Letteratura e fenomenologia del potere – In Italia, la seconda rivoluzione industriale non assume l’ampiezza e i caratteri tipici dei paesi più sviluppati. Gli effetti del boom </word>
<word xMin="28.500000" yMin="735.828000" xMax="550.508000" yMax="745.756000">economico sono limitati dalla mancata soluzione di alcune questioni (innanzitutto quella meridionale), dalla persistenza di sacche di arretratezza, dall’emergere di nuovi squilibri, da </word>
<word xMin="28.500000" yMin="745.728000" xMax="559.132000" yMax="755.656000">fenomeni di inefficienza e corruzione. Ciò nonostante, lo sviluppo neocapitalistico modifica la nostra realtà sociale e culturale. Il rapido incremento dei tassi di scolarizzazione riduce la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="755.728000" xMax="566.212000" yMax="765.656000">piaga dell’analfabetismo ed attiva un circuito di socializzazione del sapere. L’estensione del sistema delle comunicazioni di massa imprime un impulso decisivo all’unificazione linguistica </word>
<word xMin="28.500000" yMin="765.628000" xMax="557.408000" yMax="775.556000">del paese, arricchisce e svecchia il vocabolario d’uso corrente. La figura del letterato perde totalmente la sua autonomia: la quasi totalità degli scrittori trova occupazione nella grande </word>
<word xMin="28.500000" yMin="775.628000" xMax="546.056000" yMax="785.556000">industria, oppure nella pubblica amministrazione, nell’editoria, nel giornalismo. La condizione sociale del letterato è quindi contrassegnata dall’intreccio di lavoro concreto e lavoro </word>
<word xMin="28.500000" yMin="785.528000" xMax="546.380000" yMax="795.456000">astratto. In Italia, nel panorama letterario degli anni del boom, il punto più alto della riflessione teorica e del confronto ideologico sui mutamenti provocati dalla seconda rivoluzione </word>
<word xMin="28.500000" yMin="795.528000" xMax="558.452000" yMax="805.456000">industriale nell’organizzazione economica e sociale e negli apparati del sapere, fu rappresentato dalla rivista “Il Menabò”, fondata da Vittorini e da lui diretta in collaborazione con Italo </word>
</page>
<page width="595.000000" height="842.000000">
<word xMin="28.500000" yMin="28.428000" xMax="567.724000" yMax="38.356000">Calvino. Un momento significativo della vita della rivista fu costituito dal dibattito su “letteratura e industria”: Vittorini, dopo aver denunciato la pregiudiziale avversione della letteratura nei </word>
<word xMin="28.500000" yMin="38.328000" xMax="561.204000" yMax="48.256000">confronti della civiltà industriale, si appellava agli scrittori affinchè non si sottraessero a uno sforzo di comprensione della nuova realtà creata dallo sviluppo tecnologico. Egli è convinto </word>
<word xMin="28.500000" yMin="48.328000" xMax="566.724000" yMax="58.256000">che la tecnica sia un fattore decisivo di progresso ed emancipazione, anche se non si nasconde i pericoli insiti nel crescente condizionamento da esso operato sui rapporti sociali: perciò </word>
<word xMin="28.500000" yMin="58.228000" xMax="555.992000" yMax="68.156000">egli affida alla letteratura il compito di cooperare alla costruzione di un mondo in cui le macchine non riducano l’uomo in servitù, ma siano poste al servizio dei suoi bisogni. Il dibattito </word>
<word xMin="28.500000" yMin="68.228000" xMax="554.024000" yMax="78.156000">fece registrare una convergenza sulle posizioni di Vittorini: Calvino sostenne la necessità di un atteggiamento mediano fra ottimismo e catastrofismo, finalizzato a imporre il dominio </word>
<word xMin="28.500000" yMin="78.128000" xMax="558.212000" yMax="88.056000">dell’intelligenza umana sull’espansione dell’universo tecnologico. Questa discussione prende spunto da un filone narrativo apparso alla fine degli anni 50, incentrato sull’analisi e sulla </word>
<word xMin="28.500000" yMin="88.128000" xMax="557.524000" yMax="98.056000">rappresentazione dei mutamenti causati dal neocapitalismo nel tessuto sociale, nel sistema produttivo, nella funzione degli intellettuali. Il racconto ha di preferenza come protagonista </word>
<word xMin="28.500000" yMin="98.028000" xMax="559.780000" yMax="107.956000">l’operaio o l’intellettuale ed è quindi ambientato in fabbrica o in ufficio: sullo sfondo, l’impatto traumatico dell’industrializzazione sul mondo contadino e sui mestieri tradizionali. L’autore </word>
<word xMin="28.500000" yMin="108.028000" xMax="554.924000" yMax="117.956000">più rappresentativo della cosiddetta “letteratura industriale” è Paolo Volponi, che esordisce alla narrativa con i romanzi “Memoriale” e “La macchina mondiale”, in cui la terribile realtà </word>
<word xMin="28.500000" yMin="117.928000" xMax="566.520000" yMax="127.856000">dell’alienante fabbrica e della distruzione della civiltà contadina causata dall’industrializzazione è polemicamente contrapposta al sogno di sicurezza e benessere generato dal progresso </word>
<word xMin="28.500000" yMin="127.928000" xMax="544.680000" yMax="137.856000">scientifico e tecnologico. Volponi continua a descrivere i guasti profondi e terribili prodotti dal capitale, fino all’ultimo romanzo, “Le mosche del capitale”, in cui c’è la raffigurazione </word>
<word xMin="28.500000" yMin="137.828000" xMax="565.568000" yMax="147.756000">dell’apoteosi dell’artificialità, quasi una disperata profezia sugli esiti disumani del processo di globalizzazione dell’economia. L’analisi della fisiologia del potere e delle sue manifestazioni </word>
<word xMin="28.500000" yMin="147.828000" xMax="560.116000" yMax="157.756000">costituiscono il motivo centrale anche della narrativa di Leonardo Sciascia: anche da esso traspare un senso di impotenza e sconfitta, dettato dalla convinzione che la storia sia solo in </word>
<word xMin="28.500000" yMin="157.728000" xMax="560.112000" yMax="167.656000">apparenza progresso, e che anzi nel suo corso prevale la logica del più forte. Nelle opere di Sciascia il potere appare sempre impenetrabile, capace di dominio assoluto sulla realtà: la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="167.728000" xMax="548.716000" yMax="177.656000">sua essenza si incarna di tempo in tempo nelle istituzioni dello stato, negli istituti della religione, nelle organizzazioni criminali come la mafia. L’autore racconta, in diverse forme, la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="177.628000" xMax="545.188000" yMax="187.556000">medesima vicenda: questa costante è versata in differenti calchi narrativi, dal romanzo storico, al poliziesco. La letteratura e la cultura non possono cambiare il mondo e neanche </word>
<word xMin="28.500000" yMin="187.628000" xMax="543.612000" yMax="197.556000">restituirgli senso, ma soltanto confessare il tragico scacco, l’impotenza nell’atto stesso in cui si smaschera e denuncia l’atrocità del potere. La seconda rivoluzione industriale e lo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="197.528000" xMax="534.216000" yMax="207.456000">sviluppo del neocapitalismo hanno un’incidenza rilevante nell’esperienza culturale e letteraria di Calvino. Intellettuale cosmopolita, egli ha mostrato la straordinaria capacità di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="207.528000" xMax="538.556000" yMax="217.456000">comprendere tempestivamente la dimensione dei rivolgimenti che hanno segnato il secondo 900, ma ha anche saputo, nelle sue opere, elaborare e sperimentare soluzioni che </word>
<word xMin="28.500000" yMin="217.428000" xMax="547.492000" yMax="227.356000">conservassero alla letteratura una funzione conoscitiva e critica, un’utilità sociale in un contesto storico in rapida trasformazione. Già dai suoi esordi (“Il sentiero dei nidi di ragno”), </word>
<word xMin="28.500000" yMin="227.428000" xMax="556.544000" yMax="237.356000">Calvino rivela la necessità dell’impegno degli intellettuali, ma è anche consapevole del rischio che il primato della politica riduca l’arte a semplice strumento di propaganda. Negli anni </word>
<word xMin="28.500000" yMin="237.328000" xMax="539.568000" yMax="247.256000">successivi, Calvino documenta nelle sue opere la delusione storica dell’intellettuale, la crisi dei suoi strumenti d’interpretazione della realtà, della sua identità sociale (Il visconte </word>
<word xMin="28.500000" yMin="247.328000" xMax="548.392000" yMax="257.256000">dimezzato, Il barone rampante, Il cavaliere inesistente), i danni provocati all’ambiente dall’industrializzazione, dall’inurbamento. A quanti predicano l’inconciliabilità di umanesimo e </word>
<word xMin="28.500000" yMin="257.228000" xMax="560.412000" yMax="267.156000">scienza, Calvino ricorda che l’atteggiamento scientifico e poetico coincidono, perché entrambi sono atteggiamenti di ricerca, di scoperta e di invenzione, ed afferma la necessità di una </word>
<word xMin="28.500000" yMin="267.228000" xMax="554.432000" yMax="277.156000">letteratura della sfida al labirinto (il labirinto della realtà, ma anche della molteplicità e complessità di rappresentazioni del mondo) che sia in grado di disegnarne la mappa attraverso </word>
<word xMin="28.500000" yMin="277.128000" xMax="260.740000" yMax="287.056000">l’adozione di tutti i linguaggi possibili, di tutti i possibili metodi di interpretazione. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="297.076000" xMax="127.876000" yMax="307.172000">IL CREPUSCOLO DEL 900</word>
<word xMin="28.500000" yMin="307.176000" xMax="562.772000" yMax="317.272000">La globalizzazione e la società dell’informazione – Il secolo breve, aperto dal primo conflitto mondiale, si conclude nel biennio 19891991, con la dissoluzione del blocco </word>
<word xMin="28.500000" yMin="317.328000" xMax="542.576000" yMax="327.256000">socialista (il cui evento è costituito dalla caduta del muro di Berlino). In quegli anni giungono a maturazione processi di lunga durata: la conclusione delle lotte di liberazione dalla </word>
<word xMin="28.500000" yMin="327.228000" xMax="562.876000" yMax="337.156000">dominazione coloniale in Asia e in Africa, l’esaurimento delle politiche imperialistiche, la crescita degli scambi commerciali, l’internazionalizzazione dell’economia. Proprio nel fenomeno </word>
<word xMin="28.500000" yMin="337.228000" xMax="537.412000" yMax="347.156000">della globalizzazione va individuata la ragione della chiusura prima del periodo della guerra fredda e poi del crollo dell’equilibrio bipolare, e della conseguente logica delle sfere </word>
<word xMin="28.500000" yMin="347.128000" xMax="568.524000" yMax="357.056000">d’influenza, su cui si era retto l’ordine mondiale dal 1945. La globalizzazione della cultura aveva avuto inizio già nei primi anni 60: va riconosciuto un fattore decisivo nella rivolta giovanile </word>
<word xMin="28.500000" yMin="357.128000" xMax="564.184000" yMax="367.056000">del 68, che, al di là delle connotazioni ideologiche e politiche assunte nei diversi paesi, ebbe in comune un atteggiamento anticonformistico ma anche una domanda di modernizzazione </word>
<word xMin="28.500000" yMin="367.028000" xMax="552.464000" yMax="376.956000">e di riforma della società e delle istituzioni. L’estensione della rivolta studentesca fu favorita dall’attuazione del villaggio globale, ovvero dall’enorme diffusione delle comunicazioni di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="377.028000" xMax="568.824000" yMax="386.956000">massa, che consentono una rapida trasmissione delle informazioni. La società dell’informazione si espande e si radica ulteriormente con la creazione di internet, la rete di comunicazione </word>
<word xMin="28.500000" yMin="386.928000" xMax="549.868000" yMax="396.856000">informatica a diffusione mondiale concepita negli USA alla fine degli anni 50, sperimentata nell’ambito delle comunità scientifiche e della difesa militare, e più tardi aperta all’utenza </word>
<word xMin="28.500000" yMin="396.928000" xMax="562.980000" yMax="406.856000">industriale e commerciale. L’internazionalizzazione della cultura ricava un nuovo slancio da questa innovazione. Lo sviluppo neocapitalistico realizza una crescente parcellizzazione del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="406.828000" xMax="564.596000" yMax="416.756000">lavoro intellettuale e promuove una forte spinta alla specializzazione dell’attività culturale. In Italia, neocapitalismo e globalizzazione del sapere ampliano la platea dei lettori, incentivano </word>
<word xMin="28.500000" yMin="416.828000" xMax="562.876000" yMax="426.756000">la circolazione della produzione letteraria straniera, rafforzano il potere dell’industria culturale e del mercato editoriale. Ne consegue che il successo di un autore e di un libro dipendono </word>
<word xMin="28.500000" yMin="426.728000" xMax="565.596000" yMax="436.656000">in misura decisiva dalla variabilità delle mode, dalle mutevoli esigenze del pubblico di massa, condizionato dalla promozione pubblicitaria e dai modelli culturali propagandati dal sistema </word>
<word xMin="28.500000" yMin="436.728000" xMax="560.424000" yMax="446.656000">dei media. Lo scrittore così non resta più fedele al proprio stile, non mantiene un suo originale profilo: egli deve fare i conti con i meccanismi della concorrenza e del mercato. Tutto ciò </word>
<word xMin="28.500000" yMin="446.628000" xMax="566.312000" yMax="456.556000">comporta l’emarginazione dal circuito distributivo del libro di poesia, l’affievolimento del confine fra letteratura alta e letteratura di massa, la mescolanza dei generi narrativi, che dà luogo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="456.628000" xMax="558.072000" yMax="466.556000">a un fenomeno di ibridismo letterario, la minore influenza esercitata dalla tradizione nazionale, che non fornisce più modelli di riferimento. Quest’ultimo aspetto rimanda a un processo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="466.528000" xMax="445.024000" yMax="476.456000">definito di distruzione del passato: alla fine del secolo breve, la perdita della memoria storica costituisce un tratto distintivo della postmodernità.</word>
<word xMin="28.500000" yMin="486.476000" xMax="560.688000" yMax="496.572000">Letteratura e postmodernità – Nel 1979, il filosofo francese Lyotard, afferma in una sua opera che siamo entrati in un’età caratterizzata dal crollo delle grandi narrazioni della </word>
<word xMin="28.500000" yMin="496.628000" xMax="565.596000" yMax="506.556000">realtà. Nella postmodernità, il sapere si è trasformato in merce, in strumento di profitto e controllo sociale, in una pluralità di linguaggi che rispondono soltanto a criteri di utilità empirica. </word>
<word xMin="28.500000" yMin="506.528000" xMax="565.084000" yMax="516.456000">L’analisi di Lyotard era ripresa e sviluppata, relativamente al versante della produzione artistica e letteraria, in un saggio del critico americano Jameson. In esso, prendendo spunto dalle </word>
<word xMin="28.500000" yMin="516.528000" xMax="565.472000" yMax="526.456000">recenti tendenze dell’architettura statunitense, Jameson sosteneva che il capitalismo aveva mutato le norme e le finalità dell’arte, non soltanto cancellando il confine tra l’alta cultura e la </word>
<word xMin="28.500000" yMin="526.428000" xMax="568.524000" yMax="536.356000">cultura di massa, ma annullando il ruolo creativo dell’artista. Eliminato lo stile personale, trionfa la cultura del simulacro, una società spogliata di ogni storicità, che degrada la tradizione a </word>
<word xMin="28.500000" yMin="536.428000" xMax="543.628000" yMax="546.356000">un deposito di forme. Nell’ultimo scorcio del secolo breve, non appare alcun movimento artistico o letterario che abbia una diffusione transnazionale, il panorama della letteratura </word>
<word xMin="28.500000" yMin="546.328000" xMax="559.980000" yMax="556.256000">mondiale diviene molto frastagliato. A partire dagli anni 60, la tradizione epica e realistica del romanzo emigra oltre i confini dell’occidente capitalistico e rivive nell’anima russa, oppure </word>
<word xMin="28.500000" yMin="556.328000" xMax="545.756000" yMax="566.256000">nelle opere colombiane e peruviane; anche il racconto fantastico, bandito dall’orizzonte di una civiltà orgogliosa delle conquiste della scienza, appagata dal benessere, trova asilo </word>
<word xMin="28.500000" yMin="566.228000" xMax="552.704000" yMax="576.156000">oltreoceano: il senso del meraviglioso, del mistero, la percezione dell’imprevedibilità della vita ispirano l’argentino Borges, il più prestigioso esponente di questo genere narrativo nel </word>
<word xMin="28.500000" yMin="576.228000" xMax="559.716000" yMax="586.156000">secondo 900. La narrazione si sminuzza nella descrizione, nella registrazione di eventi banali e insignificanti, che rappresentano la deriva del soggetto in un tempo immobile. Anche in </word>
<word xMin="28.500000" yMin="586.128000" xMax="565.252000" yMax="596.056000">Italia, dopo la neoavanguardia non compare più alcuna corrente: è quindi complicato comporre il panorama letterario dell’ultimo scorcio del secolo. In questo periodo continua ad essere </word>
<word xMin="28.500000" yMin="596.128000" xMax="565.616000" yMax="606.056000">attiva una leva di scrittori i cui esordi risalgono agli anni 50, e che mantiene vivo un filone narrativo di ispirazione realista: nelle forme di una parodia dei mali che affliggono la società del </word>
<word xMin="28.500000" yMin="606.028000" xMax="528.956000" yMax="615.956000">benessere, oppure nella rappresentazione della genuinità e dell’innocenza dell’infanzia, di un’integrità morale posseduta solo dagli umili e dagli esclusi, oppure una scrittura </word>
<word xMin="28.500000" yMin="616.028000" xMax="559.628000" yMax="625.956000">memorialistica che si sforza di esorcizzare il vuoto del presente rifugiandosi nei ricordi del passato, cercando protezione negli affetti familiari. Vi è poi una generazione di narratori che, </word>
<word xMin="28.500000" yMin="625.928000" xMax="548.080000" yMax="635.856000">mossa dal rifiuto della volgarità e del conformismo dominanti, riprende la lezione del romanzo sperimentale, contaminandola con il plurilinguismo. Tra queste esperienze, spiccano </word>
<word xMin="28.500000" yMin="635.928000" xMax="564.728000" yMax="645.856000">fenomeni di maggiore consistenza. Si assiste al ritorno di generi letterari caduti in disuso: è il caso del romanzo storico, il cui revival data alla metà degli anni 70; si assiste alla ripresa di </word>
<word xMin="28.500000" yMin="645.828000" xMax="559.964000" yMax="655.756000">tipologie del racconto guardate con sufficienza, come la narrativa umoristica e satirica. Si registra la propagazione di generi tipici della letteratura di massa e in particolare del racconto </word>
<word xMin="28.500000" yMin="655.828000" xMax="559.024000" yMax="665.756000">poliziesco e del romanzo rosa. Il poliziesco, chiamato più comunemente giallo, aveva già conosciuto negli anni 30 una effimera espressione. Ma la sua definitiva affermazione avverrà </word>
<word xMin="28.500000" yMin="665.728000" xMax="554.084000" yMax="675.656000">alla fine degli anni 60, anche in virtù di Andrea Camilleri, padre del commissario Montalbano. Infine, si verifica una sempre più estesa contaminazione fra generi narrativi diversi, che </word>
<word xMin="28.500000" yMin="675.728000" xMax="544.060000" yMax="685.656000">sembra riscuotere il gradimento del pubblico dei lettori. Il caso più eclatante è rappresentato dai romanzi di Umberto Eco, a partire da “Il nome della rosa”, il cui intreccio combina </word>
<word xMin="28.500000" yMin="685.628000" xMax="551.596000" yMax="695.556000">romanzo storico e racconto poliziesco. Un ultimo aspetto da sottolineare riguarda il crescente condizionamento che i codici linguistici tipici del sistema delle comunicazioni di massa </word>
<word xMin="28.500000" yMin="695.628000" xMax="552.188000" yMax="705.556000">sviluppano sulle modalità di interpretazione e rappresentazione della realtà: basterà ricordare il successo di vendite ottenuto dai libri scritto da attori, protagonisti dell’intrattenimento </word>
<word xMin="28.500000" yMin="705.528000" xMax="568.524000" yMax="715.456000">televisivo e campioni dello sport. In un mercato editoriale dominato dalla logica del profitto, e preoccupato di soddisfare i gusti di un’eterogenea platea di lettori, può accadere che non sia </word>
<word xMin="28.500000" yMin="715.528000" xMax="557.256000" yMax="725.456000">più la fortuna dell’opera a decretare la fama dell’autore, bensì la notorietà dell’autore a garantire la fortuna dell’opera. Sempre che si possa ancora parlare di autore: disancorato dalla </word>
<word xMin="28.500000" yMin="725.428000" xMax="338.524000" yMax="735.356000">tradizione, sottomesso alla logica della produzione editoriale, lo scrittore diviene un soggetto senza qualità.</word>
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